giovedì 28 aprile 2011

Attentato Marrakesh Marocco & Egitto-Gaza, assedio da alleggerire

Attentato a Marrakesh, le prime notizie


Esplosione a Marrakech in un locale per turisti. Abbiamo contattato subito Incapervinca, autrice del sito  italianimarocco e residente a Marrakesh, che ha lanciato per prima la notizia a questo indirizzo: marocco potente esplosione a marrakech cafè argana  (potete seguirla in diretta su twitter come @incapervinca) .

Il suo primo commento è stato:

è il primo posto dove un malintenzionato farebbe un attentato, tutti in marocco sanno che i turisti si trovano tutti lì, e non c'e' particolare protezione 

E' dove si va a bere il the prima di andare a fare compere nel souk.

Subito la radio del governo ha parlato di "terrorismo". Di sicuro non sono esplose le bombole del gas, dal momento che testimoni oculari hanno confermato che le bombole del gas erano intatte.

Mentre scriviamo, fonti governative hanno confermato che non si tratta di incidente ma di "attentato terroristico".

E quando gli stati parlano dei "terroristi" c'e' sempre da portare molta, molta attenzione. Anche perchè ricordiamo che l'ex ministro dell'interno egiziano e' indagato per essere stato il mandante dell'attentato alla chiesa copta poco prima della rivoluzione del 25 Gennaio (mio intervento tra i commenti).

Mhm, che odore strano. Seguiremo la cosa con fiuto caprino.

Ecco il primo video della tv marocchina.



Passando oltre, come fanno i tg, ma con la sincera solidarietà alle famiglie delle vittime di un gioco molto più grande di loro, questa notizia invece è passata quasi inosservata.

E' stata riportata solo da Swissinfo.

Egitto, presto misure alleggerire 'sofferenze' Gaza

L'Egitto adotterà la prossima settimana misure per alleggerire "le sofferenze" della popolazione della striscia di Gaza.

Lo ha affermato il ministro degli esteri egiziano Nabil el Arabi in una intervista al quotidiano el Shouruk, spiegando che si recherà a breve a Ramallah nell'ambito dello sforzo di riconciliazione fra le fazioni palestinesi di Hamas e Fatah, e che intende recarsi a Washington e a Tel Aviv per lavorare ad una conferenza internazionale sotto l'egida dell'Onu per risolvere la questione della nascita di uno stato palestinese "entro la fine dell'anno".

"Il nuovo governo egiziano si è trovato di fronte a una sofferenza disumana del popolo palestinese a Gaza dovuta essenzialmente all'occupazione israeliana e alla violazione della convenzione di Ginevra" ha sottolineato El Arabi, spiegando che Israele continua ad imporre il blocco alla striscia di Gaza.

Le autorità egiziane, comprese quelle della sicurezza, "stanno adottando le misure necessarie" per ridurre "la sofferenza" della popolazione di Gaza, ha annunciato il ministro senza, però, entrare in maggiori dettagli.

Il messaggio sembra molto chiaro, poi vedremo nei prossimi giorni se passeranno dalle parole ai fatti.

E sembra tanto chiaro quanto forte.

Saluti felici e stay human

Felice Capretta

mercoledì 27 aprile 2011

Giappone, le conseguenze economiche e sistemiche delle tre crisi





Mentre tutti eravamo concentrati sull'emergenza umanitaria in Giappone, come è normale e più che naturale, alcuni analisti economici cercavano di puntare l'attenzione sulle possibili conseguenze sistemiche delle tre catastrofi accadute in Giappone in conseguenza del terremoto (abbiamo parlato delle cause del terremoto in Giappone in questa serie di articoli).


Si, perchè il Giappone è stato colpito simultaneamente da tre catastrofi:

* Sismica: se un terremoto di tale entità avesse colpito l'Italia non avremmo ancora ripristinato la corrente elettrica

* Tsunami: l'onda ha travolto le aree più esposte e le ha sepolte sotto una coltre di fango

* Nucleare: i reattori di Fukushima sono andati in fusione parziale, acqua "a bassa radioattività", senza che nessuno sapesse quanto bassa, è stata scaricata in mare. Sono passati 25 anni esatti (ieri) dal disastro di Chernobyl, e Fukushima, nel silenzio dei governi e dei media, è un disastro peggiore, anche perchè continuano ad uscire dalla centrale fumi radioattivi che continuano a spandersi per il globo.

Tamponata parzialmente l'emergenza umanitaria, permane l'emergenza nucleare.

E già le conseguenze delle tre crisi stanno iniziando a farsi sentire sull'economia giapponese, che, stime e classifiche a parte, è pur sempre una delle prime tre economie mondiali.

Non che l'economia sia più importante dell'emergenza umanitaria, questo va da sè.

Ma le conseguenze economiche di quanto sta accadendo ad una delle principali economie mondiali potrebbero avere ripercussioni sistemiche sull'economia globale, ed in ricaduta sulla vita e sulle scelte delle persone nell'intero pianeta.  


Toyota, Nissan, Honda, produzione dimezzata

Toyota, il primo costruttore di auto al mondo, ha prodotto 129.491 veicoli in Giappone quest'anno. Si tratta del 62,7% in meno rispetto allo stesso periodo del 2010.


Seguono Nissan con un calo del 52,4 % e Honda con un calo del 62,9%.

Standard&Poor´s ha già rivisto l'outlook delle tre società, che passano da stabile a negativo, perchè "E' probabile che nel 2011 si verifichi un deterioramento delle performance operative e di bilancio a causa del forte taglio della produzione a seguito del terremoto"


Taglio del rating 

E Standard & Poor's ha anche abbassato l'outlook sul debito giapponese a negativo, da stabile, a causa dei costi che il Paese dovra' fronteggiare per la ricostruzione post terremoto, costi stimati dalla stessa Standard & Poor's in almeno 50 mila miliardi di yen. Resta stabile invece il rating in se'.



Vendite al dettaglio in caduta

Ed infine sono le vendite al dettaglio a segnare una forte caduta, con la discesa dell'8,5% rispetto all'anno precedente, contro un guadagno dello 0,1 a Febbraio, secondo il Ministro dell'Economia e dell'Industria giapponese. La caduta più forte degli ultimi 13 anni.

Le vendite di autoveicoli sono cadute del 32,8%, tessuti e abiti sono caduti del 10%, mentre le vendite di combustibile sono salite del 5,1%.

Secondo Takeshi Minami, economista del Norinchukin Research Institute, le vendite al dettaglio resteranno deboli fino a Settembre, la prima metà dell'anno fiscale.


La stima dei costi di ricostruzione

E' di 250 miliardi di euro la stima dei costi della ricostruzione. Su queste cifre, milioni e miliardi si confondono e non è facile comprendere le dimensioni della cosa, ma basti ricordare che il TARP di Paulson che riusci' nella disperata impresa di congelare il collasso dell'economia all'indomani della caduta di Lehman Brothers fu un internvento di 400 miliardi di dollari. La ricostruzione del Giappone costerà almeno metà del TARP. Che non è poco, e innesco' il meccanismo del trasferimento del rischio del crollo dall'economia agli stati.


Per il resto, in Siria la situazione è alquanto drammatica, con violenta repressione delle manifestazioni. Non è attualmente possibile distinguere con certezza la situazione, manca una massa critica di informazioni tali da distinugere cio' che stava accadendo, a differenza di quanto accaduto in Egitto.

E nel frattempo, fervono i preparativi per la nuova Freedom Flotilla, intitolata a Vittorio Arrigoni, che partirà alla volta di Gaza verso fine maggio, nel secondo tentativo di rompere l'assedio a Gaza portare l'attenzione del mondo verso i crimini commessi da Israele a Gaza ed il suo spregio del diritto internazionale e dei diritti umani.

Fino ad allora continueremo a chiudere i post come faceva Vittorio Arrigoni.

Saluti felici e stay human

Felice Capretta

martedì 26 aprile 2011

Ci mancava solo la guerra (o del trionfo del cerchiobottismo)


Stimatissimi, ben ritrovati.

Andiamo subito al sodo per soddisfare le necessità dei lettori che cercano le notizie gustose, tutte e subito.

Nel giorno di Pasqua Sai Baba è morto, nel giorno di Pasquetta Berlusconi.....ha trascinato in guerra l'Italia contro la Libia.

Italiani, eterni secondi.

E' infatti notizia di ieri, come si puo' leggere sulle principali testate, che ieri si è verificato un importante cambiamento nella strategia italiana nei confronti del conflitto in Libia, ed ora l'aeronautica parteciperà attivamente e sgancerà bombe.

Cambio di strategia.

O forse no.



La Linea Strategica del Cerchiobottismo

Perchè in fondo la strategia di politica estera italiana, come abbiamo più volte sottolineato, è a nostro avviso ispirata al famoso principio in cui gli italiani quasi detengono l'eccellenza: il cosiddetto cerchiobottismo.

Ovvero: si va un po' di qua, un po' di là, cercando di non farsi troppo nemico nessuno, compiendo scelte reali solo quando costretti all'angolo e sempre e comunque a premiare il più forte, ed il più possibile a scapito dell'interesse nazionale.

Le altre scelte sono monetariste, e non nel senso della famosa scuola macroeconomica, ma nel senso del lancio del lancio della moneta, e via con il testa-o-croce.

Questa è stata una costante della politica estera di cio' che è arrivato dopo la fine della democrazia cristiana.

(Prima, la strategia era ispirata sempre al cerchiobottismo ma nella sua variante Arraffa A Più Non Posso)

(Prima ancora, sempre al cerchiobottismo... ma è storia ormai )

Quindi in un certo senso non c'e' stato cambio di strategia: Obama ha sollevato il telefono, ha impartito un paio di ordini a Berlusconi e l'Italia è entrata in guerra, in osservanza della nostra consolidata linea strategica.

Perchè per avere un briciolo di linea strategica serve una visione strategica, e per avere una visione strategica bisogna sapere le cose: conoscere la Storia, conoscere gli Imperi, conoscere la Macroeconomia, avere un minimo di Orizzonte Temporale ed obiettivi a 1 anno e 5 anni, sapere interpretare i Segnali della storia.

Oltre ad un granello di autorità che deriva dal rispetto che chi ti elegge ti riconosce perchè hai tutte quelle cose di cui sopra ed un progetto in cui le persone credono.


Il vuoto pneumatico

L'affezionato lettore constaterà facilmente che tutto questo sopra manca.

Ma non manca solo al chihuhua mannaro (torneremo su di lui a breve) frattini, non solo manca al presidente del coniglio nè manca solo all'attuale coalizione di governo.

Nel vuoto pneumatico della politica italica, nella vacuità generale di quelle che dovrebbero essere le menti migliori (perchè scelte dalle persone per governare le persone stesse), è in (quasi) tutta la classe politica che si manifesta il vuoto assoluto di quanto sopra.

E nel vuoto assoluto anche le idee decenti si disperdono rapidamente.

Comunque.

Ci mancava solo la guerra.

Con una domanda che langue, tramortita dalla Fine dell'Economia attivata dal tracollo di Lehman Brothers, con una gioventu' che in larga parte (salvo alcuni picchi di eccellenza) si rotola nella maionese del mcdonald serrando in pugno costosi telefonini collegati a facebook, con un'opinione pubblica in larga parte rincitrullita dall'isola dei famosi (sempre salvo alcuni picchi di eccellenza), e con una classe dirigente impegnata a disgregare sistematicamente quel poco di decente che era rimasto,

con tutto questo,

berlusconi ieri ci ha trascinati in guerra contro la Libia.

Ci mancava solo la guerra.


Com'e' umano lei

Ma almeno, dico, almeno, passare per il Parlamento, dal momento che si tratta di azione di guerra?

Neanche... non dico uno scatto d'orgoglio, dico un profumo, un sentore di dignità, un guizzo di identità fantozziana nel ricordare ad uno straniero che sicuramente eseguiremo i suoi ordini subito e faremo i suoi interessi a scapito dei nostri, ma sommessamente facciamo notare che lo faremo rispettando le procedure di casa nostra, magari con la metafora che la pasta che si butta quando l'acqua bolle e non quando l'americano vuole.

Invece, il nulla.

Eseguiamo gli ordini al telefono, entriamo in guerra al fianco dell'impero cadente (replica), stiamo per provocarci una Somalia decennale di fronte alle nostre spiagge. E, tragicomico finale, il chihuahua mannaro, nel suo perfetto stile, afferma che non c'e' bisogno di passaggio in parlamento. 

Ci mancava solo la guerra.

Saluti felici, o stay human, come avrebbe concluso Vittorio Arrigoni.

Felice Capretta

ps: ricordiamo a tutti gli affezionatissimi che questa nostra tartassata espressione geografica unita a malapena da linee arbitrariamente segnate sulle mappe si merita qualcosa di più della figura da Fantozzi dell'occidente che le nostre miserande classi politiche le fanno sistematicamente fare.

venerdì 22 aprile 2011

Pechino apre il portafogli alla zona euro (E ora, chi paga?)

E' la domanda che ci siamo posti in più occasioni: e ora, chi paga?

Perchè in fondo abbiamo visto e sentito sulla pelle di tutti che non c'e' stata nessuna reazione alla caduta dell'economia se non la pura e semplice creazione di altro debito.

E questo, come sappiamo, ha parzialmente funzionato.

Cioè, ha funzionato come funziona mettere un fiore tagliato nel vaso pieno d'acqua: sembra effettivamente riprendersi e per un po' resiste anche, ma è un fiore ormai reciso ed è destinato a fare la fine che fanno i fiori tagliati: si rimanda in là di qualche tempo cio' che è inevitabile.

La prossima settimana washington tenterà di collocare altri 99 miliardi di usd di debito. E probabilmente ci riuscirà, finchè ancora qualcuno ci crede.

E' talmente folle che è quasi comico.

In Europa abbiamo visto cadere Grecia, Irlanda e il Portogallo è in ginocchio, e la Grecia è di nuovo in bilico nonostante il salvataggio (dal momento che, com'e' noto, il salvataggio non è un salvataggio ma rimanda in là inevitabile).

E ancora la medicina per tappare il buco è sempre la stessa: debito, altro debito, ancora più debito.

Con la domanda: e ora, chi paga?

Interessante la notizia comparsa su swissinfo:


Cina: compreremo altro debito paesi Ue in difficoltà

La Cina è pronta a comprare altri titoli di Stato emessi dai Paesi dell'eurozona in difficoltà con i conti. Lo ha detto a Bruxelles l'ambasciatore cinese Song Zhe - riferisce Bloomberg - spiegando che un tale orientamento rientra nella strategia della Cina di sostenere l'economia dell'Unione europea e anche di diversificare i propri investimenti rispetto al debito Usa.

La Cina detiene già "alcuni miliardi di euro" di bond emessi da Grecia e Portogallo ed "è possibile che il prossimo passo sarà comprare altro debito sovrano" in Europa, ha detto Song, sottolineando che il fondamentale obiettivo degli investimenti cinesi in Europa è quello di proteggere l'elevato livello riserve estere della Cina e che Pechino ha "piena fiducia nella moneta che rimarrà una delle nostre principali scelte di investimento". 

Quindi per un po' paga Pechino.

La quale, con un messaggio molto preciso, manda segnali di allontamento dalla sfera del dollaro e tenta un avvicinamento alla zona euro. Ci sarà da divertirsi alquanto, dal momento che nell'unione europea e nell'eurozona stessa c'e' divergenza di vedute in materia di politica estera, per non parlare del nodo NATO.


Per non parlare del prezzo che dovranno pagare alla tigre cinese le economie che otterrano questo tipo di aiuto.

Che tempi, che tempi.





Grecia, prove di rivoluzione a Keratea

Infine, come alcuni affezionatissimi hanno segnalato, in Grecia il vecchio mondo si sta disgregando molto rapidamente. Una città di 15000 abitanti si è ribellata al potere e le forze di polizia sono state cacciate a calci nel didietro. Il casus belli è stato l'apertura di una discarica, ma l'affezionato lettore dalla visione ampia sarà in grado di rilevare un segnale molto forte di aperto scontro con il vecchio mondo ed il potere costituito.

(ok, i più complottardi vedranno la cia anche dietro questo caso, ma va bene così)

Di nuovo in grecia, alle porte della vecchia e ricca europa, le persone stanno progressivamente perdendo fiducia nel sistema e nei casi più esplosivi combattono apertamente contro il sistema.



McCain a Bengazi

Ah e a proposito di cia, il senatore McCain è in visita a Bengasi.

Non è dato sapere quale sia la ragione della visita, ma scommettiamo che non è andato in vacanza.

Da quando sono spuntate le armi, ed in particolare dal primo momento dell'istituzione della no fly zone, la rivoluzione ha cessato di essere il risultato dell'impulso della popolazione ed ha iniziato ad essere una questione militare. E come tale, è diventata una cosa molto diversa da quanto abbiamo visto in Tunisia ed in Egitto e vediamo tuttora in Yemen e Siria. In bocca al lupo alla Libia ed al suo futuro, i libici ne hanno bisogno. La visita di McCain è un segnale chiaro.

Che tempi, che tempi.


Perfino il capretto viene nove euro e novanta al chilo (intero o metà). 


Al giorno d'oggi si vende mezzo capretto per trenta euro.


Che tempi.







Che tempi.


Earth day


A proposito di tempi, oggi è la giornata della terra.

E pubblichiamo questa immagine che abbiamo ricevuto (grazie Renee).




Prendi una pallina

quando sono nato mi è stata data una pallina
(la pallina era verde e blu)
mia mamma ha detto tienila pulita, 
mantieni verdi le parti verdi 
e cerca di rendere più blu le parti blu. 

se ami questa pallina, 
non invecchierà mai, 
anzi, potrà rinnovarsi. 

così ho fatto tutto questo e ho fatto di più, 
perchè amo molto questa pallina, 
e spero che anche tu la ami... 

è l'unica pallina che abbiamo.



saluti felici

Felice Capretta

giovedì 21 aprile 2011

Inflazione o deflazione, il punto (parte 2)

Seconda parte del post "inflazione o deflazione, il punto"
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. (grazie a Francesco P. per la traduzione, articolo originale qui)

Inoltre, chi si fosse perso la nostra trilogia su inflazione e deflazione puo' rileggerla qui:

Trilogia Inflazione o Deflazione
Parte 1 - Inflazione
Parte 2 - Deflazione
Parte 3 - Come fronteggiare


Mentre chi avesse perso la prima parte del post puo' leggerla qui: parte prima su inflazione o deflazione


UNA RASSEGNA SUL PUNTO IN CUI SIAMO CON RIGUARDO ALLA DEFLAZIONE, IPERINFLAZIONE E LA STAGFLAZIONE 

La forza economica è quasi sempre la causa della iperinflazione.

Così si può capire perché un 'inflazione controllata' è il risultato più probabile, almeno negli Stati Uniti.

Il meccanismo è già in corso e si sta svolgendo da almeno 100 anni.

Il problema o la svolta questa volta arriva perchè lo stimolo monetario non aumenta l'occupazione e il salario medio, a causa di una certa tendenza intrinseca e non modificabile dell'economia di canalizzare la creazione di moneta ed i suoi benefici ad una parte ristretta della popolazione.

Il risultato di ciò è la stagflazione, la quale comunque non può essere mantenuta indefinitamente sostenibile per decenni.

La maggior parte delle repubbliche del terzo mondo sono così.

Una classe media vivace e resiliente è condizione sine qua non per una repubblica democratica di successo, e questo ha forti implicazioni per il salario medio.

I benefici e i rischi della crescita e della produttività devono essere ampiamente diffusi tra i partecipanti.

Le oligarchie tendono a diffondere solo i rischi, mantenendo la maggior parte dei benefici per loro stesse.

Questo è in sostanza il ragionamento che mi è venuto in mente quando ho guardato all'economia statunitense e al sistema monetario nel 2000.


L'unico punto che mi rimane poco chiaro è su come è su quanto 'dura' sia la legge in merito alla monetizzazione diretta del debito emesso dal Tesoro.

Io non sono un avvocato, ma mi è stato detto da chi è familiare con le leggi federali che questa è una zona grigia presente nel diritto, ma attualmente proibita.

Ma è facilmente superabile, come ho detto, con l'inserimento di uno o due amabili primary dealers che consentiranno al debito emesso dal Tesoro di 'passare' attraverso le loro mani sul mercato, nel proprio cammino verso la Fed ad un tasso agevolato.

Per questo motivo, e per scopi di ragione politica, e occasionalmente di guerra economica, i paesi possono tollerare istituti finanziari TBTF (too big to fail) verso i quali avere 'comprensione'.

Sono venuto anche alla conclusione che nessuno conosce il futuro con certezza, quindi dobbiamo fare affidamento sulle probabilità e sulla gestione del rischio per guidare le nostre azioni.

Quindi in totale assenza di nuovi dati, l'argomento è senza soluzione, una questione di opinioni di disinformati.

Il dollaro continuerà a deprezzarsi, e l’oro e l'argento e le valute più forti ad apprezzarsi, fino a quando la situazione fondamentale non cambia e il sistema economico statunitense viene riformato.

Penso che ci siano altri esiti probabili che coinvolgono il governo mondiale e la guerra valutaria, e anche questa si sta svolgendo più o meno come mi aspettavo.

La valuta Fiat può assumere le caratteristiche di uno schema Ponzi, la cui sopravvivenza è possibile solo con una continua crescita fino a quando ogni resistenza viene superata.

Questa è la conclusione a cui sono arrivato nel 2000.

Ammetto che sono stato sorpreso dalla volontà della Fed di creare una enorme bolla immobiliare, e la volontà del governo statunitense di far fuori la classe media nei propri affari con le nazioni mercantiliste; la loro ipocrisia non conosce limiti.

Così queste sono le basi di gran parte del mio pensiero e ho voluto dedicare un momento per condividerle con voi, in un formato molto compatto e condensato.

Rimango un po' incerto sulla questione dell’iperinflazione, perché c'è la possibilità che un grande blocco di paesi potrebbe unirsi per ripudiare il dollaro.

Dal momento che una parte importante del debito in dollari è detenuto in mani straniere, che è il tipo di forza esogena che potrebbe innescare un attacco a quella che potrebbe essere definita l’iperinflazione. Non vedo con questo il dollaro andare a zero, ma avere un dollaro con un paio di zeri buttati via, che sia emesso un nuovo dollaro.

Ho letto, di John Williams, il caso per l’iperinflazione diverse volte ormai, e non vedo nulla di più convincente di questo.

Infatti credo che l’emissione di un dollaro con un paio di zeri in meno (o in più, a seconda dei punti di vista, NDFC) sia inevitabile.

E' la tempistica di tale evento che è problematica.

Potrebbe essere un anno, o potrebbe essere cinquant'anni.
C'è una grande differenza per la vostra strategia d'investimento.

E sì, il governo potrebbe diventare medievale a tue spese, e sequestrare tutto l'oro e l'argento, costringerti ad accettare il valore del dollaro a quello che decidono loro che dovrebbe essere.

Potrebbero anche nazionalizzare tutti i terreni agricoli, tutti i mezzi di produzione, e dire ad alcuni gruppi di persone di prendere i treni merci per il reinsediamento in Nevada.

Credo che possiamo presupporre che i governi potrebbero fare questo, e la gente potrebbe accettarlo a diversi livelli. Se volete potete poi rendere questo presupposto come dominante nella vostra pianificazione, con tutto ciò che ne consegue.

Per coloro che semplicemente dicono "non sono d'accordo" o "Andate a leggere questo e questo ha dimostrato di questo o quello" io dico che la gente crede ad un sacco di cose, e può trovare selettivamente i dati per supportare praticamente qualsiasi conclusione che preferisce, ma il mercato qui è l’arbitro, e il verdetto finora supera ogni questione.

La Fed sta facendo esattamente quello che ha detto che avrebbe fatto, quindi non ci dovrebbero essere sorprese. E hanno ancora altri trucchi nella loro valigia.

Se ci fossero nuovi dati modificherò sicuramente la mia visione, ma in mancanza di questi, per ora considero queste convinzioni pienamente soddisfacenti, e vorrei proseguire anziché pensare a quali cambiamenti dovrebbero avvenire per evitare che il sistema crolli, e si ripristini una qualche parvenza ragionevole di funzionalità.


Parte prima su inflazione o deflazione

Articolo originale (inglese)

Saluti felici

Felice Capretta

martedì 19 aprile 2011

Geab 54 disponibile!





Stimatissimi, di seguito la traduzione italiana del Geab 54, comunicato pubblico di Europe 2020.


GEAB N. 54


Crisi sistemica globale: Autunno 2011 - Bilancio, Buoni del Tesoro, Dollaro, le tre crisi degli USA che causeranno il gravissimo collasso del sistema economico, finanziario e monetario globale


Il 15 Settembre del 2010, il GEAB N. 47 fu intitolato: «Primavera del 2011: Benvenuti negli Stati Uniti dell’Austerità/Verso il gravissimo collasso del sistema economico e finanziario mondiale».  

Eppure, alla fine dell'Estate del 2010, la maggior parte degli esperti ritennero, in primo luogo, che il dibattito sul deficit di bilancio degli Stati Uniti sarebbe rimasto   oggetto di mera discussione teorica all'interno della Beltway, (1) ed in secondo luogo che era impensabile immaginare che gli Stati Uniti dovessero impegnarsi in un politica d’austerità, poiché sarebbe stato sufficiente, per la Fed, continuare a stampare Dollari.  

Ma come tutti possono vedere da parecchie settimane, la Primavera del 2011 porterà davvero l’austerità negli Stati Uniti (2), la prima, dopo la Seconda Guerra Mondiale e la creazione d’un sistema globale basato sulla capacità del motore degli Stati Uniti di generare sempre più ricchezza (reale dal 1950 al 1970, sempre più virtuale in seguito).

In questa fase, LEAP/E2020 può confermare che la prossima tappa della crisi sarà davvero il "gravissimo collasso del sistema economico, finanziario e monetario mondiale", e che questo storico fallimento avverrà nell’Autunno del 2011. (3) Le conseguenze monetarie, finanziarie, economiche e geopolitiche di questo "gravissimo collasso" saranno di proporzioni storiche, e faranno vedere la crisi dell'Autunno del 2008 per quello che essa era nella realtà: un semplice detonatore.

La crisi del Giappone (4), le decisioni cinesi e la crisi del debito in Europa, giocheranno senz’altro un ruolo in questo storico collasso. D'altro canto, riteniamo che la questione del debito pubblico dei paesi periferici di Eurolandia non sia più il principale fattore di rischio  per l’Europa, ma che questo fattore sarà il Regno Unito, che si troverà nella posizione di "malato d'Europa" (5 ). L’Eurozona ha infatti istituito, e continua a migliorare, tutti i sistemi di monitoraggio necessari per affrontare questi problemi (6).  

La gestione dei problemi greci, portoghesi ed irlandesi, dunque, avverrà in modo organizzato. Il fatto che gli investitori privati ​​debbano ricevere un “taglio di capelli” (come anticipato da LEAP/E2020 prima dell'Estate 2010) (7), non costituisce un rischio sistemico, ci dispiace per il Financial Times, il Wall Street Journal e gli esperti di Wall Street e della City, che cercano ogni tre mesi di ripetere il "golpe" della crisi dell’Eurozona d’inizio 2010 (8).

Al contrario, il Regno Unito ha completamente mancato il suo tentativo di “preventiva amputazione chirurgica del bilancio" (9). In realtà, sotto la pressione della “strada”, ed in particolare degli oltre 400.000 britannici per le strade di Londra il 26 Marzo 2011 (10 ), David Cameron è costretto ad abbassare il suo obiettivo di riduzione dei costi sanitari (un punto chiave delle sue riforme) (11). Allo stesso tempo, l'avventura militare libica lo ha costretto a ripensare anche i suoi obiettivi per i tagli di bilancio del Ministero della Difesa. Abbiamo già accennato, nello scorso numero del GEAB, che i bisogni  finanziari del governo britannico continueranno a crescere, riflettendo l'inefficacia delle misure annunciate, la cui realizzazione si sta rivelando, nella realtà, molto deludente (12). 

L'unico risultato politico del duo Cameron/Clegg (13) è ora la ri-caduta in recessione dell'economia britannica, (14) con un evidente rischio d’implosione, per la coalizione di governo, dopo il prossimo referendum sulla riforma elettorale.

In questo numero, il nostro team descrive i tre fattori-chiave che contraddistingueranno questo gravissimo collasso dell'Autunno del 2011, e le sue conseguenze.  

Nel frattempo, i nostri ricercatori hanno cominciato a studiare gli sviluppi dell'operazione militare franco-anglo-americana in Libia, che a nostro parere è un potente acceleratore della dissezione geopolitica mondiale, e che illumina utilmente alcuni dei cambiamenti strutturali in corso nei rapporti tra le potenze mondiali. 

In sostanza, il processo che si sta dispiegando davanti ai nostri occhi, secondo il quale l'entrata degli Stati Uniti in un'epoca d’austerità (15) non è che una semplice espressione di bilancio, è la prosecuzione del tentativo di far quadrare i 30.000 miliardi di attivi fantasma, che avevano invaso l'economica globale ed il sistema finanziario a fine 2007 (16).  

Mentre circa la metà era scomparsa nel 2009, la parte restante è stata da allora parzialmente resuscitata, per la ferma volontà delle grandi Banche Centrali, ed in particolare della Fed Usa attraverso i suoi "QE1 e QE2". 

Il nostro team ritiene, pertanto, che circa 20.000 miliardi di questi attivi fantasma andranno in fumo, molto brutalmente, all’inizio dell’Autunno 2011, sotto l'impatto combinato delle tre mega-crisi degli Stati Uniti, in gestazione accelerata:


1. la crisi di bilancio, ovvero di come gli Stati Uniti si tufferanno, volenti o nolenti, in quest’austerità senza precedenti, che trascinerà con sé interi settori dell'economia e delle finanze globali; 


2. la crisi dei T-Bonds americani, ovvero di come la Fed statunitense arriverà alla "fine del percorso" iniziato nel 1913, e di come affronterà il fallimento dei giochi di prestigio contabili che essa ha scelto;


3. la crisi del Dollaro USA, ovvero di come le scosse sulla valuta degli Stati Uniti, che caratterizzeranno la fine del QE2 nel secondo trimestre del 2011, saranno l'inizio d’una massiccia svalutazione (circa il 30% in poche settimane).

Le Banche Centrali, il sistema bancario globale, i fondi pensione, le multinazionali, le materie prime, la popolazione degli Stati Uniti, le economie dell’area del Dollaro e/o dipendenti dal commercio con gli Stati Uniti (17) ... tutto quanto strutturalmente dipendente dall'economia americana (della quale il governo, la Fed ed il bilancio federale sono diventate componenti centrali), le attività o le transazioni commerciali denominate in Dollari, ... tutti soffriranno di un terribile mal di testa per lo shock dei 20 miliardi di Dollari di attivi fantasma, puramente e semplicemente scomparsi dai loro bilanci e dai loro investimenti,  e che causeranno un grave declino del loro reddito reale.



La rimessa di fondi, da parte dei lavoratori immigrati negli USA, verso i loro paesi  d’origine (il primo numero in valuta locale, al tasso di cambio con il Dollaro di fine 2008 - il secondo: come il primo, ma al tasso di cambio di fine 2010) - Fonte: Wall Street Journal, 04/2011


Riguardo lo storico shock dell'Autunno del 2011, che segnerà la conferma definitiva delle tendenze anticipate dal nostro team nei precedenti numeri del GEAB, i principali settori d’attività sperimenteranno importanti sconvolgimenti, che richiederanno la più grande vigilanza da parte di tutti i soggetti preoccupati per i loro investimenti. 

 In realtà, questa triplice crisi degli Stati Uniti segnerà la vera e propria uscita dal "mondo del dopo 1945", che ha visto gli Stati Uniti svolgere il ruolo di Atlante e sarà caratterizzato, pertanto, da molti shocks e scosse d’assestamento nei trimestri che seguiranno.

Ad esempio, il Dollaro potrà rafforzarsi, sul breve termine, contro le principali valute mondiali (in particolare se i tassi d’interesse negli Stati Uniti dovessero salire molto rapidamente, dopo la fine del QE2), anche se, nei sei mesi successivi, la perdita del 30% di valore (rispetto a quello corrente) è inevitabile. 

Possiamo solo ripetere, quindi, il consiglio che è sempre apparso nelle nostre raccomandazioni, fin dall'inizio del nostro lavoro sulla crisi: nel contesto di una crisi globale di proporzioni storiche, come quella che stiamo vivendo, l'unico obiettivo razionale, per gli investitori, non è quello di fare più soldi, ma di cercare di perderne il meno possibile.

Questo sarà particolarmente vero nei prossimi trimestri, periodo nel quale l'ambiente della speculazione diventerà fortemente imprevedibile, sul breve termine.  

Questa imprevedibilità sarà particolarmente dovuta al fatto che le tre crisi degli Stati Uniti, che innescheranno in Autunno il gravissimo collasso mondiale, non sono concomitanti. 

Esse sono strettamente correlate, ma non lineari.  

Mentre una di loro, la crisi di bilancio, è direttamente dipendente da quei fattori umani che hanno una grande influenza sul calendario degli eventi, le altre due (qualsiasi cosa possano pensare coloro che vedono i funzionari della Fed come dèi, oppure come demoni) (18) sono ora incluse, per la maggior parte, in trends nell’ambito dei quali le azioni dei leaders USA sono diventate marginali (19).



La crisi di bilancio, ovvero di come gli Stati Uniti si tufferanno, volenti o nolenti, in quest’austerità senza precedenti che trascinerà con sé interi settori dell'economia e delle finanze globali


I numeri possono far girare la testa: "6.000 miliardi di tagli di bilancio in dieci anni" (20), ha detto il Repubblicano Paul Ryan -- "4.000 miliardi in dodici anni", ha ribattuto il candidato [alle presidenziali] per il 2012 Barack Obama (21) -- "tutto questo è lontano dall'essere sufficiente", ha rilanciato uno dei referenti del Tea Party, Ron Paul (22). 

E poi, rimarca il FMI, "gli Stati Uniti non sono credibili quando parlano di tagliare il loro deficit "(23). 

Queste osservazioni insolitamente dure del FMI, tradizionalmente molto cauto nelle sue critiche verso gli Stati Uniti, sono in ogni caso particolarmente giustificate poiché, come in uno psicodramma, per qualche decina di miliardi di Dollari lo stato federale ha rischiato di fermarsi, in assenza di un accordo tra i due maggiori partiti: uno scenario che, del resto, potrebbe ripetersi presto, riguardo il tetto del debito federale.

Il FMI sta solo esprimendo un'opinione, largamente condivisa dai creditori degli Stati Uniti: se per ridurre il disavanzo di alcune decine di miliardi di Dollari, il sistema politico degli Stati Uniti ha raggiunto quel tale livello di paralisi, che cosa accadrà quando, nei prossimi mesi, saranno necessari tagli per diverse centinaia di miliardi l'anno? La guerra civile? 

Questo è il parere, in ogni caso, del nuovo Governatore della California, Jerry Brown, (24) il quale crede che gli Stati Uniti stiano affrontando una crisi di regime identica a quella che portò alla guerra civile (25).



Indebitamento pubblico e del settore privato (1979 - 2010) (in rosso: pubblico - in blu: privato) - Fonte: Agorafinancial, 04/2011

Il contesto, dunque, non è più quello di una semplice paralisi, ma in realtà è quello di un confronto a tutto campo tra due visioni diverse del futuro del paese. 

 Più si avvicinerà la data delle prossime elezioni presidenziali (Novembre 2012), più il confronto tra le due parti s’intensificherà, indipendentemente da qualsiasi regola di buon comportamento, compresa quella della salvaguardia del bene comune del paese: "che gli dèi possano distruggerli, prima che essi diventino pazzi", dice un antico proverbio greco. 

L’ambiente politico di Washington assomiglierà sempre più ad un ospedale psichiatrico (26), nei prossimi mesi, rendendo sempre più probabile che possano essere prese "decisioni bizzarre”.  

Se, per rassicurare sé stessi riguardo il Dollaro ed i T-Bonds, gli Esperti Occidentali ripetono che, a loro volta, i cinesi sarebbero dei pazzi a sbarazzarsi di questi attivi, perché così ne accelererebbero la caduta di valore, è perché [gli Esperti Occidentali] non hanno ancora capito che è da Washington e dai suoi errori politici che può venire la decisione che accelera questa caduta. 

Ed Ottobre del 2012, con il suo tradizionale voto per il bilancio annuale, sarà il momento ideale per questa tragedia greca che, secondo il nostro team, non avrà un lieto fine poiché non siamo a Hollywood, mentre sarà il resto del mondo, in realtà, che vorrà scrivere il sequel della sceneggiatura.

In ogni caso, sia per scelta politica, sia per “cessata attività” del governo federale, sia per irresistibili pressioni esterne (27) (tassi d’interesse, FMI + Eurolandia + BRIC) (28), sarà davvero nell’Autunno del 2011 che il bilancio federale degli Stati Uniti sarà per la prima volta massicciamente tagliato.  

La persistenza della recessione, accoppiata con la fine del QE2, causerà un aumento dei tassi d’interesse, e quindi un significativo aumento dei costi del debito federale, nel contesto della riduzione delle entrate fiscali, (29) causata dalla ricaduta in una profonda recessione. 

L’insolvenza federale è ormai dietro l'angolo, secondo Richard Fisher, presidente della Fed di Dallas (30).

In caso di ripubblicazione si prega di citare la fonte: informazionescorretta.blogspot.com ed il link originale: geab 54 comunicato pubblico.

E' tutto per la parte gratuita. A breve un riassunto della parte a pagamento. 
Saluti felici

Felice Capretta



Note: 

(1) Un termine americano per indicare il cuore politico-amministrativo di Washington, situato nel mezzo della locale tangenziale, la Beltway. 
(2) Dal taglio degli stanziamenti per gli aiuti all’estero, alla riduzione dei programmi sociali; le organizzazioni pubbliche ed interi settori della popolazione degli Stati Uniti (i latini, i poveri, gli studenti, i pensionati, ...) saranno ora seriamente colpiti in ciò che tutto sommato è ancora soltanto una goccia, nel mare degli adeguamenti necessari. Stanno cominciando le manifestazioni popolari, con gli studenti in prima linea. Fonti: Camera dei Rappresentanti, 2011/04/13, Devex, 2011/04/11, Huffington Post, 2011/04/13, Foxnews, 2011/04/14, FOX Business, 2011/04/12 
(3) Il sistema bancario mondiale (Europa compresa), ancora sotto-capitalizzato e soprattutto insolvente, è anch’esso uno dei componenti di questo gravissimo collasso dell'Autunno del 2011. 
(4) Nel GEAB N. 55, il nostro team farà le sue previsioni sulla questione nucleare nel mondo, utilizzando il metodo dell’anticipazione politica come strumento decisionale sulla questione. 
(5) L'entità della crisi di bilancio del Regno Unito è molto più grave di quanto gli attuali dirigenti inglesi stiano raccontando, i quali, però, sostengono di aver detto la verità. Ci sono in effetti due modi per mentire ad un popolo: negare l'esistenza di un problema (la posizione del Labour Party di Gordon Brown) o raccontare solo una parte della verità (chiaramente la scelta della coppia Cameron/Clegg). In entrambi i casi il problema non viene risolto. Fonte: Telegraph, 2011/03/26 
(6) Ed ora che Eurolandia è diventata il principale motore europeo, ovvero dal vertice europeo dell’11 Marzo scorso, ai quattro paesi che non partecipano ad "Eurolandia + patto di stabilizzazione finanziaria”, cioè il Regno Unito, la Svezia, l’Ungheria e la Repubblica Ceca, sarà chiesto di andar via durante le discussioni sulle questioni finanziarie e di bilancio, relative al patto. EU Observer del 2011/03/29 descrive il panico che si è impadronito delle delegazioni di questi quattro paesi, i cui leaders giocano a fare i duri di fronte ai media e nei discorsi destinati alle loro rispettive pubbliche opinioni, ma che sanno bene di essere ormai confinati in un ruolo di secondo piano in Europa. 
(7) Fonte: Irish Times, 2011/03/22 
(8) Un pertinente, divertente e molto letto articolo di Silvia Wadhwa, corrispondente europeo della CNBC, prende in giro la caricatura anti-Eurolandia e gli articoli anti-tedeschi dei colleghi degli altri media anglo-sassoni, e giustamente fa notare che le divergenze economiche sono maggiori negli Stati Uniti che in Eurolandia, e che i problemi del debito greco o portoghese sono niente se confrontati con quelli di uno stato come la California. Fonte: CNBC, 2011/04/12 
(9) Torneremo sul caso britannico con maggior dettaglio nel GEAB N. 55, appena un anno dopo la vittoria dei conservatori e dei liberaldemocratici. 
(10) Questa protesta contro i tagli di Bilancio è stata la più grande manifestazione fatta a Londra da oltre vent'anni, ed è stata accompagnata da gravi atti di violenza contro i "simboli della ricchezza", con attacchi contro la HSBC, l'Hotel Ritz e la Fortnum & Mason, per esempio. Come abbiamo più volte sottolineato nei vari GEAB, è abbastanza significativo che questa storica manifestazione in Gran Bretagna fosse riuscita solo a stento a comparire nei titoli di testa dei giornali nel giorno in cui fu effettuata, e che quindi, dopo appena 48 ore, divenne invisibile. Quando poche migliaia di greci o portoghesi dimostrano ad Atene o a Lisbona, invece, siamo oggetto di una valanga di immagini scioccanti e di commenti che descrivono tali paesi sull'orlo del caos. Questa logica "dei due pesi e delle due misure" non deve trarre in inganno l'osservatore perspicace. Da un lato ci sono gravi difficoltà, che sono ora gestite all'interno di un potente gruppo, Eurolandia, dall'altro ci sono gravi problemi, che non possono più essere gestiti da un paese completamente isolato. Puoi credere ai media, oppure puoi pensare usando la tua testa, per indovinare il resto! Fonte: The Guardian, 2011/03/26 
(11) Fonte: Indipendent, 2011/04/03 
(12) Inoltre, i mercati finanziari si rendono conto di tutto questo, e non credono più sul serio ai marziali messaggi d’austerità del governo britannico, inducendo così una spirale al ribasso per la Sterlina britannica. Fonte: CNBC, 2011/04/12 
(13) Nick Clegg è diventato il politico più odiato del Regno Unito, per aver tradito una ad una quasi tutte le sue promesse elettorali. Fonte: Indipendent, 2011/04/10 
(14) E per spingere le famiglie inglesi verso una perdita di potere d'acquisto simile solo a quella della crisi del 1921, del post-Guerra Mondiale. Fonte: Telegraph, 2011/04/11 
(15) Come gli europei hanno fatto fin dal 2010. 
(16) Media stimata da LEAP/E2020 nel 2007/2008. 
(17) Oltre ai tradizionali scambi con l'estero, il grafico qui sotto mostra l'entità della riduzione dei trasferimenti verso i loro paesi di origine, da parte dei lavoratori immigrati negli Stati Uniti, a causa del calo del Dollaro USA. Questa riduzione avrà un ulteriore aumento a partire dall'Autunno del 2011. 
(18) Negli Stati Uniti di oggi, la visione diabolica è quella più comune nell'opinione pubblica, a differenza del 2008, quando i funzionari della Fed sembravano essere l'ultima risorsa. Questo cambiamento psicologico, come abbiamo sottolineato, non è privo di senso, e contribuisce in modo significativo a limitare i margini operativi dei funzionari della Fed. E non è la storica sconfitta legale della Banca Centrale degli Stati Uniti, che l’ha costretta a rivelare i destinatari di centinaia di miliardi di Dollari di aiuti, distribuiti dopo la crisi del 2008 di Wall Street, che permetterà di migliorare la situazione, anzi! Una piccola storia, rivelata dalla rivista Rolling Stone, illustra il peggioramento delle lamentele degli statunitensi contro i suoi banchieri centrali: le beneficiarie dell’aiuto della Fed sono le mogli di due leaders di Wall Street, le quali hanno creato un apposito strumento, che ha loro consentito di raccogliere 200 milioni di Dollari dalla Fed, per acquistare titoli falliti ...  il ricavato và a loro, e le perdite alla Fed!  Purtroppo questo è solo un esempio, tra i tanti che sono attualmente in circolazione nella Rete, di come sia ormai definitivamente in frantumi il rispetto degli statunitensi per la loro istituzione monetaria di riferimento; una situazione esplosiva nel contesto della crisi attuale. Fonte: Rolling Stone, 2011/04/12 
(19) Il destino del Dollaro, come quello dei T-Bonds Usa, è ora principalmente nelle mani degli operatori di tutto il mondo, che avranno uno sguardo molto "clinico" in occasione dell’uscita dal QE2, che è stata imposta alla Fed per il secondo trimestre del 2011. E' l’opinione collettiva sulla Fed (già pesantemente criticata) ad essere decisiva, non il modo in cui essa è "presentata". 
(20) Fonte: Politico, 2011/04/04 
 (21) Fonte: Boston Herald, 2011/04/13 
(22) Fonte: Huffington Post, 2011/04/11 
(23) E tanto più dal momento che il fabbisogno finanziario del loro deficit continua a battere tutti i records, e che la previsione di deficit per gli impegni di Obama del prossimo decennio ammonti a 9.500 miliardi di dollari. Da un lato egli escogita politiche che aumentano il deficit, dall'altro egli annuncia obiettivi di riduzione ... poco credibile, davvero! Fonti: CNBC, 2011/04/13, Washington Post, 2011/03/18 
(24) Brown è un originale personaggio degli Stati Uniti, con una grande esperienza politica, che in passato fu Governatore della California, 1975-1983, e che fu inoltre per due volte candidato alla nomina presidenziale democratica. La sua opinione sullo stato rovinoso del sistema politico degli Stati Uniti è, quindi, da non prendere alla leggera. Fonte: CBS, 2010/04/10 
(25) Per coloro che trovano questa immagine temeraria, il nostro team ricorda che una delle cause principali della guerra civile fu la visione inconciliabile su ciò che lo Stato Federale ed il suo ruolo sarebbe dovuto essere. Oggi, intorno alle questioni di bilancio, del ruolo della Fed, della spesa militare e di quella sociale, ancora una volta assistiamo all'emersione di due visioni diametralmente opposte di quello che lo stato federale dovrebbe essere, e di quello che esso dovrebbe fare, con il corteo di crescenti intasamenti istituzionali, ed un clima di odio tra le forze politiche. Molti esempi sono stati fatti nei precedenti numeri del GEAB. Fonte: Americanhistory 
(26) Come si possono descrivere altrimenti persone che sono appena in grado, ed a forza di ripetute crisi, di tagliare alcune decine di miliardi da un bilancio, e che improvvisamente annunciano che domani taglieranno migliaia di miliardi di Dollari da quello stesso bilancio? Pazzi, bugiardi? In ogni caso irresponsabili, poiché le costrizioni che richiedono queste riduzioni del disavanzo  stanno in ogni caso  accumulandosi. 
(27) Il debito pubblico è al suo più alto livello dal 1945, ed è pari al 10,8% del PNL: gli Stati Uniti sono diventati il paese guida in termini di maggior disavanzo pubblico. Fonti: Figaro, 2011/04/12, Bloomberg, 2011/04/12 
(28) Per quanto riguarda i paesi BRIC (ora BRICS con il Sud Africa), è molto interessante notare che il loro terzo vertice, che ha avuto luogo sull'isola tropicale cinese di Hainan, sta finalmente godendo di una significativa copertura mediatica da parte dei media occidentali. Siamo stati una delle prime, fra le poche pubblicazioni occidentali, a parlare del loro primo vertice (a Ekaterinburg) tre anni fa, e a sottolineare l'importanza dell'evento, ma fino ad ora i maggiori quotidiani internazionali insistevano nel considerare il BRIC come un semplice acronimo, senza rilevante peso geopolitico. Ovviamente le cose sono cambiate. Inoltre, dalla Libia al Dollaro, il vertice di Hainan ha chiaramente posizionato sé stesso come contrappeso agli Stati Uniti ed ai suoi surrogati (sempre meno, in questo caso, visto quanto sta accadendo in Libia). Per quanto riguarda il Dollaro, i BRIC hanno deciso di accelerare il processo che consentirà loro di utilizzare le proprie valute per i loro commerci: un altro segno che ci stiamo rapidamente avvicinando ad un grave shock monetario. Fonte: CNBC, 2011/04/14 
(29) Coloro che ancora credono in un miglioramento delle condizioni economiche degli Stati Uniti, al di là dell'effetto dopante del QE2, dovrebbero soffermarsi sul morale delle PMI negli Stati Uniti, che ha cominciato a deteriorarsi in modo significativo, e sulla finzione della ripresa occupazionale, che sarà drasticamente corretta (anche nelle statistiche ufficiali) a partire dall'Estate del 2011. Rimandiamo ai precedenti numeri del GEAB, per quanto riguarda la crisi fiscale degli stati federati. Fonti: MarketWatch, 2012/04/12, New York Post, 2011/04/12 
(30) Fonte: CNBC, 2011/03/22