giovedì 25 febbraio 2010

South Stream e Nabucco - GEAB 42 - tre tendenze fondamentali che aggraveranno la crisi nel 2010 - parte III

south stream nabucco

Disponibile la terza parte del GEAB. Un grazie di cuore ai traduttori: Markozu e Francesco&Martina, Trinetra.

Interessante l'introduzione sui progetti South Stream e Nabucco, essenziali per comprendere le manovre sullo scacchiere euroasiatico. Vi rimandiamo anche a questo nostro articolo sulla guerra in Georgia a proposito di risorse e South Stream e Nabucco.

Ricordiamo, viste le recenti discussioni tra i commenti, che pubblichiamo il GEAB senza necessariemente condividerne le analisi. Invitiamo gli affezionati lettori a farsi la propria idea ;-)

La parola al GEAB, parte III

Le parti precedenti si trovano qui: GEAB 42 - intensificazione della crisi nella seconda metà del 2010 - parte I ; GEAB 42 - intensificazione della crisi nella seconda metà del 2010 - parte II


Russia: Meglio preparata di altri grandi giocatori globali ad affrontare i prossimi anni

Questo può sembrare paradossale, specialmente per quelli che hanno letto, anche superficialmente, i media occidentali, ciononostante il paese ha passato una transizione significativa aprendosi al mondo dopo il 1945 … a partire dal 1989.

Con Vladimir Putin, che tiene in mano le redini del potere per la maggior parte del tempo della decade successiva (come presidente o primo ministro) la Russia ha, a priori, assicurato un lungo periodo di stabile governo centrale, il che non è il caso per gli altri maggiori giocatori globali.

I proventi da olio e gas, (che non hanno avuto un declino significativo confrontati con il prezzo medio nel 2009) le permettono di pianificare il proprio sviluppo strategico interno ed esterno.

Tre esempi possono illustrare il fatto che la Russia è oggi sulla rotta per riprendere il controllo del suo ambiente:

. alla fine di Dicembre 2009 l'inaugurazione dello Sapsan, il primo treno ad alta velocità tra Mosca e San Pietroburgo, annuncia quella che sarà una decade di modernizzazione diffusa dell'infrastruttura dei trasporti, includendo i gasdotti e gli oleodotti.

. I progetti delle pipeline che hanno come scopo aggirare la Russia, come il progetto Nabucco, stanno andando in fumo perché senza una politica attiva e senza supporto finanziario degli USA, si stanno lentamente ed inesorabilmente trasformando in meri progetti economici che hanno come conseguenza l'integrazione della Russia o il loro abbandono.

. L'apertura a Kozmino nel Dicembre 2009 del primo terminale petrolifero Russo sulla costa del Pacifico (attualmente ci sono solo due terminali sul mar Baltico e mar Nero) permetteranno al paese di partecipare pienamente allo sviluppo Asiatico dei prossimi anni.



Progetto South Stream contro Nabucco – Fonte: VoxThunae, 11/2009

In effetti, si tratta della grande scommessa del Cremlino in questa decade chiave: essere in grado di trarre profitto dal dinamismo Asiatico senza essere in balia degli Asiatici, in particolar modo dei Cinesi, la cui presenza si vede crescere in Siberia, e a mantenere un rapporto forte, strategico con l'UE tenendo a debita distanza le ambizioni Europee nei riguardi della Russia.

I Francesi ed i Tedeschi giocheranno un ruolo chiave nel rapporto tra l'EU e la Russia nei prossimi anni: qualsiasi equilibrio Europeo sarà impossibile senza una stretta collaborazione tra questi tre partner, specialmente adesso che il “cugino Americano” sta facendo le valigie.

I Francesi ed i Tedeschi formano la maggior parte di quello che la Russia considera essere l'Occidente ed hanno un'attrattiva senza precedenti nonché un potenziale relazionale dal punto di vista Moscovita: considerazione che risulta essere vera solo se l'interesse Europeo è genuino e proprio dell'EU e non una copertura per Washington o qualcun'altro.

Il noto rifiuto di Francia, Germania e Russia ad essere coinvolte nella guerra e la bugia storica sull'invasione dell'Iraq nel 2002/2003 è un buon esempio del tipo di relazione strutturata a livello mondiale che gli Europei e la Russia possono creare se trovano obbiettivi comuni.

La Russia ha messo sul tavolo della potenziale negoziazione uno di questi , a partire del summit del G20 di Londra, ed è la sostituizione del dollaro come valuta di riserva internazionale.

Intraprendere un tale passo rappresenta un chiaro interesse per l'Eurolandia cioè porre fine al caos attuale monetario mondiale .

Se la Francia e la Germania avessero dei leader con un visone strategica vera ed un senso storico come lo hanno avuto De Gaulle e Adenauer oppure Mitterand e Kohl, allora non ci sarebbe dubbio che il duo Franco-Tedesco avrebbe già spinto l'UE a cogliere questa opportunità' e a discuterla con Mosca e che questo duo (rappresentando ufficiosamente l'EU) sarebbe l'ospite speciale al prossimo Summit del BRIC.

Probabilmente sarà necessario aspettare fino al 2012, alle Elezioni Presidenziali Francesi, per sapere se esiste la possibilità che una tale opportunità venga colta.

In caso di fallimento, Francesi e Tedeschi essenzialmente, e gli Europei in generale, saranno i responsabili della discesa all'inferno del sistema monetario internazionale nella seconda metà del decennio, aprendo la via alla Russia per risposizionare se stessa nella sfera d'influenza Asiatica.

Si ricordi che fu Mosca ad evitare due volte il dominio imperiale sull'Europa, dando un contributo decisivo alle sconfitte di Napoleone ed Hitler, e che Stalin provò invano, nel 1930, a convincere Francia e Regno Unito a raggiungere un'alleanza con l'URSS contro la Germania Nazista.

La paura di essere accusati di "filo-comunismo" impedì un'alleanza che avrebbe salvato l'Europa da una guerra suicida e da decenni di divisione.

Il decennio 2010 vedrà un altro test per le elite Europee, se saranno capaci di superare la fobia di essere accusati di "anti-Americanismo" e scongiurare una catastrofe monetaria globale con il seguito di conseguenze disastrose.

Una cosa è chiara: negli anni '30 i consigli provenienti dai circoli finanziari e bancari (qualunque cosa, ma non un'alleanza con l'URSS comunista) non sarebbero stati certamente ascoltati se ci si fosse preoccupati degli interessi di medio e lungo termine.


Progressione di produzione, esportazione e consumo domestico di gas Russo fino al 2020 (miliardi di metri cubi) (linea blu: esportazioni e consumo domestico; linea rossa: produzione). Figura 2. Progressione delle esportazioni di gasso Russo per il 2020 (verde scuro: Europa; rosso: Asia-Pacifico; verde chiaro: paesi della CSI) - Fonte: Energy Tribune, 02/2007

Sfortunatamente, i leader Russi non sono molto portati nel prevedere le reazioni emotive Europee ad alcune loro azioni o dichiarazioni particolarmente brutali: instillare paura non porta lontano quando si cerca un partner affidabile.

Qui Francesi, Tedeschi ed Europei in generale hanno un ruolo educativo essenziale.

In ogni caso la Russia è un candidato ideale per un decennio piuttosto statico rispetto alle altre grandi potenze.

Il fatto che essa abbia già attraversato il suo periodo di transizione caotico, gli anni '90, contribuisce molto a questa situazione.

La Russia è stata coinvolta nel "mondo post-crisi" per oltre vent'anni, fin dalla caduta del muro di Berlino, e nei prossimi anni essa sarà in grado di muovere i suoi pedoni sulla scacchiera mentre il potere imperiale degli Stati Uniti si disintegra e l'EU cerca il proprio obiettivo.

Comunque, senza gli Europei o gli Asiatici (con le loro attitudini tecniche ed i loro investimenti), Mosca non sarà in grado di fornire le quantità di petrolio e gas di cui la Russia necessita per coprire contemporaneamente la domanda interna e gli obblighi d'esportazione, ciò che porrebbe un serio problema sia per l'Europa che per la Russia.


Raccomandazioni strategiche e operative

NDFC: attenzione! ribadiamo, se fosse necessario, che Informazione Scorretta non è collegata in alcun modo con il LEAP e che questi non sono i nostri suggerimenti per i vostri investimenti. Gli affezionati lettori sanno che non diamo mai consigli di carattere economico (preferiamo, nel caso, sbagliare da soli). Invitiamo i lettori a decidere autonomamente cosa fare dei propri risparmi, assumendosene ongnuno la sua responsabilità.

Ancora una volta, vi vogliamo ricordare che i nostri consigli non sono dati al fine di speculare a breve termine, ma piuttosto per riuscire a perdere meno (o addirittura nulla), perché nel pieno di una crisi sistemica globale è il solo obiettivo realistico.


Valute

Le analisi fatte in questo numero del GEAB spiegano perché non c'è alcun cambiamento nelle nostre previsioni sulle valute. Movimenti nel breve termine non hanno nessuna influenza sulla forte tendenza al crollo del Dollaro statunitense e della Sterlina britannica.

Quest'ultima rimane debole nonostante gli attachi portati all'Euro; attacchi che consideriamo a breve termine e senza un motivo strutturale.



Immobiliare Commerciale [CRE]

Se volete, o avete necessità, di un locale in una delle zone pricipali per le proprietà commerciali, in particolare in Europa e negli USA, aspettate fino alla fine del primo semestre e fatevi dare una riduzione dal 30% al 50% sul prezzo di acquisto o di locazione.

I saldi di fine stagione (Primavera, Estate, Autunno) stanno per arrivare.


Azioni

I mercati azionari complessivamente hanno già visto i loro giorni migliori. Quasi tutti i fattori che avevano favorito la loro crescita tra Marzo e Settembre 2009 (periodo dal quale stanno stagnando) stanno scomparendo:

. l'enorme liquidità offerta dalle banche centrali alle banche, che hanno sostenoto in modo essenziale la crescita nel 2009. È questa liquidità che sarà alla base delle strategie di uscita dalle misure di emergenza.

. delusione sulla « ripresa » e sul ritorno alla crescita dell'occidente, in particolare negli Stati Uniti. senza contare le centinaia di miliardi iniettatti nell'economia, non c'è stata alcuna ripartenza duratura in quanto quasi tutto è sostenuto da fondi pubblici..

. aumento del costo del denaro

. la Cina non sara in una posizione migliore: I suoi mercati si sono già indeboliti con una stretta creditizia che aumenterà; e il mito della crescita cinese autosostenibile non andrà oltre l’estate del 2010.


Metalli preziosi

A fronte della crescente fragilità del sistema monetario internazionale, ripetiamo che sarebbe utile diversificare una porzione dei propri asset in metalli prezioni. I metalli rari sono un buon investimento nei prossimi 4/5 anni prima che vengano sviluppati prodotti sostituitivi negli USA, Europa e Asia (salvo la Cina).


Si conclude qui la terza ed ultima parte del GEAB dedicata a Russia e South Stream e Nabucco.

Le parti precedenti: GEAB 42 - intensificazione della crisi nella seconda metà del 2010 - parte I ; GEAB 42 - intensificazione della crisi nella seconda metà del 2010 - parte II

Saluti felici

Felice Capretta

lunedì 22 febbraio 2010

GEAB 42 - tre tendenze fondamentali che aggraveranno la crisi nel 2010 - parte II

E' disponibile la parte II del GEAB 42, gli affezionati lettori si uniranno a me nel sentito ringraziamento caprino alla traduttrice Eleonora.

La parola al GEAB 42, parte II.

La parte precedente si trova qui: GEAB 42 - intensificazione della crisi nella seconda metà del 2010 - parte I


Tre tendenze fondamentali che aggraveranno la crisi nella seconda metà del 2010

Per LEAP/E2020, dietro le “sofisticate” dissertazioni sull’uscita dalla crisi al termine delle politiche di sostegno all’economia e al settore finanziare si nasconde una verità molto semplice, ma una di quelle che governi e banche centrali sono incapaci di esprimere: non sanno cosa fare, quando farlo e come; ne' se dovrebberlo farlo da soli o insieme ad altri attori globali.

In verità, se la mancanza di preparazione al manifestarsi della crisi derivava dall’incapacità, da parte dei leader mondiali, d’immaginare il possibile palesarsi di una crisi, da molti mesi a questa parte è la loro incapacità di giudicare correttamente la reale situazione dell’economia mondiale e l’interazione di gran parte delle misure straordinarie prese in tutto il pianeta che li condanna, adesso, a rimanere passivi.

Da ora alla fine di questo semestre, tale assenza di azione cederà il posto a mere reazioni agli eventi sociali, economici e politici.

Tutto ciò avrà luogo in un contesto di completo disordine, rafforzando la tendenza all’ “ognun per sé” che è divenuta via via più chiara dalla fine del 2009.

Tale situazione di paralisi intellettuale spiega perché, da mesi, nei meeting dei banchieri come nelle conferenze del G20 sia possibile ascoltare solo dichiarazioni positive sull’inevitabile conclusione delle misure d’emergenza avviate nel 2008/2009, mentre si osserva come le stesse permangano invariate.

Come sempre avviene in questi casi, l’impeto decisivo prenderà avvio dalla reazione a un evento improvviso e non da una riflessione strategica, propositiva e attentamente calcolata.

Il rifiuto di affrontare la questione cruciale di una riformulazione del sistema monetario internazionale, a cui si è assistito nel 2009, crea una situazione in costante slittamento e all’inevitabile, sistematico scontro di interessi tra i grandi attori globali: priorità divergenti tra le zone dell’Euro e del Dollaro, tensioni crescenti tra Pechino e Washington sul cambio Yuan-Dollaro, ecc… una situazione che d’ora innanzi vedrà sempre più intrecciarsi le sfere del commercio e della diplomazia.



Le tre tendenze fondamentali

Alla luce di tale preoccupante scenario internazionale, in questo numero di GEAB il nostro gruppo ha scelto di anticipare lo sviluppo di tre tendenze che, a nostro parere, contribuiranno a un improvviso aggravarsi della crisi nella seconda metà del 2010, ovvero:

1 - L’esplosione della bolla dei debiti pubblici e il corrispondente aumento dell’impossibilità per gli stati di effettuare pagamenti.

2 - L’impatto fatale del sistema bancario occidentale tra il numero crescente di mancati pagamenti e il muro del debito in maturazione.

3 - L’inevitabile aumento dei tassi d’interesse


Queste tre tendenze sono strettamente correlate poiché, in fondo, si basano tutte sulla stessa semplice verità: il bisogno di finanziamenti a breve termine del sistema bancario mondiale e degli stati occidentali, al momento, supera di gran lunga la disponibilità di risparmi.




1. L’esplosione della bolla dei debiti pubblici e il corrispondente aumento dell’impossibilità per gli stati di effettuare pagamenti

Al momento ci troviamo all’inizio di una gigandesca ondata di rimborsi e/o rifinanziamenti di prestiti contratti al termine del periodo pre-crisi (2005/2007) - ossia contratti durante un periodo di totale irresponsabilità finanziaria - in special modo per quelle aree in cui il profitto è collassato in seguito alla crisi, o il valore attribuito dalle controparti risulta vieppiù immaginario.

Detto in parole semplici, è tempo di “pagare il conto” per tutti coloro (LBO’s 31, investitori nell’immobiliare commerciale, stati, città insolventi, ecc.) i quali avevano creduto di poter consumare un “pasto gratis” negli anni 2005/2007.

Il perdurare della crisi economica crea il peggior scenario possibile per qualsiasi rimborso o rifinanziamento:

  • Da un lato, la crisi ha provocato un crollo dei margini di profitto medio per quasi tutte le attività economiche (quelle che hanno evitato la bancarotta), con un margine fluttuante tra il 2 e il 5%, contro il 10% e più prospettato per la maggior parte delle transazioni finanziarie avviate nel periodo 2005-2007
  • Dall’altro, come sempre avviene in tempi di crisi, la competizione per l’accesso ai finanziamenti si è trasformata in una lotta serrata per l’ultimo boccone che vede coinvolti proprietari immobiliari e finanzieri (classici), così come i governi, sia centrali che locali, e le stesse banche.
Come anticipato da LEAP/E2020 più di due anni or sono, con la scomparsa di circa 30 trilioni di “beni fantasma” nel 2010 si assisterà all’inizio di un “ballo dei dannati” in cui, nel tentativo di risanare i propri debiti, ogni proprietario di immobili, attività economica, autorità, istituzione finanziaria e paese sarà alla disperata ricerca di risorse o profitti di cui non dispone più (per la perdita di impiego, crollo dei profitti, caduta delle entrate fiscali o costi maggiorati a causa della crisi stessa) o tenterà di rinegoziare le proprie scadenze e ottenere nuovi crediti in un periodo di limitata offerta a fronte di una grande domanda.

Uno degli esempi più eclatanti di tale situazione è, senza alcun dubbio, l’effetto esclusione causato dalle enormi necessità di finanziamento pubblico degli USA: in ambito interno, attività economiche e proprietari immobiliari sono marginalizzati a fronte di un crescente bisogno di credito da parte dello stato; in ambito internazionale, gli stati in condizioni finanziarie più fragili saranno esclusi dall’accesso al credito, oppure obbligati a pagare pesanti costi aggiuntivi, mentre sono incapaci anche solo di pensare di chiedere aiuto.

A tale riguardo, nel 2010 si assisterà a un sorprendente rafforzamento del concetto di debito sovrano a rischio: dopo aver fatto la sua comparsa in Islanda nel 2008, si è esteso a Lettonia, Irlanda, California e Dubai nel 2009, e ora la Grecia. Portogallo e Spagna ne usciranno con facilità in quanto l’Eurozona sta attualmente testando con la Grecia un proprio metodo di sostegno ai paesi con difficoltà creditizie e questi due paesi rappresentano un rischio previsto e gestibile per Eurolandia.

Successivamente l’onda colpirà il Giappone, il Regno Unito e gli USA: i tre rischi che il sistema rifiuta di riconoscere e per i quali non esiste davvero soluzione possibile, in quanto coinvolge il pilastro portante del sistema e i suoi due sostegni.


Gran Bretagna

A causa delle prossime elezioni di Maggio, il Regno Unito attualmente viene ignorato dalla stampa internazionale che utilizza la Grecia come diversivo.

Tuttavia, come dichiarato in precedenza, la situazione finanziaria del Regno Unito continua a deteriorarsi.

Per ragioni principalmente elettorali, la bozza di bilancio così come le decisioni della Banca d’Inghilterra mirano a dissimulare temporaneamente i problemi crescenti: da parte del governo, si ha una bozza di bilancio in totale contrasto con la necessità di ridurre in modo sostanzioso le spese per un periodo di durata non inferiore ai 5 anni, ma con ogni probabilità per un’intera decade; da parte della banca centrale, vi è l’annuncio di una sospensione del “quantitative easing”, in altre parole di “monetizzazione”, ben sapendo che nessuno, a parte la Banca d’Inghilterra è disposto ad acquistare Gilts (buoni del tesoro britannici).

Situazione, tuttavia, sostenuta da una campagna mediatica che dipinge un’Eurozona in affanno e permette all’elettore medio di illudersi che la lungimiranza dei leader del Regno abbia consentito al popolo di evitare gli scogli sui quali s’infrangono i paesi continentali (nascondendo, per esempio, il fatto che il sistema bancario britannico non rientra più tra i più sicuri del mondo per Standard & Poor).

Per la politica britannica, è un trucco per vincere le elezioni; nel mondo reale è la garanzia di una crisi di grande portata, immediatamente successiva alle elezioni, durante la fase di “ritorno alla realtà”. Dal canto nostro, ci chiediamo se il governo britannico sarà in grado di sostenere questa farsa fino alle elezioni.

Rammentiamo l’incapacità dimostrata dal partito repubblicano nell’impedire alla crisi di Wall Street di esplodere prima delle ultime elezioni presidenziali.


Stati Uniti

Negli Stati Uniti, dove nell’anno elettorale si può assistere a tutto e al suo contrario, si nota una crescente scollatura tra le dichiarazioni (e le statistiche) e la realtà.

Prendendo come unico indicatore l’acquisto di buoni del tesoro, abbiamo da un lato il governo federale e la Fed pronti a dichiarare che “vanno via come il pane”, mentre il bisogno di ulteriori vendite cresce di pari passo con l’esplosione del debito pubblico.

Dall’altro, il principale acquirente di buoni del tesoro USA di questi ultimi anni (la Cina) ha bloccato gli acquisti e si è posta l’obiettivo dichiarato di ridurre le quantità già in suo possesso.

Ben sapendo che i proprietari immobiliari americani non dispongono di risparmi e che deficit di ogni sorta gravano sui principali paesi del pianeta - che sono pertanto impossibilitati a rimpiazzare gli acquisti cinesi - rimangono solo due possibili soluzioni:

  • Tim Geithner moltiplica le vendite di buoni del tesoro come Gesù moltiplicava i pani e i pesci.

  • Ben Bernanke, e la Fed, dice la prima cosa che gli frulla in testa, quindi acquista la montagna di buoni del tesoro attraverso i canali principali e altri partner finanziari utilizzando una varietà di vie nascoste (e offshore) come le Isole Cayman, le Isole della Manica, Hong Kong, ecc.

Il LEAP/E2020 punta sulla seconda opzione.

Per tale ragione ci aspettiamo un aumento delle tensioni tra Washington e Pechino nei prossimi mesi: di fatto, era ciò che gli USA si erano impegnati a non fare con i cinesi, molto preoccupati per il crescente rischio di perdita di valore dei loro investimenti in dollari.

Sommandovi la vendita di armi a Taiwan, l’incontro con il Dalai Lama, le scaramucce commerciali e l’Iran, riteniamo che la seconda metà del 2010 sarà favorevole per l’avvio di una resa dei conti tra Washington e Pechino, con un conseguente aggravamento della crisi.


Giappone

Per quanto concerne il Giappone, la loro situazione geopolitica verrà confermata dal corso degli eventi: il crescente avvicinamento di Tokyo a Pechino condurrà a un rapido indebolimento del dollaro e dei titoli in dollari, per il ruolo chiave delle riserve in dollari del Giappone.

Le aree di disaccordo con Washington sono in aumento: oltre al problema delle basi militari americane in Giappone, la discussione sui trattati segreti che hanno legato il Giappone agli Stati Uniti durante la guerra fredda sta attualmente uscendo alla luce.

Nell’arena commerciale, Tokyo accusa Washington di usare i problemi della Toyota per gettare dubbi sulla qualità di tutti i prodotti giapponesi. Ma al di là delle relazioni nippo-americane, il Giappone sta per affrontare un periodo molto difficile dal punto di vista economico-finanziario, in quanto è simultaneamente preda di problemi e grossi dubbi sul proprio modello economico degli ultimi vent’anni e al tempo stesso deve affrontare le gravi questioni riguardanti il finanziamento del proprio enorme debito pubblico: persino Tokyo dovrà combattere per finanziare il proprio deficit - un problema totalmente inedito per il Giappone.

Riassumendo: USA, Eurozona, Regno Unito e Cina vedranno ridursi a zero i loro sogni di crescita a partire dalla seconda metà del 2010.




2. L’impatto fatale del sistema bancario occidentale tra il numero crescente di mancati pagamenti e il muro del debito in maturazione

Abbiamo appena esaminato il problema riguardante gli stati, ma quanto detto è altrettanto vero per le banche, le quali quest’anno dovranno affrontare un vero “muro di debiti” verso il quale stanno viaggiando a tutta velocità.

O, per utilizzare un’analogia più precisa, è il muro di debiti che si muove verso di loro a mo’ di tsunami.

Così come la crescente forza esplosiva dei mutui subprime all’interno del sistema finanziario statunitense era prevedibile dall’inizio del 2006 (cfr. GEAB n. 2), la forza dello tsunami di debiti che sta per abbattersi sulle banche può essere totalmente anticipata: se si è a conoscenza dell’ammontare dovuto, e del fatto che i debitori non sono - o non sono più - solventi, non c’è davvero bisogno d’essere degli indovini per conoscere il futuro.

Negli Stati Uniti, così come in Europa, il settore immobiliare commerciale giocherà ovviamente un importante ruolo nelle ulteriori perdite delle banche.

Negli USA, in media, ha perso il 43% del suo valore comparato alle vette raggiunte nel 2007/2008.

Basti valutare che l’importo totale dei mutui per gli immobili commerciali dichiarato nell’ottobre 2008, nel momento in cui esplose la crisi di Wall Street, ammontava a 3,5 trilioni di dollari, mentre i mutui subprime (il cui collasso era iniziato 18 mesi prima) ammontavano appena 1,5 trilioni di dollari.

Al momento, stiamo entrando in un periodo analogo, preceduto da 18 mesi di continuo calo dei prezzi degli immobili commerciali statunitensi, anche se la concentrazione “principale” di rifinanziamenti è prevista per il 2011/2013.

Le condizioni economiche estremamente difficili che il mercato statunitense attraversa attualmente amplificheranno gli effetti di questa “bomba a orologeria”: la crisi fa ticchettare più velocemente il timer, e numerose banche di medie dimensioni avranno modo di rendersene conto entro la fine di quest’anno.

In Europa, i principali mercati immobiliari commerciali assistono a uno sviluppo simile, consapevoli del fatto che il numero di proprietà invendute è costantemente aumentato a causa dei progetti immobiliari avviati prima dello scoppio della crisi.

Come analizzato nei numeri GEAB recenti, i portfolio delle banche europee in questo settore saranno fondamentalmente invendibili per molti anni a venire, a meno che i prezzi non vengano ridotti di più della metà.

Nel 2010, probabilmente, vi sarà la possibilità di realizzare i primi ottimi affari, in quanto le banche dovranno abbassare le pretese.

Negli USA, in particolare, le proprietà immobiliari continueranno a deprimere i risultati bancari, come già hanno fatto negli ultimi tre anni, ma con un’accelerazione dovuta, da un lato, al fatto che l’immenso portfolio fantasma di proprietà immobiliari delle banche statunitensi non potrà rimanere ancora occulto poiché queste proprietà, sovente mal costruite, si stanno deteriorando rapidamente.

Dall’altro lato, poiché con l’aumentare della disoccupazione - in special modo quella a lungo termine - milioni di mutuatari precedentemente considerati “affidabili” stanno precipitando verso l’insolvenza o persino verso una dismissione delle proprie case (poiché quasi un terzo degli immobili acquistati grazie a un mutuo ha un valore inferiore al prezzo d’acquisto, un numero crescente di proprietari restituisce le chiavi alla propria banca e si trasferisce in immobili in affitto).

Allo stesso tempo, il default dei pagamenti per il credito al consumo è in costante crescita, in un momento in cui le regole bancarie volute dai leader politici e dall’opinione pubblica mirano a ridurre i profitti degli istituti di credito.

Quest’ultimo fenomeno coinvolge Europa, Giappone e la maggioranza delle grandi banche internazionali.

Se da un lato ci si deve attendere il fallimento di 500 ulteriori banche statunitensi nei prossimi diciotto mesi (di dimensioni maggiori rispetto alle 140 banche scomparse nel 2009), è plausibile che le politiche di “ritiro” delle misure d’emergenza della Fed e del Tesoro US non solleveranno un’ulteriore ondata di fallimenti tra i grandi nomi di Wall Street.

E’ nostra opinione che l’impossibilità per la Fed e per il Tesoro di prefigurare le conseguenze di questo processo di ritiro delle misure d’emergenza, unito alla sottostima della natura sistemica della crisi (vale a dire, dell’attuale debolezza strutturale del sistema finanziario ed economico mondiale) e la totale impopolarità di qualsiasi ulteriore aiuto per Wall Street (specialmente in un anno di elezioni), sta creando, una volta ancora, una situazione in cui è probabile la bancarotta di grandi banche.



3. L'inevitabile salita dei tassi di interesse

Quanto costerà prendere in prestito questo denaro per il quale la competizione si è intensificata?

Negli ultimi 18 mesi, i banchieri centrali hanno risposto"la crisi è un problema di liquidità, quindi questo denaro non deve costare, e comunque non costa, nulla". ...e tutto continuerà come prima.

Comunque, negli ultimi mesi, la ripresa non è avvenuta, le banche continuano a trattenersi dal prestare, la disoccupaizone contrinua a salire, .... nonostante un flusso in entrata di liquidità a costo zero che il mondo non ha mai visto nella storia.

Gli stati hanno iniziato a mancare i pagamenti dovuti, il gettito fiscale crolla, le politiche di austerità iniziano ad apparire dovunque, e un insieme di banche centrali iniziano a preoccuparsi dell'inflezione... e iniziano a rialzare i loro tassi di interesse, come in Australia o Norvegia, o, nel caso svedese, annunciando un aumento nell'estate 2010,,, o usano una varietà di strumenti diversi, come Pechino.

Comunque, la Fed, come le banche centrali inglese, giapponese ed europea, continua a far credere alle persone che c'e' ancora molta strada prima di volere o essere in grado di rialzare i tassi.

Ma ha veramente scelta?

LEAP/E2020 ha scritto due anni fa che la Fed ha perso il controllo dei tassi di interesse. Siamo ancora della stessa opinione e vorremmo aggiungere che la Fed dovrà soffrire l'impatto di due sviluppi tra ora e la metà del 2010:

  • cosa decidono di fare le banche cinesi ed europee
  • confrontarsi con il problema della solvibilità domestica USA ed internazionale

Se Pechino, per evitare una esplosione inflattiva della bolla speculativa creata dalla sua politica di denaro a basso costo in questi ultimi 18 mesi è obbligata a continuare la stretta monetaria (che il nostro team pensa che accadrà), tutte le economie asiatiche, giappone incluso, saranno obbligate a seguire rapidamente, e diventeranno le destinazioni preferite della liquidità mondiale.

L'eurozona, che non accetterà questa riduzione "forzata" del costo del denaro, seguirà i passi asiatici.

La sola soluzione per gli USA per evitare di trovarsi in bancarotta internazionale nel momento in cui deve continuare ad attrarre capitali per finanziare tutti i suoi defici, sarù continuare il gioco anche se contro la sua volontà (accelerando la monetizzazione - benchè negandolo). Dunque scoprirà brutalmente di non avere più l'abilità di controllare lo sviluppo mondiale.

In un ambiente economico caratterizzato da un ampio numero di aziende mantenute in gita dal credito facile, questo aumento dei tassi di interesse porterà al crollo della zombie economy, una caduta fatale di circa il 30% dell'economia mondiale.


SI conclude qui la seconda parte del GEAB 42. La parte precedente si trova qui: GEAB 42 - intensificazione della crisi nella seconda metà del 2010 - parte I .


Saluti felici

Felice Capretta

giovedì 18 febbraio 2010

GEAB 42 - intensificazione della crisi nella seconda metà del 2010 - parte I


E' disponibile il GEAB 42.

I primi traduttori del report completo sono già all'opera mentre scriviamo.

Qui di seguito la parte gratuita con una piccola aggiunta.

La parola al GEAB (se non sapete di cosa stiamo parlando, potete cliccare qui)

GEAB 42 - Seconda metà del 2010: improvvisa intensificazione della crisi sistemica globale - rafforzamento di 5 trend negativi fondamentali

LEAP/E2020 ritiene che l'effetto dei miliardi spesi degli Stati per «contrastare la crisi» sarà un fallimento totale.

Tali somme hanno avuto l'effetto di rallentare l'evoluzione della crisi sistemica globale per diversi mesi, ma, come anticipato nelle precedenti relazioni GEAB, questa strategia sarà solamente servita alla fine a trascinare gli Stati in crisi causata dalle istituzioni finanziarie.

Pertanto il nostro gruppo anticipa, in questo numero 42 del GEAB, un improvviso intensificarsi della crisi nella seconda metà del 2010, causata da un doppio effetto di un ritorno di eventi che sono stati temporaneamente «congelati» nella seconda metà del 2009 e l'impossibilità di mantenere i rimedi palliativi degli anni passati.

Infatti, nel febbraio del 2010, un anno dopo le nostre affermazioni secondo le quali la fine del 2009 avrebbe segnato l'inizio della fase di dissezione geopolitica globale, chiunque può vedere che questo processo è ben consolidato: stati sull'orlo del fallimento, implacabile aumento della disoccupazione, milioni di persone che stanno arrivando al termine dei loro sussidi di sicurezza sociale, diminuzione dei salari e degli stipendi, limitazione dei servizi pubblici e disintegrazione del sistema di governo globale (fallimento del vertice di Copenaghen, il crescente scontro Cina/Usa, il ritorno del rischio di un conflitto Iran / Israele / USA, le guerre in tutto il mondo ...).

Tuttavia, siamo solo all'inizio di questa fase per la quale LEAP/E2020 fornirà una probabile scansione temporale nel prossimo GEAB:

  • l'esplosione della bolla dei disavanzi pubblici e un corrispondente aumento delle inadempienze dello Stato
  • l'impatto fatale del sistema bancario occidentale con i crescenti default sul debito e la muraglia del debito che giunge a scadenza
  • inevitabile l'aumento dei tassi di interesse
  • l'aumento delle questioni che alimentano le tensioni internazionali
  • una insicurezza sociale crescente

In questo numero del GEAB, il nostro team si concentra sulle prime tre tendenze di questi sviluppi, tra cui una anticipazione sulla posizione della Russia nei confronti della crisi, così come, naturalmente, i nostri suggerimenti mensili.

In questa introduzione, abbiamo scelto di analizzare il « caso greco», da un lato perché sembra indicativo di quello che il 2010 ha in serbo per noi, e dall'altro perché è un esempio perfetto del modo in cui le notizie e le informazioni sulla crisi mondiale si stiano muovendo verso « le notizie finte» tra i blocchi e gli interessi che sono sempre più in conflitto.

Chiaramente è un must imparare come decifrare le notizie e le informazioni a livello mondiale nei mesi e negli anni a venire, che saranno sempre più soggetti ad una crescente attività di manipolazione.

Allo stesso modo in cui i quartier generali degli eserciti sconfitti disseminano comunicati che descrivono le loro sconfitte come “ripiegamento su posizioni predeterminate”, o annunciano piccoli successi tattici per nascondere fallimenti di carattere strategico, i governi, gli esperti e le istituzioni finanziarie alimentano i media compiacenti con notizie ed informazioni di uno stile analogo su come stanno “combattendo la crisi”.

Non sono catastrofici i risultati finanziari del 2009 per le aziende?

Solo questo è la scoperta dell’acqua calda! Come tutti possono leggere, sentire o vedere ogni giorno, i giornalisti o gli esperti pongono l’enfasi sul fatto che sarebbe poteta andare peggio (che è chiaramente un modo per essere sempre soddisfatti facilmente) e/o che nelle ultime settimane sono stati visti segnali promettenti.

Inoltre, i media hanno riposto la loro fede in informazioni ancora più sospette: i capi delle azione coinvolte sono stati certamente incapaci di dare un qualsivoglia tipo di previsione per il 2010, ma hanno la “sensazione” che le cose miglioreranno (il responsabile sa/sente che il successo è a portata di mano, ma non ha nessuna prova a supporto).





Un dollaro su 3 è preso in prestito per pagare solo gli interessi sul debito pubblico USA – Fonte: Wegelin Bank / IMF, 01/2010


Per quanto riguarda gli Stati, la stessa propaganda ha monopolizzato tutti i pronunciamenti ufficiali.

Di conseguenza, nell’esatto momento in cui autorizza un aumento storico del tetto del debito americano (un aumento da 1900 mld di USD a 14300 mld di USD), Barack Obama afferma la sua ferma intezione di ridurre la dipendenza americana dal debito.


E la medesima storia in Francia, dove Nicolas Sarkozy “prevede” una caduta nella disoccupazione francese, mentre i sindacati e le altre parti sociali cercano di trovare un modo per gestire il milione di francesi che cessaranno di ricevere sussidi sociali nel 2010 a causa della mancanza di posti di lavoro.

Il Regno Unito non è troppo lontano, perchè con le prossime elezioni generali di Maggio, ha prodotto un bugdget del 2010 che non si confronta con la questione chiave del problema del suo debito “in stile greco”, mentre i media britannici si concentrano sui problemi dell’Euro a causa del debito greco. Nel frattempo, nel mondo reale, il Pound è riuscito a perdere valore contro l’Euro la scorsa settimana!

Terminiamo ora questa veloce panoramica di questo tipo di comunicazioni di guerra sulle questioni economiche e finanziarie con la Cina, che, con il supporto del coro dei media internazioniali, ci colpisce con straordinari dati di crescita nel 2009, mentre in realtà Pechino sta disperatamente cercando di controllare una enorme bolla di credito che ha creato per nutrire, in modo improduttivo, una economia cinese che produca ma non puo’ vendere.

Questa tendenza nel manipolare informazioni economiche e finanziarie, che è sempre esistita, ha subito una accelerazione rapida nel contesto della dissezione geopolitica globale che la crisi ha causato: il 2010 e gli anni successivi saranno caratterizzati di scontri sempre più violenti tra attori economici e/o i loro deficit. Non bisogna dimenticare che il deficit di bilancio dell’Eurozona ha rappresentato “solo” il 6.7% del PIL e il debito l’88% del Prodotto Nazionale Lordo, mentre i dati comparativi per gli USA sono il 10.7% e il 92% rispettivamente.

Gli americani non hanno risparmiato quasi niente nell’ultimo decennio.
Non è difficile vedere chi ha problemi nel finanziare il suo debito.



Variazione della percentuale del nuovo debito pubblico acquistato dalla Cina, nuovi prestiti del governo americano, percentuale delle riserve esistenti di titoli di debito USA di proprietà cinese (2002-2009) Fonte: Tesoro USA, Haver Analytics, New York Times




Le cinque caratteristiche che compongono il « caso greco»

Diamo uno sguardo al « caso greco» che ha interessato i media e gli esperti per diverse settimane ormai.

Prima di entrare nel dettaglio di ciò che sta accadendo, ci sono cinque i punti chiave della nostra anticipazione sul tema:

• 1. Come abbiamo affermato nel nostro anticipazioni per il 2010, che è apparso nel numero GEAB scorso (GEAB N ° 41, il problema greca sarebbe scomparso dal radar dei media internazionali diverse settimane fa. E’ l'albero utilizzato per nascondere sia una foresta di debiti di molto più pericolosi (per la precisione, quella di Washington e Londra) e l'inizio di un ulteriore calo dell'economia mondiale, guidata dagli Stati Uniti

• 2. Il problema greco è una questione interna per la zona euro e l'UE, e la situazione attuale prevede, infine, un'occasione unica per i leader della zona euro di richiedere alla Grecia (un caso di «fallito allargamento» dal 1982) di lasciare la sua politica e sistema economico feudale alle spalle. Gli altri paesi della zona euro, guidata dalla Germania, faranno il necessario per mantenere i leader greci nel loro paese nel XXI secolo in cambio del loro aiuto, allo stesso tempo avvalendosi del fatto che la Grecia rappresenta solo il 2,5% del PIL della zona euro per testare i meccanismi di stabilizzazione che la zona euro ha bisogno in tempi di crisi.

• 3. I leader Anglosassoni e i media stanno utilizzando la situazione attuale (come l'anno scorso con i cosiddetti tsunami bancari provenienti dall'Europa dell'Est, che stavano portando la zona euro a farla franca) per nascondere la progressione catastrofica delle loro economie e del debito pubblico e nel tentativo di indebolire l'attrattiva della zona euro in un momento in cui gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno crescenti difficoltà ad attirare i capitali di cui hanno un disperato bisogno. Allo stesso tempo, Washington e Londra (che, dal momento dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona sono completamente escluse da ogni sistema di gestione dell'Euro) sarebbero felici di vedere il FMI, che controllano completamente, portarli nella gestione della zona euro.

• 4. I leader della zona euro sono molto felice di vedere la caduta di Euro a 1,35 contro il dollaro. Essi sanno bene che non durerà, perché il problema attuale è la diminuzione del valore del dollaro (e la sterlina), ma apprezzano questo «odore di ossigeno» per la loro esportazioni.

• 5. Gli speculatori (hedge funds e altri) e le banche pesantemente coinvolte con la Grecia, hanno un interesse comune nel cercare di ottenere il sostegno finanziario della zona euro rapido per la Grecia, poiché, le agenzie di rating che, involontariamente, tentano di tirare velocemente su di loro queste poiché se gli europei rifiutano di scavare nelle loro tasche (come le azioni scandalose di Paulson e Geithner su AIG e Wall Street nel 2008-2009): ci sarebbe infatti un abbassamento del rating della Grecia, si immergeranno in questo piccolo mondo in preda a gravi perdite finanziarie, se, per la le banche, i loro prestiti greci sono svalutati o se la loro scommessa contro l'Euro non funziona a tempo debito.


Ruolo di Goldman Sachs in questa tragedia greca ... e i prossimi default sovrani

Nella “tragedia greca", proprio come in ogni storia di suspense, è necessario un "cattivo ragazzo" (o, seguendo la logica di una tragedia vecchio-stile, un «deus ex machina»).

In questa fase della crisi sistemica globale, il ruolo del «cattivo ragazzo» è di solito svolto da una delle banche di grande investimento di Wall Street, in particolare dal capo della banda, Goldman Sachs.

Il «caso greco» non è diverso in quanto, infatti, la banca di investimento di New York è direttamente coinvolta nei trucchi contabili che hanno consentito alla Grecia di qualificarsi per l'ingresso nell'Euro, mentre il suo deficit di bilancio effettivo lo avrebbe proibito.

In realtà è Goldman Sachs che, nel 2002, ha creato uno dei suoi brillanti schemi finanziari e di cui detiene il segreto e che, quasi sistematicamente, riemerge alcuni anni più tardi, per far saltare il cliente.

Ma che importa, dal momento che i profitti di GS (Goldman Sachs), sono stati i beneficiari!

Nel caso di greco, i propositi della banca di investimento erano molto semplici: raccogliere un prestito che non comparisse nel bilancio (un contratto di swap ), che consentisse una riduzione fittizia delle dimensioni del deficit pubblico greco.

Il leader greco al tempo era, naturalmente, al 100% responsabile e sarebbe dovuto essere sottoposto, secondo il parere LEAP/E2020, a processo legale e politico greco ed europeo, per aver truffato l'Unione europea e i loro cittadini nel quadro di un grande evento storico, come la creazione del moneta unica europea.
Ma, diciamolo chiaramente, la responsabilità della banca d'investimento di New York (come complice) è altrettanto grande, soprattutto quando si è consapevoli del fatto che il vicepresidente della Goldman Sachs Europa era, allora, un certo Mario Draghi, attualmente presidente della Banca centrale italiana e di un candidato per la riuscita, Jean-Claude Trichet a capo della Banca centrale europea.


Senza pregiudizio per il ruolo del Signor Draghi nella vicenda del prestito manipolato dalle statistiche della Grecia, uno dovrebbe chiedersi se non sarebbe utile mettere in discussione il suo coinvolgimento nella vicenda. In una democrazia, la stampa, come i parlamenti (in questo caso greca ed europei), si prevede assumano questo compito per se stessi.

Considerando l'importanza della GS nelle vicende del mondo finanziario in questi ultimi anni, nulla che questa banca non deve lasciare indifferenti i governi e legislatori. Si tratta di Paul Volcker, attuale capo dei promotori finanziari di Barack Obama, che è diventato uno dei critici più forti nelle attività di Goldman Sachs.

Abbiamo già avuto occasione di scrivere,che al momento della elezione del Presidente degli Stati Uniti, l'unica persona del suo entourage ad avere l'esperienza e le competenze per far passare provvedimenti duri e che, in questo momento, sa che cosa si parla.

Con questa stessa logica, sulla questione di trasparenza nelle attività finanziarie e dei bilanci dello Stato e con il mal ruolo predestinato di Goldman Sachs e delle grandi banche di investimento in generale ad esempio, LEAP/E2020 ritiene che sarebbe utile per l'Unione europea ei suoi cinquecento milioni di cittadini, di escludere ex dirigenti di queste banche di investimento da qualsiasi posto di controllo finanziario, economico e di bilancio (BCE, Commissione europea, banche centrali nazionali).

La commistione di questi rapporti può solo portare ad una maggiore confusione tra interessi pubblici e privati, e questo può essere solo a scapito degli interessi pubblici europei.

Per cominciare, la zona euro dovrebbe chiedere immediatamente al governo greco di smettere di chiamare i servizi di Goldman Sachs che, secondo il Financial Times del 01/28/2010, sta ancora utilizzando.

Se il capo della Goldman Sachs crede di essere «Dio», come lui stesso ha descritto in una recente intervista, sarebbe prudente considerare che la sua banca, e il suo sosia, può seriamente comportarsi come i diavoli, ed è quindi consigliabile trarre tutte le conseguenze.

Questo suggerimento, secondo il nostro team, è valido per tutta l'Europa, così come ogni altro continente. Ci sono «servizi privati» che si scontrano con «l'interesse pubblico»: basta chiedere ai cittadini greci e americani proprietari immobiliari le cui case sono state prese dalle banche!


Per concludere, il nostro gruppo propone un gioco per convincere coloro che si chiedono dove comparirà la prossima crisi del debito sovrano: basta guardare gli Stati che hanno chiamato servizi di Goldman Sachs in questi ultimi anni e si avranno conseguenze gravi!


Si conclude qui questa prima parte di introduzione gratuita (ma non completamente - c'e' una parte aggiuntiva che gli affezionati avranno riconosciuto..) e vi diamo appuntamento ai prossimi post per le parti successive.

Aggiornamento: parte seconda qui: tre tendenze fondamentali che aggraveranno la crisi nel 2010

Saluti felici

Felice Capretta

mercoledì 17 febbraio 2010

La grande fuga dal debito pubblico USA

La grande fuga dal debito pubblico USA

Ci racconta oggi City, giornale distribuito gratuitamente a decine di migliaia di pendolari ogni mattina, che solo un italiano su quattro sa cambiare una ruota.

Si tratta solitamente di 5 bulloni, un martinetto a vite e uno svitabulloni. Per il resto, si tratta di un buco e di un cerchio intorno, un po’ come le famose caramelle alla menta di una volta.

Oppure, i più giovani ricorderanno la ciambella di Homer.

Molto interessante, ancorchè drammatico.

Già.

Forse sarebbe stato opportuno dare un pochino di spazio ad una interessante news, ancora una volta in campo economico, di cui ci da’ notizia wallstreetitalia.

Risulta infatti che Washington non sa più a chi rifilare i suoi titoli di debito.

Se non sapete cos’e’ un titolo di debito, eufemisticamente definito “buono del tesoro”, vi rimandiamo alla prima parte di questo nostro post sul meccanismo dei titoli di debito.



Una questione di tasso

Chiamiamo di nuovo in causa il nostro amico Oreste Lavolpe, attento investitore, che ci aiuta nel districarci nella foresta del mondo della finanza.

Oreste Lavolpe, avendo compreso ormai con chiarezza il meccanismo del debito pubblico, sa esattamente come vanno le cose.

Tuttavia, ha da parte i suoi 100 euro di risparmi e da qualche parte li vuole investire.

Oreste è anche un individuo avverso al rischio, come tutta la famiglia Lavolpe, e preferisce un investimento sicuro.

Scarta così tutte le azioni, che sono soggette alle fluttuazioni del mercato. Scarta anche le obbligazioni, che sono titoli di debito emessi dalle aziende, perchè qualunque azienda è a rischio fallimento, un giorno o l’altro.

Scarta naturalmente tutto cio’ che è speculativo, come i derivati e altre strane porcherie come i CDS (se non sapete cosa sono i cds, credit default swap, andate qui).

Non resta molto.

Restano i titoli del debito pubblico, altrimenti detti Buoni del Tesoro, o BOT per farla breve.

Già, ma di quale stato...? Italia, Germania, USA, Argentina, Zimbabwe?


Il rischio e il rendimento

Ora dovrebbe essere chiaro che in genere gli individui sono avversi al rischio.

Tra avere 100 oggi e avere 100 domani, meglio avere 100 oggi, che domani non si sa.

Prendiamo Oreste Lavolpe.

Ha 100 euro di risparmi da investire per un anno.

Se decidesse di lasciare quei soldi sotto la mattonella, sa che mettendoci 100 euro oggi avrebbe sempre 100 euro dopo un anno (salvo inflazione, ma questo è un altro discorso per il quale vi rimandiamo a questo post).

La mattonella è un investimento sicurissimo, quasi privo di rischio (salvo ladri cercatori di mattonelle, incendi e cadute di meteoriti).

Come tale, è anche privo anche di rendimento.

Ribadiamo infatti che gli individui sono avversi al rischio.

Al massimo, se vogliono sobbarcarsi un rischio, vogliono essere pagati lautamente.

Questo vale anche per i titoli.

Prendiamo un titolo molto rischioso, come – che so – un’obbligazione sul debito Caniestracci Oil, che servirà a finanziare estrazioni petrolifere nelle famose riserve di idrocarburi della Valtaleggio (BG).

Naturalmente un individuo accorto come Oreste Lavolpe sa che si tratta di un titolo ad alto rischio e si aspetta che, dando 100 euro oggi in cambio del titolo, a scadenza dovrà avere sempre 100 euro più – come minimo – altri 30 euro a titolo di interesse.

Tasso di interesse, o rendimento, 30%.
Non male, come premio per il rischo!

I mercati (in un mondo perfetto) o chi emette il titolo generalmente sono in grado di fissare il prezzo “giusto” per il rischio di un titolo.

Un titolo di stato italiano, per esempio, renderà molto poco. L’1%, forse il 2%, non di più. Per quanto italiano, è pur sempre un titolo di stato, e il rischio che corre uno stato è quello di fare default, come è successo all’Argentina nel 2001. Ed è un rischio apparentemente molto remoto.

Supponiamo che il titolo di debito italiano abbia un rendimento dell’1%.
100 euro oggi in cambio di 100 + 1 = 101 euro tra un anno.

Un titolo di stato dello Zimbabwe, con il dovuto rispetto per lo Zimbabwe, è considerato più rischioso di un titolo di stato italiano. Ma supponiamo che lo Zimbabwe emetta titoli di stato all’1%, come Roma. 100 euro oggi in cambio di 100 + 1 = 101 euro tra un anno.

Cosa farà Oreste Lavolpe?

Investirà i suoi 100 in titoli di stato italiani o in titoli dello Zimbabwe?

Facile.

Oreste, investitore accorto e avverso al rischio, investirà in titoli italiani.


Un disperato bisogno di soldi

Disperazione nello Zimbabwe: nessuno vuole comprare i titoli del debito pubblico!

Non ci sono soldi per pagare i muratori che costruiscono gli ospedali pubblici, le scuole, l’esercito, e così via.

Cosa farà allora il ministro dell’economia dello Zimbabwe?

Offrirà titoli di stato con un rendimento più elevato, diciamo il 10%. 100 euro oggi in cambio di 100 + 10 = 110 euro a scadenza.

Per Oreste la scelta è ora difficile: meglio investire 100 euro oggi e ottenere 101 tra un anno con un certo margine di sicurezza, o ottenere 110 tra un anno con un certo margine di insicurezza?

Dipende da quanto Oreste si sente di rischiare.


Il tasso di interesse sul debito pubblico

Al di là del concetto di rischio e preferenze connesse, che restano una scelta individuale, questo meccanismo è particolarmente significativo se visto dalla parte degli stati.

E’ infatti evidente che uno stato “solido” si puo’ permettere di emettere titoli di debito ad un tasso di interesse contenuto, mentre uno stato “traballante” e a rischio è costretto ad alzare il tasso di interesse per attirare investitori.

Se offre i titoli di debito ad un tasso troppo basso rischia, come lo Zimbabwe, di trovarsi il magazzino pieno di titoli di debito che nessuno vuole comprare.

Ma, come abbiamo visto nel post sul debito pubblico, se lo stato non vende i suoi titoli di debito resta a secco e non puo’ più pagare i suoi creditori.

Default, o contadini con il forcone in strada e in parlamento.



Il cappio si stringe

Ora sappiamo che uno stato indebitato e pericolante e bisognoso di quattrini deve vendere quei titoli di debito altamente rischiosi, altrimenti è finita.

E per farlo deve alzare il rendimento dei titoli di stato: diciamo al 10%.

Ma alla fine del periodo, un anno dopo, deve pagare 110 per ogni 100 che ha ottenuto.

Il che – naturalmente – si traduce in un peggioramento delle sue condizioni economiche ed una maggiore dipendenza dal debito.

E se rialza i tassi, per un meccanismo che non approfondiamo ora, strangola la sua economia, cosa che negli USA oggi potrebbe essere letale.

Potrà uscirne facendo default come ha fatto Buenos Ayres, o svalutando pesantemente, come la Germania del Reich. Anche questa è un’altra storia.


USA, 2010 AD

Negli USA stiamo assistendo a questo fenomeno proprio in questo momento.

L’apocalisse economica del 2008 è stata fermata solo con un mostruoso indebitamento dello stato, che ha distribuito denaro a pioggia alle banche.

Il costo è stato una enorme voragine nera di debito pubblico che è stato finanziato con una enorme quantità di titoli di debito pubblico.

Cina e Giappone sono gli stati che – storicamente – hanno acquistato massicce quantità di titoli di debito USA. Come Oreste Lavolpe, sono avversi al rischio e finora hanno piazzato i loro risparmi nel posto più sicuro possibile: nel debito dello stato della prima economia mondiale.

Come sappiamo dalle notizie riportate su IS nei mesi passati, è ormai noto che Pechino soprattutto sta avendo forti dubbi sulla capacità di Washington di ripagare il debito.

In pratica, Pechino ha iniziato a chiedersi se le finanze di Washington non diventate troppo simili a quelle dello Zimbabwe.

Il dubbio è legittimo, visto lo spropositato aumento del debito pubblico per salvare Wall Street.

Come Oreste, si chiedono se gli conviene rischiare o investire altrove.

Ecco gli effetti...


2009, Giappone supera Cina in debito USA

Infine, ecco la notizia da Wallstreetitalia :

Il calo record della domanda internazionale di buoni del Tesoro americani è un nuovo segnale preoccupante per le finanze pubbliche di Washington.

Se la quota di Treasury bonds nei portafogli degli investitori esteri continueranno a calare, gli Stati Uniti potrebbero essere costretti a pagare tassi di interesse più alti, proprio in un momento in cui devono fare i conti con deficit mai visti prima nella loro storia.

Il dipartimento del Tesoro ha detto oggi che gli investimenti stranieri in debito americano sono scesi di 53 miliardi di dollari in dicembre, sorpassando il precedente record di 44,5 miliardi, registrato nell'aprile 2009.

La sola Cina ha diminuito il valore dei Treasuries detenuti di 34,2 miliardi di dollari e in questo modo il Giappone, che ha ridotto comunque i suoi investimenti in asset a stelle e strisce di 11,5 miliardi di dollari, è tornato così al primo posto tra i paesi investitori in debito americano, con un totale di 768,8 miliardi di dollari, contro i 755,4 miliardi della Cina.

Pechino ha recentemente espresso preoccupazioni sull'affidabilità dei suoi asset denominati in dollari, alla luce dell'enorme deficit nei conti pubblici di Washington.

Lo scorso giugno il segretario al Tesoro Timothy Geithner si è recato a Pechino e ha rassicurato il governo cinese dicendo che gli investimenti in Treasury sono "molto sicuri" (notevole argomentazione, NDFC).

Ma i media di stato cinesi esprimono una crescente opposizione alla politica di acquistare massiccio debito americano in un momento in cui l'amministrazione Obama presenta deficit record.

L'1 febbraio il governo americano ha comunicato che il deficit del bilancio pubblico quest'anno toccherà il record di 1.560 miliardi di dollari, ben oltre quello di 1.400 fissato l'anno scorso.

Si conclude qui la notizia...che forse, con una piccola introduzione come la nostra, poteva valere la pena di essere resa comprensibile - anche su City.

Saluti felici

Felice Capretta

ps: sono rimasti pochi posti disponibili per traduttori dall'inglese che vogliono collaborare alla traduzione del GEAB appena uscito. Citofonare Capretta con una email entro la mezzanotte di oggi a questo indirizzo: 30a8d9k6f7q8wou@jetable.org

martedì 16 febbraio 2010

E' molto difficile fare un attentato in Italia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

"E' molto difficile fare un attentato in Italia"

Bin Laden ha dichiarato: "E' molto difficile fare un attentato in Italia".

In realtà alcuni documenti del SISDE rivelati recentemente, affermano che Bin Laden ci abbia provato.

Tempo fa diede ordine di organizzare un attentato aereo in Italia. Due terroristi, provenienti da un Paese del Medio Oriente, arrivarono a Napoli con la ferma determinazione di eseguire il "castigo di Allah per gli infedeli italiani".


Ecco com'è andata.


Domenica, ore 23.47

Arrivano all'aeroporto internazionale di Napoli, via aerea dalla Turchia; escono dall'aeroporto dopo otto ore perché gli hanno perso le valigie.
La società di gestione dell'aeroporto non si assume la responsabilità della perdita e un impiegato consiglia ai terroristi di provare a ripassare il giorno dopo: "chissà, con un pò di fortuna..."
Prendono il taxi: il taxista (abusivo) li guarda dallo specchietto retrovisore e, vedendo che sono stranieri, li passeggia per tutta la città per un'ora e mezza.

Dal momento che non proferiscono lamentela, neanche dopo che il tassametro raggiunge i 200 Euro, decide di fare il colpo gobbo: arrivato alla rotonda di Villaricca, si ferma e fa salire un complice.

Dopo averli derubati e ricoperti di mazzate li abbandonano esamini al Rione 167.


Lunedì, ore 4.30

Al risveglio, dopo la mazziata, ambedue i terroristi riescono a raggiungere l'albergo sito in zona piazza Borsa.

Decidono quindi di affittare un'auto presso la Hertz di piazza Municipio. Quindi si avviano in direzione aeroporto, ma giusto prima di arrivare a piazza Mazzini, rimangono bloccati da una manifestazione di studenti uniti alle tute bianche anti-global e ai disoccupati napoletani che non li lasciano passare.


Lunedì, ore 12.30

Arrivano finalmente in piazza Garibaldi, decidono di cambiare dei soldi per muoversi più liberamente: i loro dollari vengono cambiati in biglietti da 100 Euro.

Falsi.


Lunedì, ore 15.45

Arrivano all'aeroporto di Capodichino con la ferma intenzione di dirottare un aereo per farlo cadere sulle torri dell'Enel del centro direzionale.

I piloti Alitalia sono in sciopero perché chiedono la quadruplicazione del salario e vogliono lavorare meno ore. Stessa cosa per i controllori di volo che pretendono anche la pinza obliteratrice per tutti ("altrimenti che controllori saremmo" hanno dichiarato).

L'unico aereo disponibile che c'é in pista è uno della Maradona Air con destinazione Alghero e ha 18 ore di ritardo... gli impiegati ed ipasseggeri sono accampati nelle sale d'attesa, intonano canti popolari, gridano slogan contro il governo e i piloti!

Arrivano i celerini, cominciano a dare manganellate a destra e a manca, contro tutti, si accaniscono in particolar modo sui due arabi.


Lunedì, ore 19.05

Finalmente si calmano un pò gli animi. I due figli di Allah, coperti di sangue, si avvicinano al banco della Maradona Air per acquistare i biglietti per l'aereo con destinazione Sassari, dirottarlo e farlo schiantare contro la torre Enel.

Il responsabile della Maradona Air che gli vende i biglietti tace il fatto che il volo, in realtà, è già stato cancellato.


Lunedì, ore 22.07

A questo punto i terroristi discutono se continuare oppure no.



Lunedì, ore 23.30

Morti di fame decidono di mangiare qualcosa al ristorante dell'aeroporto: ordinano panino con la frittata e impepata di cozze.


Martedì, ore 4.35

In preda a una salmonellosi fulminante causata dalla frittata finiscono all'ospedale Cardarelli, dopo aver aspettato tutta la notte nel corridoio del pronto soccorso.

La cosa non sarebbe durata più di due giorni se nel frattempo non fosse subentrato un sospetto di colera dovuto alle cozze.

Successivamente, a causa di un banale scambio di cartelle cliniche ad uno dei terroristi viene asportato un rene sano, all'altro viene applicato un doppio pacemaker di fabbricazione cinese acquistato sul mercato nero.


Domenica, 17.20

Dopo dodici giorni escono dall'ospedale e si trovano nelle vicinanze dello stadio San Paolo.

Il Napoli ha perso in casa con il neopromosso Palermo per 3-0, con due rigori assegnati alla squadra siciliana dall'arbitro Concettino Riina da Corleone. Una banda di ultrà della "Masseria Cardone", vedendo i due scuri di carnagione, li scambiano per tifosi del Palermo e gli rifilano un'altra caterva di legnate.

Per di più il capo degli ultrà, un tale detto "Peppo o Ricchione", abusa sessualmente di loro.


Domenica, 19.45

Finalmente gli ultrà se ne vanno. I due terroristi decidono di ubriacarsi per la prima volta nella loro vita (anche se è peccato!).

In una bettola della zona portuale gli rifilano del vino adulterato con metanolo e i due rientrano al Caldarelli per l'intossicazione.

Gli viene anche riscontrata la sieropositività all'HIV (Peppo non perdona).


Martedì, 23.42

I due terroristi fuggono dall'Italia in zattera in direzione Libia, semiorbi per il metanolo ingerito e con una dozzina di infezioni a causa del virus HIV. Giurano ad Allah che non tenteranno mai più nulla contro il paese."


Saluti felici

Felice Capretta


PS: traduttori dall'inglese cercasi per il prossimo GEAB. Citofonare Capretta con una email entro la mezzanotte di domani a questo indirizzo: 30a8d9k6f7q8wou@jetable.org

domenica 14 febbraio 2010

Com'e' vivere in Via Padova? Gli scontri a Milano, all'inferno e ritorno

La notte del 13 febbraio in Via Padova, una zona semiperiferica di Milano, si è scatenata la guerriglia urbana.

Avremmo voluto parlarvi di economia, di Goldman Sachs, dei salvataggi greci e di come un popolo stia per trovarsi un padrone in più, questa volta nemmeno eletto, ma...

...oggi no.

Ci abbiamo vissuto, lì.

E vogliamo raccontarvi dall'interno com'e' vivere esattamente in quel quartiere di Milano.

Già, perchè all'inizio di questo millennio abbiamo vissuto per due anni circa proprio in quella via che vedete in queste foto. In quel ristorante dietro la folla con scritto nella prima vetrina a sinistra "pollos alla" (finisce con "brasa", ma non si legge) ci abbiamo scoperto le papas alla huancaina.

Buone.





Di fianco ci sono dei cinesi, poi un phone center di egiziani e un negozio di specialità sudamericane.

Parcheggiavamo la nostra auto proprio lì, metà sul marciapiede e metà no, sperando di ritrovarla la mattina dopo, preferibilmente intera.

Già, perchè prima bisognava trovare parcheggio la sera.


Primo: parcheggiare l'auto (e ritrovarla intera)

Infatti, periodicamente l'amministrazione locale metteva righe ed eliminava parcheggi, per poi mandare gli ausiliari della sosta. Questi finivano con il fare le multe a quei disperati che, dopo aver perso più tempo a girare per trovare parcheggio che a tornare dall'ufficio, si rassegnavano a mettere la macchina su un fazzoletto di marciapiede.

Che poi, quando lo trovavi, dovevi tirare fuori il calendario ebraico e calcolare le effemeridi secondo il metodo assiro-babilonese per scoprire se per caso quel giorno non era uno dei due giorni alla settimana che passavano a fare il lavaggio strade, e che ti beccavi come niente settantaeuro di multa.

Infine, la lasciavi, guardandola così, sperando di ritrovarla la mattina dopo.

Già ritrovarla era un passo avanti.

Ritrovarla la mattina senza multa era una gioia per il portafogli, ma c'era sempre la possibilità di trovala con un vetro sfondato, oppure ricoperta di bottiglie di birra e con una o più pisciate sulla portiera, o nella più pulp delle ipotesi, con un sudamericano sotto che dormiva beato.

Ritrovarla sana e salva era un piccolo natale.


Il senso di insicurezza

I primi tempi portavamo fuori il cane la sera con in tasca una elegante lama sottile a serramanico da 30 cm circa.

Che non è un AK-47, ma ti lenisce quel senso di insicurezza che ti viene specialmente quando i pochi sguardi che incroci ti ricordano che, fosse per loro, ti avrebbero accoltellato il maschio, stuprato la femmina e cucinato il cane con il cumino e il sommacco. Specialità da nordafricani, sarà la familiarità con le spezie. Invece i sudamericani si limitavano ad ubriacarsi e prendere a calci il tuo cane.


Quando ti gira, ti gira

Che poi quando vivi in quelle situazioni lì ti gira il boccino facilmente.

Al piano di sotto abitavano un certo Francesco e sua moglie, una coppia di milanesi perbene, lui insegnante e mediocre pianista dilettante con la fissa per Mahler (forse, cioè non ne ho idea, pero' uno che si chiama Mahler mi suona di atmosfere psicotiche), lei psicologa in un consultorio.

I due avevano speso tutti i loro risparmi e si erano indebitati pesantemente per acquistare entrambi gli appartamenti al primo piano di questa casa e fare un unico grande appartamento.

Bello.


Il giardino e la latrina

Poi dietro nel giardino c'era anche un bellissimo ciliegio che fioriva e profumava e sembrava di essere al mare.

Per una settimana l'anno. Per il resto, il giardino interno era ormai adibito a deposito di rose per venditori bengalesi ma soprattutto a toilette per chiunque. E per chiunque intendo chiunque, anche non del palazzo.

Tanto, il portone era sempre aperto.

Una volta, mentre guardavo ormai con distacco una rissa tra un italiano e alcuni nordafricani sulla ringhiera della casa di fronte (e la persona che c'era con me telefonava al 113 sentendosi dire "non si preoccupi, se continuano ci richiami"), ne ho visto uno che faceva i suoi bisogni nel giardino.

Da quale parte del mondo arrivasse, apparteneva all'etnia dei gran maleducati.

Gli ho tirato contro la prima cosa che mi è venuta in mano.

Era una molletta per i panni - il vaso era troppo lontano.

Mancato.

Gli ho urlato una raffica di insulti abilmente vaghi:

"Che c****o fai??

Vai a fare i tuoi bisogni a casa tua!

P****o!

P****o te e il tuo dio!", giusto per essere sicuro di non sbagliare religione.

(e mi scuso con coloro che si sentissero offesi, ma queste sono le esatte parole che ho usato quel giorno. D'altra parte quando vedi uno che ti fa la cacca in giardino un po' ti sale la carogna)

Colpito, almeno nello spirito.

Ha urlato qualcosa ed è' scappato.

Comunque torniamo alla coppia.

Francesco e sua moglie avevano investito tutti i loro risparmi in quella casa e si erano pure parecchio indebitati, raggirati da un venditore che - mi auguro - sia rimasto coinvolto negli incidenti.

Si sono trovati così con un mutuo da pagare e:

  • fuori, il leoncavallo a due passi (allora era lì)
  • al piano di sotto, 10 cubani in un bilocale e 8 indiani nell'altro, naturalmente con le spese condominiali dell'acqua divise alla romana
  • al piano di sopra, 2 travestiti brasiliani con problemi di alcol e droga in un appartamento (immaginatevi che silenzio, di notte) e
  • una prostituta che esercitava in casa di giorno nell'altro appartamento (immaginatevi che silenzio, di giorno)
  • due piani più sopra, dei cingalesi venditori di rose e un molto probabile spacciatore di eroina
  • anche dopo il trasferimento del leoncavallo, una situazione da banlieue appena fuori dalla porta blindata


Risultato, Francesco e sua moglie si sono barricati in casa.

E a Francesco ha dato di volta il cervello.

Completamente, anche se sembrava normale, affabile all'apparenza.

L'unica volta che abbiamo cenato insieme, mi raccontava che la zona stava cambiando, stavano aprendo negozi, stavano per fare un grande viale pedonale con grande illuminazione, praticamente un'isola pedonale dello shopping.

Ne era convinto, Francesco.

Già.


Quando ti gira, ti gira // 2

Anche a noi era girato più volte il boccino. Ebbene si, anche a me.

Ma allora era veramente un'altra vita.
E poi in quella condizione non è facile mantenere la calma.

Forse perchè quelli di sopra davano da mangiare ai piccioni, e quelli stazionavano proprio sopra ai nostri panni stesi. Un ottimo posto per fare montagne di cacca.

Certo, anche quella volta della pioggia di polvere, pulci e scarafaggi sulla nostra testa caprina non era malaccio.

Milton, quello di sopra, aveva fatto la pulizia semestrale ed era riuscito a mettere all'angolo gli insetti di casa.

Poi li aveva storditi con la sparachiodi (come minimo) e, messi tutti in una secchio, aveva pensato bene di svuotare il secchio di sotto.

Solo che di sotto c'era la nostra testa caprina che in quel momento si affacciava per controllare se i panni erano asciutti, con un tempismo degno dei fratelli Vanzina.

Ecco, si, quella volta ci era girato il boccino non poco.


Hotel Euro1, zero stelle con sopresa

Una volta stavamo tornando dal giro con il cane, e, nell'ambitissimo parcheggio da 10 posti (di cui uno occupato da un'auto bruciata 6 mesi prima) c'era la solita auto fracassata con un pezzo di paraurti giù.

Il boccino era già girato da un pezzo e, tanto per sfogare un po' la tensione, abbiamo tirato un calcio enorme al paraurti con l'anfibio punta-di-metallo (eh si, ai tempi eravamo un po' cattivelli, ma si parla - letteralmente - di una vita fa).

Botto della madonna.

Finestre sulla piazza chiuse all'istante, riflesso condizionato tipo sparatoria nella profonda sicilia.

Nel buio, dentro l'auto, due occhi bianchi sbarrati.

Nell'auto c'era un poveraccio che dormiva.

Credo che gli batta il cuore ancora adesso se ci pensa.

Da queste colonne gli mando un abbraccio, se mai gli potrà arrivare, per quello che vale.


Prostituzione e racket

Ecco. Ah, nell'appartamento della prostituta sopra Francesco e la moglie ci siamo andati a vivere noi.

Abbiamo scoperto solo dopo che ci aveva esercitato una professionista fino a poche settimane prima.

Doveva avere un bel giro di clienti, dal momento che per altri 8 mesi c'era sempre qualcuno che suonava il citofono e chiedeva se poteva salire.

Immaginatevi le dolci risposte caprine dal terzo mese di scampanellate in poi.

E' una zona di prostitute che esercitano in casa, se ci passate fate caso alle porte e finestra con vetrina con tapparellina interna abbassata che sembrano studi dentistici e si affacciano sulla via: sono luoghi di esercizio della professione.

Passano quasi inosservate.

C'e' anche il racket delle prostitute.

Una vecchia maitresse si era messa in proprio e gestiva il suo giro.

Il robivecchi al piano terra non le aveva voluto cedere il suo negozio. All'inizio lo minacciavano, dicendo che gli avrebbero rubato tutto quello che aveva.

Così lui ha preso un grosso cane e lo teneva nel negozio. Una patatona di quattrozampe da 50 kg che si faceva coccolare da tutti.

Gli hanno dato fuoco al negozio di notte. C'era dentro il cane.

Me lo ha detto la sera dopo, ancora in lacrime.

Dopo, ha venduto.

Adesso c'e' una porta e finestra con vetrina con la tapparellina interna abbassata.


I vantaggi

Certo, c'erano anche i vantaggi.

Mohamed aveva un ottimo kebab a soli 2 euro e 50. Per non parlare di un polo-spiedo-con-safrani veramente eccellente.

Una volta mi ha fatto assaggiare un dattero fresco, era Ramadan, si usa darli agli amici. Dalle macchie di unto e dalle scritte in arabo sullo scatolone, si capiva che era appena arrivato dall'Egitto.

Mohamed, con la sua manona, me ne ha offerto uno.

Ho fatto un rapido calcolo e ho pensato cosa rischiavo, tra la salmonella, la legionella e la febbre del Nilo, o forse tutte insieme. Sono sopravvissuto ed ho scoperto un gusto inimmaginabile.

Soprattutto credo che in quell'esatto momento io e Mohamed siamo diventati veri amici.

Tuttora vado a fare rifornimento di spezie da Adamu, le ha dietro la cassa, seminascoste, vengono dalla Siria. Prima di convincerlo a mostrartele devi farti rifilare almeno 15 euro di merce varia.


Parte del clan: la sicurezza

Noi occidentali della tradizione atlantica abbiamo le istituzioni. Se vuoi comprare la macchina prendi e vai dal concessionario. E la compri.

Gli arabi, nel loro stile di vita, hanno i clan: se vuoi comprare la macchina, chiedi a tuo cugino, che chiede a suo cugino, che sa che la moglie del decimo fratello conosce uno che vende le auto. E la compri.

Entrambi i modelli organizzativi funzionano, con vantaggi e svantaggi.
Nessuno dei due è buono o cattivo.

Dopo un 8-10 mesi che andavo da Mohamed regolarmente, un po' per il kebab, un po' per chiacchierare del Medio Oriente, o forse dopo il dattero dell'amicizia durante Ramadan, gli arabi della zona hanno capito che eravamo anche noi un po' del clan.

Da quel momento potevamo andare in giro di notte nudi con la carta di credito appesa al braccio serenamente.

100% sicurezza. Dall'oggi al domani. Davvero.





Lo spaccio

Poi, beh, per alcuni puo' essere un vantaggio o uno svantaggio avere a due passi l'ipermercato della droga aperto 24 ore su 24.

Bastava andare al parchetto e guardarsi un po' intorno. Una volta ho sentito uno strano odore dolciastro misto a tabacco, veniva da due sudamericani che stavano fumando.

Pensavo che fosse una qualche stranissima varietà di marijuana. Anni dopo mi hanno spiegato che quello è l'odore che fa la cocaina che brucia sulla sigaretta.

Erano le 16:30 circa.

Per non parlare dei nordafricani, per lo più, intenti a stendere lunghe strisce bianche ed abbassare la testa su quelle strisce. Sempre al parco, sulle panchine, in pieno giorno. Un muro separa quel parchetto dal parco trotter, all'interno del quale ci sono le scuole elementari e un asilo.


Le placche etnico-continentali

Sapete cosa provoca i terremoti?

Due o più placche continentali, diverse e separate, che so, quella sudamericana e quella africana, lentamente si spingono l'una con l'altra.

La pressione aumenta. E cresce.

Ma finchè cresce, tutto va bene apparentemente. Poi, come un ramo di legno secco sottoposto a pressione alla due estremità, quando un pezzettino si rompe - track - si rompe tutto.

Terremoto.

in via padova ci sono tre placche continentali principali.

Ci sono i sudamericani. Sono tanti e bevono molto, ma non sono particolarmente aggressivi, almeno non con gli italiani. Ci sono le bande e ci sono i coltelli.

Ci sono i nordafricani. Sono tanti, sono sempre incazzati e gestiscono lo spaccio di droga.

Ci sono i cinesi. Sono tanti, si smazzano le loro cose tra di loro, forniscono cibo a basso costo a tutte le placche etnico-contientali. Gestiscono il commercio al dettaglio.

Ci sono poi le altre etnie, tra cui quella italiana, che conta poco o niente.

A volte, le placche si spingono così tanto che basta un niente per arrivare alla rottura, e lì esplode il terremoto in tutta la sua forza.

Ma vediamo cosa ci racconta il tgcom, che naturalmente cerca il ben noto "pazzo isolato":


Morto per un piede pestato o apprezzamenti alla fidanzata

Da una prima ricostruzione effettuata dagli investigatori della Squadra Mobile, sembra che a scatenare la lite poi sfociata nell'accoltellamento del nordafricano da parte di cinque presunti giovani sudamericani, sarebbe stato "un piede pestato"

Già.

Anche se, poche righe più sotto, si legge

ala (sic, NDFC) base della lite vi sarebbero stati alcuni sgradevoli apprezzamenti fatti alla fidanzata della vittima, una sua coetanea italiana.

Premesso che non sappiamo e non eravamo presenti al momento del fatto, ma che abbiamo assistito più volte a queste simpatiche scenette di integrazione multiculturale, probabilmente c'e' stato qualche apprezzamento di troppo da un nordafricano alla fidanzata di un sudamericano, e da lì, probabilmente gli insulti, gli spintoni, le manate e poi le lame.

Cose che succedono.

Ma quando metti la placca sudamericana vicina alla placca nordafricana e le metti così vicine che si spingono forte, basta un piccolo cedimento per far scoppiare un grosso, grosso casino.

Avete letto come si vive, lì.

Pensate a chi vive quotidianamente in quella condizione, magari senza un lavoro, magari con altri 10 compagni di stanza e un solo bagno, magari senza permesso di soggiorno e più volte pestato dalla polizia perchè beccato a vendere droga.

Altro che piede pestato.

Basta poco per far esplodere la rabbia... prima verso l'etnia nemica, poi più generica: se sei nel dubbio, spakka tutto.

E così parecchi nordafricani si sono riversati nelle strade, che hanno manifestato la loro rabbia ed il loro malcontento, e lo hanno fatto rovesciando le auto e spaccando tutto, in particolare sfasciando le vetrine dei sudamericani.







Il ghetto dei poveracci

Una volta si creavano i ghetti su base etnica, cercando di regolare in qualche modo le presenze degli immigrati su base geoterritoriale.

Adesso, nell'era dell'imbecillità ed il menefreghismo eretti a pianificazione umana e territoriale, non ci sono più nemmeno quelli.

Sono rimasti i ghetti multietnici dei poveracci, ed il regolamento dei propri spazi è lasciato al fai da te delle lame.

Con il casus belli, esplode la violenza.

Questo è, a nostro avviso, quello che è successo l'altroieri in via Padova.


Come a Parigi nelle banlieue nel 2005,





così Milano, in via padova nel 2010





Nonostante tutto


Non per chiudere con uno slancio poetico, ma ci sentiamo comuque di chiudere con una buona dose di speranza pensando per il meglio.

Con tutti i disastri, la droga, la prostituzione, le lame e gli scontri, via Padova, come ogni banlieue, resta pur sempre un posto dove si sente la Vita che scorre calda e pulsante.

Un luogo di mille colori, mille lingue e mille profumi che si intrecciano ed evocano luoghi lontani, improvvisamente tutti vicini, gomito a gomito.

Così vicino....a due passi da Piazzale Loreto, in piena Val Padana.

Impareggiabile.

saluti felici

Felice Capretta




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