venerdì 4 marzo 2011

Geab 52 - terza parte

Ed ecco la terza parte del GEAB 52. 

Le parti precedenti sono qui: 

Prima di procedere, un aggiornamento dalla Libia. 

Ieri, Saif Gheddafi ha ammesso che la parte di aviazione libica ancora fedele al futuro ex regime ha compiuto attacchi aerei
"Solo per spaventarli", ha dichiarato.

Già.

(con tanti saluti felici a chi tra i commenti, non conoscendo nè il mezzo nè il messaggio, ha mosso critiche senza conoscere riguardo il tema dei bombardamenti. Ed ora si deve ricredere, per l'ennesima volta. Suggerimento caprino: in genere è preferibile tacere al parlare senza conoscere, così si evitano brutte figure. Argomento chiuso.)


Ieri nuova battaglia per Brega. Che resta ancora nelle mani della popolazione. 
Il controllo di Brega è fondamentale, ed è pivot, per le seguenti ragioni:

- Brega è la sede di uno dei principali terminal petroliferi e gasdotti. Chi controlla Brega controlla il flusso di petrolio e gas verso i ricchi paesi europei, Italia in primis, e come tale controlla buona parte dell'economia libica. 

- Brega è uno dei principali snodi autostradali libici: chi controlla Brega controlla la porta di accesso a Tripoli, a Bengasi e al sud del paese. 

Inevitabile quindi, allo stato delle cose, che lì si concentrino le forze. 


Qui una interessante mappa aggiornata della situazione. 





La parola ora al GEAB. 

Ricordiamo, specialmente per quanto riguarda quest'ultima parte, che pubblichiamo ampi stralci del GEAB completo ma non per questo ne condividiamo le analisi. In più occasioni, Europe2020 ha dimostrato di essere particolarmente vicino ai poteri europei continentali, franco-tedeschi in particolare, con una generica inclinazione favorevole a tutto cio' che è europoide.

Con questo caveat, d'obbligo in particolare per questa terza ed ultima parte del Geab 52, vi lasciamo alla traduzione. 

In caso di ripubblicazione si prega di preservare i link e citare il link diretto all'articolo originale: GEAB 52 - terza parte e alla fonte: informazione scorretta




GEAB N°52 - Crisi sistemica globale/dissezione geopolitica del mondo, parte 3

2011/2012 - Primavera 2011: nascita di un nuovo stato "sovrano", Eurolandia

 


LEAP/E2020, lo scorso anno, aveva previsto due eventi molto importanti per il 2011, ovvero: il primo, l'entrata degli Stati Uniti, nella Primavera del 2011, in un'era d’austerità senza precedenti (GEAB N°47); il secondo, la messa in atto, da parte di Eurolandia, d’un enorme scambio di debito sovrano europeo, verso la fine del 2011 (GEAB N°50). 

Il primo evento è a buon punto. Il titolo di testa del New York Times del 2011/02/14 è stato "Il bilancio di Obama mette a fuoco il percorso per regnare nel deficit", riferendosi alla proposta di bilancio per il 2012 del Presidente Americano, che cerca d’avviare una riduzione della spesa pari a 1,1 trilioni di dollari in dieci anni. L'amministrazione Obama è ora impegnata in una guerra sui tagli di bilancio con la Camera dei Rappresentanti, che è a maggioranza repubblicana. Così, anche il bilancio militare viene colpito, con una riduzione di 78 miliardi di dollari in cinque anni, mentre molti programmi sociali vedranno i loro bilanci ridotti. Naturalmente, come abbiamo già fatto notare, queste riduzioni sono ben lontane dall'essere sufficienti (40) a cambiare il corso degli eventi, ovvero l'esplosione del mercato dei “Muni” al più tardi nell'Autunno del 2011, e con esso l'intero debito federale degli Stati Uniti. 


 
Confronto dei flussi finanziari da/per i fondi Muni ed i tassi d’interesse a 10 anni 
dei Buoni del Tesoro Usa (1998-2011) 
 (flusso dei fondi Muni: afflusso blu/deflusso rosso - tassi dei T-Bond: linea marrone) 
Fonte: Business Insider, 01/20/2011 

Per quanto riguarda il secondo evento, la recente proposta congiunta Franco-Tedesca per l’Accordo di Competitività dell’Eurozona (41), segna de facto il certificato di nascita di Eurolandia (42) per l’11 Marzo 2011, la data del vertice che mette insieme i soli paesi dell’Eurozona, riuniti per discutere questa proposta.  

Siamo così testimoni della trasformazione istituzionale del "Colpo di Stato dell’Eurozona", che LEAP/E2020 aveva descritto nel Maggio del 2010 (GEAB N°45), riferendosi al lancio del Fondo Europeo per la Stabilità Finanziaria.  

Inoltre, fatto non trascurabile, anche i più feroci sostenitori di un crollo imminente dell'euro (come Ambrose Evans-Pritchard, che ammette sul Telegraph del 14/02/2011 che l'economia di Eurolandia probabilmente salverà l'Euro) non sbagliano dicendo che il processo europeo di stabilizzazione finanziaria sta cominciando ad essere credibile, anche se il problema del controllo democratico di Eurolandia rimane irrisolto.

LEAP/E2020 è lieta di notare che uno dei migliori giornalisti britannici (43), riguardo la crisi, sta finalmente convergendo sulle sue anticipazioni. La convergenza delle analisi è significativa quando le parti vengono da punti di vista diametralmente opposti (come in questo caso), poiché essa richiede una difficile e profonda riflessione, e non posizioni ideologiche o di cieco conformismo. 

Quello che deve essere chiaro, è che in questo numero il nostro team si propone d’anticipare i cambiamenti portati da questa veloce emersione di Eurolandia, e chiarire alcune questioni prossime ad accadere. 


La logica ed i presupposti del Patto di Competitività per l’Eurolandia: un tentativo necessario per riacquistare l'iniziativa ed una base analitica adeguata. 

In sostanza, dopo gli sconvolgimenti del 2010, vediamo che la Germania sta prendendo consapevolezza, soprattutto con il Cancelliere Angela Merkel ed il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble (44), che non è più possibile far finta di gestire efficacemente l'Euro e di continuare a voler fare altrettanto per i 27 paesi dell'Unione Europea.  Questa analisi è pertanto simile a quella esistita in Francia per quasi un decennio, sotto il termine impreciso di “governance economica dell’Eurozona”, mentre i francesi hanno dovuto accettare che, al centro dell'accordo, vi fossero le condizioni economiche di Berlino. La diagnosi ormai comune effettuata da Berlino e Parigi (45), coincide con le anticipazioni di questi ultimi due anni di LEAP/E2020 : 

  • gli alleati dell’Euro non devono essere trovati a Londra ed a Washington, ma a Mosca, Pechino, Brasilia, ...  non c'è quindi ragione ad essere diplomatici nei riguardi degli Stati Uniti e del Regno Unito (46); 

  • le istituzioni dell'Unione Europea dei 27 (soprattutto a Bruxelles) sono o completamente paralizzate (non in grado di riformare i trattati, come originariamente proposto da Berlino), o troppo direttamente sotto l'influenza del duo Londra/Washington (come la Commissione Europea, o il nuovo comune servizio diplomatico); 

  • la maggior parte degli Stati membri dell’UE, che si trovano al di fuori dell’Eurozona, hanno l'obiettivo di entrarvi nei prossimi 4-5 anni, e principalmente i paesi dell'Europa Centrale e di quella Orientale. Così, porre in essere la governance dell’Eurozona oggi, serve a preparare i 17 al fatto che domani ci sarà un gruppo di 24-26 paesi (47). Esso è, così, un tipico processo d’integrazione europea. Qualcosa di molto "Euro-normale", contrariamente a quanto la maggior parte dei media Anglo-Sassoni proclameranno nelle prossime settimane
  • è necessario prepararsi psicologicamente (con riferimento all'opinione pubblica nazionale ed ai "mercati internazionali") ad una sfida importante riguardo le condizioni del finanziamento del debito sovrano di Eurolandia: in primo luogo ad una limitazione dei fabbisogni finanziari, in secondo luogo ad una riduzione dei suoi costi di finanziamento. La maggior parte dei paesi che potrebbero, ma che invece esitano davanti ai cambiamenti della loro gestione economica e finanziaria, sono oggi in grande difficoltà (Grecia, Portogallo, Belgio ed Irlanda, in particolare) (48), ed hanno a disposizione, nei fatti, pochissimo spazio di manovra. 



Bisogni finanziari di Irlanda, Portogallo and Spagna (2011-2015) - Fonte: Bloomberg/IMF/Scotia Capital Economics, 01/2011


Una strategia incompleta che soffrirà  dei postumi di una sbornia senza ambiziosi aspetti sociali e generazionali

In  effetti, l'analisi  su cui  poggia il  lancio di  questo Accordo  per la  Competitività rimane  molto  "economista e finanziaria", dimenticando che l'accettabilità politica e sociale del  Patto dipende da altri fattori, come anche il suo stesso  successo nel  medio e  lungo termine.   Il nostro  gruppo desidera  delineare i  quattro aspetti  essenziali che determineranno l'importanza storica dell'Accordo che si stà  discutendo (49):

  • l'assoluto bisogno di definire, dal 2011, un  meccanismo di controllo democratico del governo di Eurolandia; anche se  inizialmente questo  sia limitato  all'incontro ad-hoc degli  Euro-Deputati dell'Eurozona  a Bruxelles o  a Strasburgo (ovvero senza  gli Euro-Deputati degli  altri stati membri),  per discutere e  legiferare su questioni  che riguardano Eurolandia. Sarebbe in un qualche  senso un embrione di un parlamento di Eurolandia e  un modo semplice per fornire un supporto significativo al Patto Europeo per la Competitività  nel cuore del Parlamento Europeo.

  • l'estensione  dell'Accordo per  la Competività , fin  dalla riunione  dell'11 Marzo, con  una componente  diretta alle giovani generazioni  che sono  la sola vera  chiave per  il futuro della  competitività europea e  che per  il momento sentono di essere  sacrificati all'altare delle pensioni  della generazione dei "baby-boomer". L'annuncio  del lancio di una grande  nuovo piano per le  giovani generazioni nel 2012,  marcando il veticinquesimo anniversario  del lancio del progetto Erasmus, non  solo avrebbe molto senso strategico,  ma renderebbe questo Patto per la Competitività  popolare tra i giovani  europei. Con l'accordo di "Anticipolis  Editions", in via eccezionale includiamo sotto  un estratto dal libro di  Franck Biancheri intitolato  "The World Crisis: The  Path to the  World Afterwards" ["La Crisi  Mondiale: Il cammino verso il Mondo che seguirà ", NdT] che sviluppa le idee attualmente in discussione sull'argomento.

  • più in generale,  e in seguito al summit dell'11 Marzo (50), i  capi europei, al pari delle forze economiche  e sociali in Eurolandia, non saranno in grado di evitare quello che  potrebbe essere chiamato "il Nuovo Accordo Trans-Generazionale Europeo". I vincoli che peseranno  sull'economia di Eurolandia nel mondo  dopo la crisi richiedono, infatti,  una rivisitazione di fondo dell'idea che impiego,  età  di pensionamento, stipendi e formazione per le giovani generazioni (51) così come la qualità   dei  servizi   pubblici  e  sociali  di  cui  beneficiano  siano  le  sole  variabili   che  possano  essere ridiscusse (52). 
  •  
  • Questa è,  in effetti, un'idea del mondo prima  della crisi, un'idea ora obsoleta a  meno di non voler dare adito ad una  rivolta generazionale verso metà  decade. Pur essendo difficile  come sembra (e, secondo LEAP/E2020, sembra molto  più difficile di quel  che è), Eurolandia dovrà  ugualmente incorporare nella  sua strategia l'ammontare delle prestazioni  pensionistiche dei  "baby-boomer". 
La questione di fondo è inevitabile. Quello  che non  lo è, d'altro  canto, è affrontarla in modo costruttivo:  annunciare una riduzione degli introiti ad un gruppo  che esprime la maggioranza dei voti  è raramente  una decisione  popolare tra  i politici;  eppure  al nostro  gruppo sembra  che ci  sia una  ottima opportunità  fondata  sulla trilogia: riduzione  delle pensioni / miglioramento della  qualità dei servizi  pubblici e sociali / supporto per la formazione delle giovani  generazioni.

In ogni "baby-boomer" c'è un genitore e/o (sempre più spesso) un  nonno, mentre allo stesso tempo  è un utente dei  servizi pubblici e sociali.  

È, quindi, ragionevolmente possibile politicamente  proporre alla generazione dei  "baby-boomer" di Eurolandia  di fare un sacrificio  del 10-20% sull'ammontare  totale delle  loro  pensioni, con  la  garanzia che  un  quarto di  quella somma  venga  spesa per  il miglioramento dei servizi pubblici  e sociali, e che un'altro quarto sia speso per  l'educazione e la formazione delle nuove generazioni. Il 50% rimanente servirà invece a ridurre il costo complessivo del sistema sociale di Eurolandia, e dato il numero  e gli stipendi della generazione  dei "baby-boomer", stiamo parlando di cifre  molto significative. In tempi  di crisi  storica sono  queste idee coraggiose,  che combinano  sacrifici  con generosità ,  quelle che  spesso entusiasmano la gente. Eurolandia, senza realmente saperlo, si stà dirigendo a piena velocità verso un momento decisivo quando tali  iniziative diverranno necessarie.  L'Accordo per la  Competitività  ha, quindi, un urgente bisogno  di un pezzetto di anima in più (... e di risparmi e di capacità  di investimento allo stesso tempo).

  • infine, questo può sembrare  un di più, ma nel mondo dopo la crisi, i  vincoli esterni diverranno prevalenti perché ci saranno molti  stati importanti (Cina,  USA, Russia, Giappone,  Brasile, ...) senza che  nessuno di essi  domini sugli altri. E,  come l'Eurozona ha notato nel  2010, questi stati peseranno  moltissimo quando uno ha  una delle principali monete mondiali  e primeggia come  potenza economica  nel mondo. È,  quindi, essenziale che  Eurolandia costituisca un'unità  diplomatica  molto leggera, persino informale  all'inizio (53), per essere in grado di anticipare  gli eventi mondiali e rispondere  prontamente all crisi, ben sapendo che sarà  sufficiente che un utilizzo  coordinato degli apparati diplomatici dei suoi stati membri.


Un mondo spaccato: le bilance dei pagamenti dei G20 (in % sul PIL) – Fonte: FMI/ Le Figaro, 10/2010


In conclusione, per LEAP/E2020, non c’è dubbio che le sfide e gli ostacoli sopra indicati determineranno il successo o il fallimento dell’Accordo per la  Competitività. La sua adozione, in una forma o nell’altra, nei mesi a venire (Marzo 11 o poco dopo) è indubbia. La decisione comune dei Tedeschi e dei Francesi di muoversi nella direzione di Eurolandia, come noi annunciammo diversi mesi fa, è solo la individuazione dell’unica via di uscita dell’attuale impasse ai vertici, in tema di integrazione europea. Dall’altra parte, aver preso la strada corretta non significa che non ci siano rischi di incidenti, nello specifico una povera politica e una precisa messa a punto sociale del progetto che lo renda inefficace.


E' tutto.

Qui trovate le parti precedenti:

Geab 52 parte 1, La caduta del muro di petrodollari  

saluti felici
Felice Capretta


NOTE
(40)  Attestandosi all'11% del PIL, il deficit 2011 sarà il più alto dal 1945. E per il prossimo decennio le previsioni della Casa Bianca (sebbene molto rosee) prevedono un incremento del debito federale corrente di oltre 7 trilioni di dollari. Per LEAP/E2020 queste figure mostrano l'entità dello shock che si profila all'orizzonte a partire dalla fine del 2011, dal momento che, nel nuovo contesto globale, il resto del mondo non permetterà agli Usa di intraprendere questo percorso. Fonte: CNBC 02/14/2011
(41)  Fonte: MoneyWeek 04/02/2011
(42)  Il fissare regole comuni per la conduzione di finanza pubblica, debito, sistema sociale, incremento dei salari, … intorno ad una singola moneta, indubbiamente riflette l'emergenza di creare un quasi-stato e non più solo una vaga area monetaria.
(43)  Abbiamo già notato all'inizio del 2010 che il Telegraph, sebbene caratterizzato da una forte impostazione anti-Euro, molto liberale e filo americana, ha avuto di gran lunga la miglior squadra di giornalisti sulla crisi.
(44)  Bisogna leggere l'intervista pubblicata contemporaneamente su Les Echos, El Pais e La Repubblica il 04/02/2011, veramente illuminante.
(45)  A questo proposito, tutte le voci che circolano sulla decisione di Axel Weber, il presidente uscente della Bundesbank, di autoescludersi dalla gara per succedere a Jean-Claude Trichet alla testa della BCE. Ovviamente tutta la classe politica tedesca è stata colta di sorpresa. Qui l'anticipazione incontra uno dei suoi limiti che noi stessi evidenziamo nella ns metodologia: l'imprevedibilità delle decisioni individuali non meno dell'affidabilità delle persone coinvolte. Dal momento che avevamo previsto che lui sarebbe stato il successivo presidente della BCE nella ns anticipazione per il 2011 del mese scorso, notiamo di esserci sbagliati (segnando così un pareggio su questo punto nella valutazione di dicembre) anche indicando che Mario Draghi, candidato per l'Italia e Goldman Sachs, non sarebbe stato il prossimo capo della BCE e che sarebbe stato scelto un candidato scandinavo o tedesco. A questo stadio c'è una terribile confusione dovuta al fatto che uno dei candidati favoriti si è ritirato a poche settimane dalla decisione. Fonti: Spiegel 11/02/2011, di nuovo Spiegel 11/02/2011; YahooNews 12/02/2011
(46)  Di qui la placida affermazione che i paesi al di fuori dell'Euro si adegueranno oppure no, secondo il loro desiderio, alle decisioni di Eurolandia. Chiaramente, l'Eurozona non è interessata all'argomento.
(47)  Svezia e Danimarca si uniranno a Eurolandia a breve, prima degli altri stati centrali   europei in concomitanza con l'accelerazione della caduta della sterlina e del dollaro USA.
(48)  Ma anche la Francia, ad un livello inferiore, è una delle nazioni la cui situazione fiscale e debitoria è particolarmente negativa. Con questo patto la Germania deve stare attenta a non addossare ai paesi una responsabilità di governo al di là della loro portata.
(49)  Infatti i leaders di Eurolandia devono oggi cercare di emulare il successo del rinnovamento europeo del 1985/90 (obiettivo 1992) e non il fallimento della strategia di Lisbona.
(50)  Come indicato in LEAP/E2020 avverrà nel 2013, dopo che la maggior parte dei capi di Eurolandia sarà stato sostituito.
(51)  La Francia si distingue qui ulteriormente per la scarsa mobilità sociale dovuta all'incremento di un'istruzione limitata. La proporzione fra figli di operai, impiegati e contadini precipita al grado maggiore d'istruzione. Fonte La Tribune 24/01/2011
(52)  Infatti è essenziale evitare che lo spettro dello smantellamento del modello sociale Europeo non infesti Eurolandia come sottolineato da Global Research del 18/01/2011. Le nazioni continentali devono lasciar questo al regno Unito che si sta muovendo spedito in questa direzione. Fonte: Telegraph 11/02/2011
(53)  Eurolandia dovrebbe seguire l'esempio dell'inizio dell'integrazione in questo campo come in altri: strutture molto snelle, poca formalità, uno staff molto competente e molto motivato, senza speciali cariche.
(54)  In Francia specialmente, questo gruppo, così ricco, che ha alimentato le risorse umane del periodo di costruzione dell'UE dal 1950 al 1970 si è adesso prosciugato perchè tutta questa brillante elite è andata a lavorare nel settore privato. 170 è una specie di agenzia di rating per le università. La creazione da parte dell'UE di un'agenzia di rating concorrente in questo campo fornisce un'idea di cosa questo decennio può portare in termini finanziari.
(55)  I programmi europei sono volti ad infrangere un ulteriore scoglio all'integrazione. Una volta che la via è stata indicata, come nel caso dell'Erasmus, tutto è volto a livello nazionale e regionale ad intraprendere, divulgare e libeare i mezzi per un nuovo avanzamento Europeo.
(56)  Nell'ordine di grandezza di un programma europeo medio.
(57)  Questo sarà, in special modo, un modo di conservare la posizione centrale dell'UE nel campo delle reti accademiche internazionali.

25 commenti:

Anonimo ha detto...

Petroleum and Empire in North Africa. NATO Invasion of Libya Underway

http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=23481

Anonimo ha detto...

Lo so, non sono un'aquila per l'economia, ma a me eurolandia sa di Germania e basta. Diventeremo tutti bravi sudditi del nuovo impero. E non credo che paesi e popoli così diversi possano essere schiacciati (come è successo fin'ora, strangolati da mille regoline eurolandesi) dal rullo tedesco senza perdere completamente l'identità.
Un'Europa omogeneizzata, senza più niente da dare al mondo, questo mi aspetto da Germalandia.

Mastro di chiavi ha detto...

http://www.dailyblog.it/libia-figlio-gheddafile-cose-non-stanno-come-credeteskynews-attacchi-al-primo-ministro-gb-cameron-vuole-fare-leroe/01/03/2011/

Però Saif Gheddafi, dice anche che le cose non stanno così come sembrano all'estero.
Per me la questione ha tutta l'aria di una campagna mediatica stile Iraq, per una nuova invasione umanitaria.
Vedi:

http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2011/3/1/FINANZA-La-crisi-che-piace-agli-Usa-per-ricattare-la-Cina/154065/

www.voltairenet.org%2Farticle168670.html

www.beppegrillo.it%2F2011%2F03%2Fberlusconi_come%2Findex.html

Anonimo ha detto...

se proprio dobbiamo essere una colonia meglio tedesca che americana.
Nic.

Anonimo ha detto...

Ho sempre seguito quanto scritto da europe 2020, ma qualche cosa non mi torna...
Mi sa tanto che "quelli del nuovo ordine mondiale" abbiano messo le briglie ad europe 2020.
Che ne dite, non sa di un gusto strano?

Hiei ha detto...

@Nic

Dietro le apparenza, Germania e USA son la stessa cosa...ma bisogna guardare molto dietro - comunque la febbrile attività del tutto oscurata dai media della Germania e della Merkel di armonizzare le normative, le procedure bancarie, organizzazione militare e la legislazione per creare un'unica area "di mercato" (prima, politica poi) tra Nordamerica (il Canada è stato pressochè annesso "de facto" un mese fa agli USA con una serie di accordi bilaterali che quasi nessuno riporta) ed Europa indica il percorso in modo netto.

Benvanuta Oceania?
Apertura dello SWIFT bancario agli accessi USA, EurGendFor e via dicendo...basta cercare...

Capretta, com'è non parli più della Libia? Parli della partita solo quando la tua squadra vince?

Attacchi aerei mai avvenuti, smentiti anche da Press TV qa quanto pare, tutti i media che danno update sulle battaglie "live", fosse comuni inventate di sana pianta, i cattivoni che hanno armi chimiche e userebbero scudi umani (nessuna prova fornita, ovviamente) - tutto il SOLITO corredo al completo.

Rinnovare le idee ogni tanto...a Caprè, mostra il tuo solito acume e dille due paroline...perchè come sta girando sembra ti stia candidando tu a essere complice di crimini di guerra più che l'ambasciatore che ti sta così simpatico.

Aspettando altre bombe umanitarie e pacifiste.

YO-HO-HO...

Felice Capretta ha detto...

@hiei

A questo punto e` evidente che scrivi senza nemmeno aver letto cio` di cui scrivi.

E in piu` ci aggiungi cose false, dimostrando cosi` che agisci in malafede. Chiunque puo` verificarlo leggendo quello che ho scritto io, quello che hai scritto tu e quello che falsamente mi attribuisci tu.

E` un gioco vecchio quello che fai, ma il risultato e` sempre quello: fai collezione di pessime figure.

Saluti felici

Felice

Anonimo ha detto...

@felice

ahimè in realtà in questo mondo orwelliano la situazione della Libia non è molto distante da quanto scrive il cavallo pazzo di Hiei.

E le manifestazioni contro Gheddfi non mi sembrano molto differenti di quelle già viste in giro per il mondo e non molto distante....

Il Folletto

Anonimo ha detto...

Quando vedo i ribelli sento solo Halla akbar......qualche sparo e pochi anzi nessun ferito, qualche preghiera verso la mecca

http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/africaandindianocean/libya/8359638/Amateur-video-shows-gun-battle-against-Gaddafi-forces-near-Brega.html

Se questa è la battaglia di Brega....

marcoravelli ha detto...

@Capretta&Hiei,

"nasce un nuovo stato sovrano: Eurolandia"
Hahahahaha...

Considerando la prossima e Certa Stretta Creditizia( che in linea teorica dovrebbe portare i tassi BCE almeno al 15% [ Volcker li portò la FED fino al 19% { ma con troppo ritardo rispetto all'ondata inflazionistica}]) voglio proprio vedere chi si porterà in groppa il peso dei famigerati PIIGS...

Pietro Eremita ha detto...

Non capisco il titolo "Crollo del protettorato americano nel mondo arabo".

Pare piuttosto si stia aggiungendo un nuovo territorio. Dopodiche' TUTTI i paesi petroliferi arabi saranno "protetti" dalla NATO/USA.

Pietro (un eremita)

Anonimo ha detto...

che sia tutto organizzato a tavolino lo rivela il fatto che gia' parlano di intervenire, siccome gheddafi non si presta al gioco come hanno fatto gli altri re allora lo si tira giu' con la forza.
se non ci fosse un piano dietro allor non si preoccuperebbero di quello che succede in Libia cosi' come stanno facendo ora.
in italia arriva un'informazione completamente manipolata e non puo' essere altrimenti quando i media (il vero potere) sono un monopolio.

indopama

IO (Mario Barbiero) ha detto...

Edward Luttwak, economista e saggista statunitense, conosciuto per le sue pubblicazioni sulla strategia militare e politica estera ha detto più o meno così:
"se sei un dittatore appoggiato dagli Stati Uniti e il tuo popolo non ti vuole più te ne vai senza sparare perchè gli Stati Uniti vogliono così.
E infatti Ben Alì e Mubarak hanno risposto:"obbedisco".
Gheddafi invece ha detto NO!

IO (Mario Barbiero) ha detto...

Un dirigente Eni ha smorzato gli entusiasmi di chi diceva che non c'è problema a sostituire il petrolio libico.
E' vero, ha confermato questo dirigente, basta pagare ma di soldi ne serviranno molti di più che per il petrolio libico.
Perchè il mercato funziona così (dalla notte dei tempi aggiungo io).

woland ha detto...

magari i bombardamenti ci sono stati, sicuramente i depositi militari e le caserme le han buttate giù a suon di missili. e mi pare logico.
ad ogni modo la storia dei 10000 morti mi sembra una bufala e concordo con pietro l'eremita per quanto riguarda "il protettorato americano".
gli autocrati muoiono, i militari restano.

Anonimo ha detto...

Felice

http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2011/03/04/AOLajdC-gheddafi_letteralmente_soldi.shtml

Basterebbe questa notizia per scompisciarsi dalle risate: "La scorsa settimana i suoi alleati hanno cercato di portarsi via 1 miliardo di euro (in dinari) da un deposito del Nordest britannico dove le banconote vengono stampate."

Cosa vuoi che a Gheddafi pieno d'oro fino al collo, servano coriandoli di carta.

Ah ho capito: per il carnevale!

P.S.: i dinari libici stampati in Inghilterra.............................................................................................Ravellik batti un colpo.

Il Folletto

Anonimo ha detto...

https://lh6.googleusercontent.com/-P8QVXGrrQtU/TXAXzqqHfxI/AAAAAAAAQJA/STaTya7KcW8/s1600/moneyman.JPG

Il Folletto

Felice Capretta ha detto...

@folletto

_un miliardo_ di euro

va bene distribuire 300 euro a persona e dover pagare i mercenari 2000 euro al giorno in contanti.

ah, no, forse voleva distribuire denaro dagli elicotteri (helicopter gheddafi)


@woland

infatti. fu al arabya a dare la notizia, qui non l'hai mai letta credo. e poi comunque a me non piace mai fare la conta delle vittime.

saluti felici

felice

IO (Mario Barbiero) ha detto...

Erano solo (si fa per dire) 200 milioni di euro, però in dinari libici.
Certo che se riesce a pagare i mercenari in dinari libici Gheddafi è un genio.
Quei dinari valgono qualcosa se lui resta al potere, altrimenti diventano carta straccia.
Un genio, non c'è che dire, così i mercenari hanno un validissimo motivo per salvarlo a tutti i costi.
Se non vogliono restare con carta straccia in mano.

Anonimo ha detto...

e' logico che dietro a tutto questo movimento ci sono i poteri forti.
l'america altrimenti per cosa avrebbe messo su il suo gigantesco apparato militare se non per comandare?
allora se lei comanda ci devono per forza essere anche chi e' comandato.
possiamo facilmente immaginare se tra questi comandati non ci siano soprattutto quegli stati con le materie prime...
e' tutto un teatrino, soprattutto in africa dove lo stato piu' potente ha la forza della repubblica di san marino.
quello che sta accadendo non ha nessun vento di liberta', fa parte di un'agenda i cui scopi non sappiamo, anche se possiamo intuire qualcosa se e' vero che vogliono fare un governo unico.
a mio parere vogliono disfare i governi nazionali per unirli sotto ua specie di euro africano.
una volta fatte le macroregioni allora basta unirle ed il nwo e' fatto.

indopama

Ivan Bezdomny ha detto...

eh già, effettivamente si sente puzza di "esportazione della democrazia"...

Anonimo ha detto...

Riportando un commento di un amico dalla Russia:

"cazzo è vero te lo confermo al 100%!
sergej un mio caro amico oligarca russo (che fornisce peraltro l'esercito russo degli sticker per sopravvivenza) mi ha confermato che la intelligence militare russa a rostov on don monitora continuamente la libia via satellite e non vede altro che al massimo piccolissimi focolai o sortite in qualche casa!
è una semi bufala con gli aerei di gheddafi che sorvolano gli spazi e fanno sortite tutto qua...
insomma repetita juvant, dopo le invasioni in q8 ed iraq, dopo aver embargato iran ora gli yankee si preparano ad invadere la libia (che è il paese nordafricano con le maggiori riserve petrolifere di tutto il nordafrica) con la solita scusa della "missione umanitaria) con l'appoggio dell'europa a titolo di zerbino, il "premio nobel per la pace" boama ha già inviato due corazzate ed un ricognitore pronto a sferrare bombe e missili "per proteggere il popolo libico"...

io dico, gheddafi dittatore tiranno ci sta benissimo, ma perchè non facciamo una guerra onesta e dichiarata?
come si è sempre fatto?
hitler era molto più galantuomo, ha dichiarato guerra e l'ha fatta apertamente, giusta o sbagliata che sia
boama e noi zerbini a fare gli ipocriti mistificando "interventi umanitari" che nulla hanno di umano...
dopo 13 anni in afganistan (per il condotto del gas ovviamente non per i papaveri dell'eroina...) il popolo afgano è in condizioni diverse da quelle che era prima delle nostre missioni?

facciamo tutti schifo in europa (us in primis ovviamente), non abbiamo nemmeno i coglioni per dichiarare una guerra e farla

ipocriti latu e strictu sensu"

poi becco questo commento:

"Il dubbio è questo: non sarà che, visto il fallimento della loro strategia ma decisi a non rinunciare all’obiettivo, le elite USA ricorrano al vecchio trucco delle operazioni “false flag” per avere il classico pretesto? Mi riferisco soprattutto alle portaerei americane che starebbero bivaccando in attesa di non-si-sa-cosa (ma in realtà lo si sa anche troppo bene) al largo delle acque libiche. Se, per ipotesi, una di quelle navi affondasse, ovviamente in seguito al solito attentato terroristico, la colpa potrebbe essere facilmente fatta ricadere sul novello Hitler Gheddafi e questo sgombrerebbe qualsiasi dubbio o ostacolo a tutti gli “interventi umanitari” del caso, utili a distruggere la Libia e a depredarla di tutte le sue risorse.

Potremmo a breve trovarci davanti il solito “attacco terroristico”, se Gheddafi continua a riguadagnare terreno contro l’offensiva mediatico-prezzolata? Oppure gli USA potrebbero perfino rinunciare e rimandare l’intera operazione a data da destinarsi? Ciò può dipendere anche dalla posizione che la Russia deciderà di prendere? E quanto di tutto ciò influirà sul nostro già penoso status di colonia USA?"

RAGA SVEGLIA!

Il Folletto

Anonimo ha detto...

Gheddafi non puo' nulla contro l'offensiva mediatica, non puo' mica spegnere le tv del mondo.
e noi qui ad osservare, spero con la consapevolezza in piu' del fatto che sono i media con in testa la Tv il vero potere.
l'informazione e' il potere e chi controlla i canali in cui si muove questa informazione e' il vero padrone del mondo.
oggi in particolare quella digitale e' il potere, ci cibiamo quotidianamente di informazioni digitale (tv e facebook solo per fare un'esempio).
per far muovere le persone in un certo modo bisogna dargli una ragione, ecco cosa fa la tv oggi, crea il motivo per compiere certe azioni. ha sostituito le catene degli antichi schiavi ma la gente ama come una volta farsi guidare, trovare la pappa pronta.

indopama

IO (Mario Barbiero) ha detto...

@indopama
già Qaddafi non può nulla, tanto che se anche gli fanno raccontare la sua verità in tv, nessuno o quasi in Occidente è disposto a prestargli la benchè minima attenzione.

Una voce fuori dal coro quella del ministro Maroni che invita gli Stati Uniti a darsi una "calmata".
Intanto sono ripresi gli sbarchi, ieri altri 1.000 "disperati".

Il politologo statunitense di origine ebraica (e te pareva) ma nato in Romania tale Luttwak tempo fa ha posto un interessante quesito:
"i popoli di questi paesi in rivolta sono pronti a vivere in democrazia?"
Lui ha ovviamente risposto dicendo "NO!"
Peccato che nessuno gli abbia chiesto se anche noi italiani siamo pronti a vivere in democrazia ...

IO (Mario Barbiero) ha detto...

Ieri Mastropasqua presidente dell'Inps ha dichiarato che i giovani non devono guardare indietro ma avanti.
Detto così suona anche bene, peccato si riferisse alle aspettative pensionistiche.
Chissà la sua di pensione a quanto ammonterà.
Significativo il suo invito a non indugiare oltre, ma non per dare una pedata nel sedere a quelli come lui che infestano l'apparato statale come un cancro, ma per farsi la previdenza integrativa che adesso la situazione finanziaria è stabile.
Tra le altre cose il personaggio vanta altri 53 incarichi societari.
E poi dicono che c'è la disoccupazione ...

Caro Mastropasqua, un dipendente Mediaworld che prende 349 euro mensili, come c@§§@ se la fa la previdenza integrativa?

Fortunatamente per i vari Mastropasqua d'Italia gli italiani soffrono di narcolessia acuta e anche quando si destano per pochi istanti al massimo lanciano uno sbadiglio, un paio di imprecazioni e poi si girano dall'altra parte ... del letto.
Salvo trovare un momento di riscatto personale con la passione del momento, ieri la fine del mondo, oggi le rivolte in Nord Africa, domani chissà ...