mercoledì 29 settembre 2010

Spagna e Grecia, proteste e scioperi


All’indomani del dato sul PIL inglese dopato dalla spesa pubblica per stessa ammissione del governo inglese, affluiscono le solite notizie economiche non-più-così-rosee.

La fiducia dei consumatori in USA è tornata a segnare livelli minimi da un anno a questa parte, anche se ci siamo abituati a vedere questo indice salire e scendere più volte nel corso di questi ultimi 2 anni.

I prezzi delle case a Las Vegas hanno perso il 57% dal picco massimo raggiunto nel 2006.

E l’oro supera quota 1300 e segna un nuovo record a 1311.


Spagna, sciopero generale

10% del consumo di corrente elettrica in meno, spazzatura nelle strade, pochissimi autobus a Madrid: questo il risultato dello sciopero generale indetto a Madrid per oggi.


Grecia, ancora proteste

Oggi stanno incrociando le braccia i lavoratori dei trasporti ferroviari e stradali urbani ed extraurbani, i portuali ed i medici.
Inoltre tutti i sindacati hanno convocato manifestazioni anche in ottica di mobilitazione a livello europeo.


“Useremo la forza”, governo greco

La testa di ariete delle manifestazioni restano i camionisti, la cui protesta è arrivata al 16° giorno e sta lasciando 10.000 container fermi nel porto del Pireo. Secondo quanto riporta swissinfo, ci sarebbero già i primi segni di scarsità negli scaffali dei supermarket a Salonicco (chiediamo conferma ad eventuali affezionati lettori greci). Nella serata di ieri è giunta la notizia della decisione di continuare la protesta con 74 voti a favore e 6 contro, nonostante gli appelli del principale partito di opposizione.

Il governo ha fatto sapere che ricorrerà alla forza se sarà violata la legge e se saranno interrotte le principali vie di comunicazione come avvenuto la scorsa settimana.

I camion degli autotrasportatori sono incolonnati alle porte di atene e salonicco, pronti a bloccare di nuovo le strade.

Saluti felici

Felice Capretta

martedì 28 settembre 2010

Ispezioni obbligatorie del FMI in 25 paesi!


Mentre Leggo, uno dei quotidiani di stampa gratuita, intitola “traghetto killer” o qualcosa del genere sull'auto che ha mancato la banchina ed è finita in mare, nel mondo circolano un po’ di notizie economiche.

Partiamo dal comportamento psicotico del PIL inglese.

GB: pil +1,2% in 3 mesi, mai così forte in 9 anni


LONDRA - Nel secondo trimestre, il prodotto interno lordo della Gran Bretagna ha segnato un rialzo dell'1,2%: la crescita, in linea con le attese, è la più forte in nove anni.

Lo indica oggi l'agenzia stampa Bloomberg citando l'ufficio statistico, secondo cui a spingere la crescita ha contribuito la forte spesa governativa e il boom del settore edilizio.

Ah ecco, la forte spesa governativa. Negli Usa, dove i soldi governativi veri sono finiti da un pezzo, non si placa la moria delle banche.


USA, 279 banche fallite ("non si vede la luce")

NEW YORK - L'ondata di fallimenti delle banche americane non accenna a fermarsi: dal 25 settembre 2008, ovvero dal fallimento di Washington Mutual, il conto delle banche vittima della Grande Depressione sono 279 istituti.

E l'emorragia sembra destinata a continuare. In base ai dati riportati dal "Wall Street Journal", il sistema finanziario americano continua a soffrire e fra fusioni e fallimenti sembra avviato a ridursi drasticamente, contraendosi dalle attuali 7932 unità a 5000.

"Non sembra esserci una luce in fondo al tunnel", precisa il wall street journal.


Manovre globali in corso /1: ispezioni obbligatorie del FMI in 25 paesi

15 paesi membri del G20 più altri, per un totale di 25, che assommano al 90% della finanza mondiale e l’80% dell’economia del pianeta, riceveranno presto la visita degli ispettori del Fondo Monetario Internazionale.

La visita dell’allegra brigata è di carattere obbligatorio e coinvolge tutte le economie di tutti i paesi “di importanza sistemica”.

Il tutto, al fine di “evitare grandi crisi”.

Già.

In particolare, secondo il FMI si tratta di un passo importante sulla via del miglioramento della sorveglianza economica condotta dall'FMI al fine di tener conto della recente crisi, che proveniva da squilibri finanziari in paesi di grandi dimensioni interconnessi mondialmente.

Eh si.

Sempre secondo il FMI, saranno esaminate le debolezze potenziali di ciascun paese come anche la politica di stabilità e le capacità di affrontare e superare una crisi finanziaria.

Fatto sta che il FMI manda ispezioni obbligatorie nei primi 25 paesi del mondo.
Saranno vestiti di blu e andranno in giro in coppia?

Ma soprattutto, cosa faranno una volta arrivati in Italia?

Infine, Barroso rincara la dose (dopotutto, in qualche modo bisognerà ben pagare gli ispettori del FMI)


Manovre globali in corso /2: Barroso, nuova tassa europea

Il dolce titoletto era un severo “Barroso: è ora che le banche restituiscano quanto ricevuto”.

Prima, le belle parole.

Tipo “l’era dei bonus eccessivi è finita”, come se il problema di un mondo che ha fatto più debiti di quelli che puo’ pagare fosse risolto eliminando i bonus, ma anche ”i servizi finanziari tornino davvero al servizio dell’economia reale […] garantire ai cittadini e imprese l’accesso ai servizi bancari fondamentali”, come se l’oceano di liquidità creata dal nulla non fosse lì, trattenuto da una fragile diga fatta di banche che non vogliono prestare.

Poi, la reatà: Barroso sta lavorando ad una nuova tassa.

Chissà chi la paga...?

Ah, a proposito di moderazione salariale per evitare di provocare inflazione.

Spiegazione caprina necessaria.

Ci è stato raccontato negli ultimi 10/15 anni che per entrare in europa e restarci (e prendersi la più grande sòla della storia economica moderna d'italia) era necessario che l’inflazione fosse sotto una certa soglia annuale. Per questa ragione, i governi Prodi e compari hanno raccontato per anni ai giornali che era essenziale tenere a bada l’inflazione.

In che modo?

Semplice, attraverso la “moderazione salariale”, ovvero tenendo gli stipendi bassi.

Perché se si alzano gli stipendi, c’e’ troppa moneta in circolazione e questa perde valore, innescando così l’aumento dei prezzi.

Inflazione un beato.

Se avessimo avuto 300 euro in più al mese in quegli anni, avremmo acquistato più beni o avremmo risparmiato di più, facendo felici o le industrie che ci vendevano beni e servizi, o le banche che intascavano i nostri soldi.

O non avreste saputo dove metterli e avremmo semplicemente visto i prezzi aumentare?

Più probabilmente, l’inflazione provocata dalla “moderazione salariale” era solo una misera foglia di fico, un modo socialmente accettabile per dire “serve tenere bassi gli stipendi così che le aziende possono pagare meno i dipendenti e fare più margine alle spalle di chi lavora”.

Ma tant’e’, allora ci è andata bene e ci va bene tuttora.

Magari con una bella tassa globale le cose andranno meglio.

Già.

Saluti felici

Felice Capretta

domenica 26 settembre 2010

Lapidazione in iran, macchianera blog award e le fans tedesche


Stimatissimi, prima di parlarvi della lapidazione in Iran parliamo di cose frivolette.

Venerdì si sono concluse le votazioni per il Macchianera Blog Award 2010, dove eravamo giunti alla fase finale per la categoria "il miglior post dell'anno".

Ha vinto spinoza.it , al quale vanno i nostri complimenti (beh, a nostro avviso il nostro post su via padova era migliore del suo, anzi, era il più bello di tutti, ma si sa: ogni caprettino è bello a mamma sua).

Se avessimo vinto, saremmo andati sul palco ed avremmo proiettato un video.

Non abbiamo vinto, ma chissene: il video ve lo mostriamo lo stesso, sperando che sia gradito e vi faccia sorridere, con i nostri più grandi ringraziamenti caprini a tutti coloro che ci hanno votato e sostenuto.

Grazie amici blogger, tra cui in particolare bimboalieno , mercato libero news e mercato libero .

Grazie lettori, grazie amici.

Ed ecco il filmato, inviato da due affezionate lettrici tedesche, che mostrano così il loro affetto per Informazione Scorretta e per il vostro blogger preferito :-)




Autocompiacimenti a parte, in questi giorni abbiamo avuto modo di grattare un po' più a fondo la quesitone della lapidazione di Sakineh in Iran, e abbiamo scoperto che ci sono alcune incongruenze di fondo.


Il caso Sakineh

Ok, ok, aria fritta.

Ma forse no.

La versione ufficiale racconta che c'e' una persona in Iran, tale Sakineh Mohammadi Ashtiani, che è stata arrestata per adulterio e condannata alla lapidazione. Il regime iraniano è evidentemente un soggetto mostruoso (e si sta pure dotando di armi nucleari) e non sarebbe poi così sbagliato ricoprirlo di bombe.

Già.

Ruminando un po' internet, si scoprono alcune cose molto interessanti.

Si scopre infatti che Sakineh Ashtiani in realtà oltre ad aver commesso adulterio avrebbe anche ucciso il marito al fine di spassarsela con l'amante. Il che, faranno notare gli affezionatissimi, non giustifica la messa a morte per lapidazione.

Concordiamo pienamente, anche se è essenziale sottolineare che nella versione ufficiale che circola in occidente la frase "accusata dell'assassinio del marito" è stata fatta sparire il più delle volte.

Un po' come dire:

"ruba caramelle, condannata all'ergastolo"

anzichè

"ruba caramelle e ammazza il barista, condannata all'ergastolo"

Ecco, c'e' una certa differenza nelle due frasi, e chi opera una cancellazione ottiene una pesante distorsione del Vero. A suo favore, solitamente.

Resta comunque la barbarie della pena di morte.

In particolare, resta la barbarie della lapidazione, che è un tantino più crudele della apparentemente asettica iniezione letale o dell'impiccagione. O della fucilazione, per citare alcune pene di morte ancora presenti nel mondo cosiddetto "civile".

Già.

Che ci sarebbe anche da parlare a lungo della lapidazione. Si, perchè risulta che la lapidazione in Iran non si pratica più da molto tempo. Si sbilancia nientemeno che lo stesso Ahmadinejad, affermando che non è mai esistita una sentenza di lapidazione nei confronti di Sakineh.


Alcuni fatti sulla lapidazione in iran


La lapidazione in iran è stata introdotta nel codice penale islamico solo nel 1983.

Il governo ha decretato una moratoria sulla lapidazione nel 2002, anche se non è mai stata formalmente abolita.

Da quando Ahmadinejad è stato eletto, ci sono stati pochi casi di sentenza di lapidazione da parte dei giudici: nel 2006, 2007 e 2010.

Nel Gennaio del 2005, il portavoce della magistratura Jamal Karimirad ha dichiarato che "la lapidazione è stata eliminata dal codice penale da molto tempo, e nella repubblica islamica questo tipo di condanna non viene portata avanti".

Ha inoltre aggiunto che se una sentenza di lapidazione fosse stata comminata da una corte di giudizio, tale decisione sarebbe stata annullata dalle corti di grado più elevato e "nessuno di questi verdetti sarebbe stato portato a compimento".

Nel 2008 la magistratura ha rimosso la lapidazione nel progetto di legge proposto al parlamento per l'approvazione.

Nel 2009 il parlamento iraniano ha rivisto e modificato il codice penale islamico per eliminare la lapidazione.

Dunque in Iran non si lapida più da molto tempo per prassi.

E dal 2009 è vietato dalla legge.


Il resto è propaganda.

Saluti felici

Felice Capretta


ps: resta naturalmente il problema della condanna a morte in tutte le nazioni che ancora la praticano, iran compreso.

mercoledì 22 settembre 2010

23 milioni sequestrati IOR, perplessità e meraviglia dei banchieri di dio


Metro, il quotidiano distribuito gratuitamente ai pendolari nelle grandi città italiane, evita del tutto la notizia-bomba di ieri sullo IOR, il pio istituto opere religiose, la cassaforte del vaticano.

Il corriere dà poco spazio in prima pagina, Leggo osa il titolone, altri hanno comportamenti diversi, comunque la notizia esplosiva viene in massima parte data citando le due parole ufficiali dell’ufficio stampa del vaticano: Perplessità e Meraviglia.

Perplessità e Meraviglia.

Già.

Si dà il caso che la cassaforte del vaticano non è nuova a scandali enormi.


Pio Istituto Opere Religiose

L’unica banca al mondo che non rilascia ricevute (lo spirito santo non sbaglia mai i conti) è rimasta coinvolta nel caso Calvi, con il piissimo Marcinkus che ci ha rimesso la poltrona. Chi fosse interessato ad approfondire puo’ procurarsi l’interessantissimo film “I Banchieri di Dio” che ricostruisce gli eventi del Banco Ambrosiano e gli intrecci con lo IOR.

Questa volta l’inghippo nasce su una operazioncina da oltre 20 milioni di euro che dovevano passare di mano in mano con un bonifico.

Si tratta precisamente di 23 milioni di euro (!) sequestrati su un conto aperto presso una filiale romana del Credito Artigiano. Il Credito Artigiano ha esso stesso scoperto le carte per primo: dopo aver disposto la sospensione delle operazioni il 15 settembre scorso per cinque giorni, ha comunicato il tutto alla Procura di Roma.

In sostanza,il conto dello IOR da 28 milioni di euro (!) stava per essere rapidamente prosciugato con un bonifico da 20 milioni euro verso J.P. Morgan Frankfurt e un bonifico da 3 milioni di euro alla banca del Fucino.

Il tutto in barba alle nuove disposizioni antiriciclaggio in vigore dal 9 settembre. In particolare, si tratta di operazioni avviate senza l’indicazione dei soggetti per conto dei quali erano state disposte e senza i riferimenti agli scopi ed alla natura delle stesse.

Bonifici da 40 miliardi delle “vecchie” lire senza soggetto nè causale.

Ma si sa, lo spirito santo non ha bisogno né di carta d’identità né di motivazioni.

Perplessità e Meraviglia.

La procura non si ferma qui: sono in attesa di esser meglio esaminati anche i movimenti di un conto anonimo su cui sono depositati milioni di euro di proprietà delle casse vaticane, aperto presso la filiale romana di Unicredit di via della Conciliazione. In violazione di molteplici norme di molteplici codici (validi almeno sul suolo dello Stato italiano, di cui la Unicredit fa parte), i titolari del conto Unicredit sarebbero sconosciuti anche alla banca stessa, e si servirebbero di affidatari, il che rende le indagini più complicate.

D’altra parte, le vie del signore sono infinite.

Perplessità e Meraviglia.


I bravi ragazzi

I 23 milioni di euro depositati nella sede romana del Credito Artigianato Spa (Gruppo Credito Valtellinese) sono ora sequestrati e sono iscritti nel registro degli indagati della procura di Roma il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi e del direttore generale Paolo Cipriani.

Ma chi è Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello IOR?

Ex McKinsey come molti banchieri italiani, il suo primo posto importante fu alla Sige, la finanziaria dell'Imi che si occupava della gestione del risparmio. Qui conobbe Roveraro, con il quale poco dopo fondo' la Akros (fino al 1992) fino a quando non assunse la guida di Santander, la prima banca del mondo ispanico.

E’ stato membro della Banca Sanpaolo Imi e della Cassa Depositi e Prestiti, ed ha insegnato finanza alla Cattolica di Milano. Si dice che sia stato l'ispiratore dell'enciclica economica di papa Ratzinger.

Non stupisce che sia editorialista di punta dell'Osservatore Romano.

E' da sempre considerato vicino al segretario di Stato Tarcisio Bertone e all'Opus Dei, detta la “mafia bianca” dai detrattori, la potentissima setta integralista ed affaristica che vive in seno alla chiesa cattolica.





L'Opera

A proposito di Opus Dei, il suo patron, Escrivà de Balaguer, è stato santificato a tempo di record da Giovanni Paolo II.

Santo Subito, lui si, prima ancora che la frase venisse pronunciata per il papa polacco.

Chi volesse approfondire su quella specie di demonio che è Santo Escrivà e sulla sua setta integralistico-camorrista che risponde al nome di Opus Dei, puo’ procurarsi l’interessante libro “oltre la soglia: una vita nell’opus dei” di Maria Del Carmen Tapia, ex segretaria personale del santo demonio, sempre che riesca ancora a trovarlo in libreria.

Qualche accenno da wikipedia:

Secondo la teologa Adriana Zarri, Escrivà era "un personaggio davvero indecente". A sostegno di questa affermazione la teologa cita la testimonianza di una ex adepta tratta dal libro Oltre la soglia di Maria del Carmen Tapia.

In questo libro viene descitta la casa di Roma come una "sorta di fortezza medievale (...) a cominciare dalla porta principale che è blindata e non ha serratura esterna, aprendosi unicamente dall'interno".

In altri termini pare che da questa casa sia impossibile uscire senza chiedere il permesso.

Sempre nella stessa casa «Monsignor Escrivà aveva fatto piazzare microfoni (...) tutti collegati con la sua stanza». Inoltre si parla di pistole, trasporto di denaro, documenti segretissimi custoditi assieme a bottiglie di benzina, ecc.

Secondo la narrazione di Maria del Carmen Tapia ella riuscì a fuggire solo grazie ad un caso fortuito che le permise di telefonare all'esterno in un momento in cui non era sorvegliata.

La paura concreta era che avrebbe potuto essere internata per pazzia così come era successo ad altri dissidenti. Il distacco, comunque non fu affatto facile infatti «Monsignor Escrivà cominciò a camminare su e giù agitato, rosso, furioso, dicendomi: "non parlare con nessuno né dell'Opus Dei né di Roma (...) perché se vengo a sapere che parli male dell'Opus, io Josè Maria Escrivà de Balaguer, che ho in mano la stampa mondiale, ti disonoro pubblicamente".

E guardandomi negli occhi con una furia spaventosa, agitando le braccia, come se volesse picchiarmi, urlò: "(...) puttana porca!"».

La Zarri conclude che a suo giudizio Escrivà era "collerico e ambizioso", "aveva comprato un titolo nobiliare dal governo amico del dittatore Franco: governo in cui alcuni membri dell'Opus Dei ricoprirono cariche di ministri".


Santo Subito.


Tornando a Gotti Tedeschi, nella corsa al vertice dello Ior, batte' sul filo di lana Tietmeyer, ex presidente della Bundesbank. Perché non ci vuole un presidente qualunque per la banca del vaticano. Serve l’ex presidente della banca centrale del più importante stato europeo, o ancora meglio.

Gotti si e' detto sempre convinto che dalla crisi si uscira' puntando sull'etica e la famiglia.

La Famiglia.

Già.

Saluti felici

Felice Capretta

ps: e con questo, dopo essermi giocato per sempre il visto di ingresso USA e Israele, non posso più andare nemmeno a Roma :- ) meglio che mi sbrigo a girare un po' il mondo...

pps: vota felice, vota capretta! siamo in finale per il miglior post dell'anno, clicca qui e vota per il tuo blog preferito!

lunedì 20 settembre 2010

Grecia, nuovi disordini e oro alle stelle

Grecia, nuova manifestazione dei camionisti

ATENE - Centinaia di camion, che assediano Atene per la rivolta dei trasportatori contro la liberalizzazione del settore, di nuovo bloccano da ieri una delle principali direttrici stradali che porta alla capitale, dopo che la polizia ha impedito loro di marciare sulla città.

La liberalizzazione prevede un abbassamento dei costi delle licenze e i camionisti si lamentano del fatto che la liberalizzazione danneggera' gli attuali operatori, che hanno pagato fino 300 mila euro per ottenere una licenza.

La protesta sta causando forti perdite all'industria, secondo una fonte industriale: "Lo sciopero sta causando inestimabili danni in tutti i settori".

Negli ultimi giorni il blocco delle autostrade si e' intensificato e il sindacato dei camionisti ha minacciato una dimostrazione ad Atene per domani.

Gli autotrasportatori chiedono soprattutto l'estensione del periodo di transizione da tre a cinque anni.

Al rifiuto del governo, il presidente degli autotrasportatori Giorgio Tzortzatos ha dichiarato:
"Non abbiamo più nulla da perdere"

Tutti i nostri post sui disordini in grecia qui.

Oro, nuovo record

E nel frattempo, gli annunci di nuovi quantitative easing contribuiscono a far schizzare l'oro verso l'alto. La quotazione del metallo prezioso ha fissato un nuovo record a 1283 dollari l'oncia.

(ehi, guarda, una capretta)


Saluti felici

Felice Capretta

giovedì 16 settembre 2010

Aggiornamento BP marea nera


Da swissinfo un aggiornamento sull marea nera BP, mentre i nostri tentativi di contattare direttamente il responsabile italiano dello studio che avevamo citato sull'interruzione della loop current non sono andati a buon fine. Ma continuiamo e non ci perdiamo d'animo :-)


Marea Nera: petrolio nel golfo è sepolto su fondo marino

ROMA - A quasi cinque mesi dal disastro del golfo del Messico il petrolio è 'tutt'altro che andato', ed è rimasto sepolto nei fondali oltre che sospeso nei pennacchi sottomarini. Lo afferma al sito del National Geographic una ricercatrice appena tornata da una spedizione nell'area.

"L'idea che tre quarti del petrolio sia sparita dal golfo come affermato dalle autorità è una favola - afferma Samantha Joye dell'università della Georgia - sarebbe bello, ma non avrebbe assolutamente senso".

La ricercatrice insieme ad alcuni colleghi ha scandagliato le acque del Golfo a bordo della nave Oceanus per tutto il mese scorso, trovando in almeno dieci punti alcuni strati di petrolio di 5 centimetri depositati sul fondo del mare alla profondità di 1600 metri e a una distanza fino a 126 chilometri dal luogo dell'esplosione.

"In almeno un campione il petrolio ricopriva alcuni gamberetti ed altri animali - spiega la ricercatrice - e abbiamo anche trovato alcuni pennacchi in posizioni diverse da quelle segnalate in precedenza. Il petrolio c'è ancora, basta cercarlo nel posto giusto".


Inoltre è arrivato il nuovo GEAB, già disponibile sul sito nella versione rimaneggata gratuita. I felici traduttori siano pronti alla chiamata.


Disoccupazione USA -3000 unità


Infine, trionfali alcuni media annunciano che le richieste di disoccupazione negli USA sono diminuite di 3000 unità. Il dato potrebbe anche far ben sperare, non fosse che il sistema di calcolo non è particolarmente significativo....


USA, 1 su 5 sotto la soglia di povertà


....e soprattutto non c'e' molto da stare allegri con la previsione di quasi un americano su 5 sotto la soglia di povertà nel 2011. Fonte: dati censimento USA (più ufficiale di così...).

Da wallstreetitalia.com

Un americano su sette vive oggi in condizioni di povertà, dopo il maggiore aumento mai registrato nel Paese dal 1959 del numero di poveri tra i lavoratori. E la situazione è destinata ad aggravarsi il prossimo anno, quando sarà povero un americano su cinque.


Saluti felici

Felice Capretta


ps: vota felice, vota capretta! siamo in finale per il miglior post dell'anno, clicca qui e vota per il tuo blog preferito!

mercoledì 15 settembre 2010

Siamo in finale! Il miglior post del 2010 è...




Grazie a tutti per il vostro sostegno, siamo ora in finale per il premio Macchianera Blog Award!


Non come miglior blogger del 2010, non come miglior blog del 2010, ma abbiamo superato il primo turno nientemeno che per il miglior post dell'anno, ed è il nostro "Com'e' vivere in Via Padova? Gli scontri a Milano, all'inferno e ritorno"

Se ti è piaciuto, e anche se non ti è piaciuto, il messaggio è solo uno:

vota felice, vota capretta!
il tuo voto è decisivo in questa fase finale!

Qui sotto la scheda, siamo quasi in fondo alla lista, alla categoria "miglior post dell'anno".

Visto che è obbligatorio esprimere un voto per ogni categoria, ci permettiamo di suggerire "Cloridrato di Sviluppina" come miglior blog collettivo, Woland come "Cattivo più temibile" e "La cuoca petulante" come miglior blog culinario. E anche Michela Murgia come miglior blog personale.

Restano pochi giorni, vota subito!

E poi chissà, se vinceremo forse ci faremo vedere a Riva Del Garda...

E infine per chi vota...

Ecco, intanto puoi votare...




















Ecco! chi ha votato si merita un altro filmato dell'ormai celebre capretta felice!





(in caso di schermo nero, l'imperdibile filmato puo' essere visto qui)

Saluti felici

Felice Capretta

lunedì 13 settembre 2010

Il balconing e le banche italiane

Si è parlato molto in queste ore del turista italiano che a Ibiza è caduto dal settimo piano e, come sarebbe da aspettarsi, ci ha lasciato le penne. In verità non si è parlato tanto della tragedia umana in sè, ma piuttosto della pratica del balconing, o balcooning che dir si voglia.

Già.

Che uno dal settimo piano, per quanto ubriaco o drogato, si lancia per centrare una piscina grande come un francobollo. E se anche la centra, ha la concreta possibilità di piantarsi sul fondo come un'ombrellone da mare.

Ma tant'e', questo è cio' di cui si parla nei giornali.

Oltre naturalmente alla previsione di crescita del PIL italiano.

Già.

Ah, e naturalmente Semper Fidelis Mario Draghi, ex Goldman Sachs, non fa mancare la sua...


Draghi: Italia, banche solide e buon capitale

BASILEA - "Le banche italiane complessivamente sono solide e hanno requisiti patrimoniali superiore ai minimi, nella media internazionale e a volte anche meglio". E' quanto ha affermato il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi al termine della riunione dei governatori alla Bri aggiungendo come gli istituti italiani presentino, rispetto alle rivali, "una qualità del capitale migliore" e "un modello di business più tradizionale" e dovranno perciò "dedurre meno" oltre a non aver ricevuto nella "maggior parte dei casi fondi pubblici".

In pratica, le banche italiane non sono ancora andate tutte a gambe all'aria solo grazie ad un esercito di lavoratori con la paga più bassa d'europa che si comprano le case a suon di mutui trentennali pagati con un senso del dovere quasi tedesco anzichè campare a credito cercando di tappare i buchi come il consumatore angloamericano.

Le banche italiane ringraziano e provvedono rapidamente a colmare il gap di squilibrio totale con le banche americane, come ci ha segnalato qualche giorno fa un affezionato lettore.


Unicredit, covered bond con mutui residenziali

(ANSA) - MILANO, 30 AGO - Unicredit si appresta a lanciare un covered bond garantito da mutui residenziali italiani di qualita'. A gestire il collocamento e' un pool di banche composto da Bnp Paribas, Hbsc, Rbs, Ing, Danske Bank e guidato dalla stessa Unicredit. Chiusa oggi la borsa di Londra per festivita', il collocamento verra' portato a termine nei prossimi giorni.

Già così si trattengono a stento le risate.

Poi conclude la nota il finale col botto:

Per il bond e' atteso un rating tripla 'A'.

Tripla A, come ah!ah!ah!

Ahem.

Poi:

Credem, covered bond mutui residenziali

MILANO, 27 agosto (Reuters) - Credito Emiliano sta realizzando un piano emissioni covered bond assistiti da mutui residenziali fino a un massimo 5 miliardi di euro, dei quali una prima tranche da 1 miliardo sarà emessa entro il 2010.

E' quanto si legge in un comunicato della banca precisando che l'operazione è stata deliberata "pur in un contesto di adeguata liquidità a livello di gruppo".

I fondi raccolti saranno utilizzati per il normale svolgimento dell'attività bancaria, spiega inoltre Credem.


E ancora:

MPS, covered bond su mutui residenziali


MILANO (Reuters) - Per il rendimento del covered bond a tre anni lanciato stamane dal Monte dei Paschi di Siena il rendimento è indicato in area 105 punti base sul tasso del midswap.

Lo riferiscono a Reuters fonti vicine all'operazione.

Le banche a guida dell'operazione, che ha come collaterali mutui residenziali italiani, sono Credit Suisse, Deutsche, MPS, RBS e SG.

Il bond ha rating atteso di tripla A (ah!ah!ah!, NDFC) per tutte e tre le agenzie.


Conclude l'allegra sfilata:


UBI Banca, covered bond mutui residenziali

6 settembre (Reuters) - Ubi Banca ha aperto il book per un covered bond in euro settennale di ammontare benchmark con sottostanti mutui residenziali di qualità.

Lo riferisce IFR Markets, notiziario specializzato di Thomson Reuters. Il lancio è atteso nel vicino futuro, condizioni di mercato permettendo.

La guidance è in area 115-120 punti base sul midswap e le banche a guida dell'operazione sono Barclays Capital, Calyon, Morgan Stanley, UBS and UniCredit.


Il dibattito è aperto nei commenti.

Il tema: ci sono o ci fanno?


O fanno balconing?


saluti felici

Felice Capretta

sabato 11 settembre 2010

Oggi 11 settembre

Oggi anniversario dell'11 settembre 2001.

Noi lo ricordiamo così.



(è il documentario completo, gratuito e online. se ritenete che sia un buon lavoro e volete premiarlo, potete acquistarne una copia su Luogocomune)

saluti felici

Felice Capretta

mercoledì 8 settembre 2010

Proteste in tutta europa

Mentre eravamo all'estero abbiamo avuto modo di sfogliare un giornale locale in distribuzione gratuita presso le stazioni della metropolitana.

In seconda pagina al centro campeggiava l'interessante trafiletto sul campionato di sedie da ufficio (quelle con le rotelle) che ha avuto luogo di recente in germania, con tanto di foto di un partecipante.

Già.

Vediamo invece a cosa si poteva dare un po' più di spazio..


Francia, un milione in piazza

Un milione di persone, o 2.7 milioni per gli organizzatori, raccolte in circa 200 cortei in tutta la Francia, hanno partecipato alla marcia di protesta contro la riforma delle pensioni voluta da Sarkozy.

Già a maggio una prima manifestazione di cui avevamo dato notizia qui aveva avuto successo.

Sarkozy ha dichiarato che indietro non si torna e che un ritocco della riforma è "fuori questione".

Uno degli obiettivi della tanto contestata riforma è l'innalzamento dell'età pensionabile da 60 a 62 anni, il che evidentemente aiuta i conti pubblici, dal momento che ogni anno di pensione rimandato è un anno di stipendio pagato dall'azienda e un anno in meno pagato dallo stato.

Moltiplicate tutto per il numero di cittadini coinvolti ed avrete un'idea delle dimensioni della fregatura.
I francesi non demordono e i sindacati hanno indetto una nuova manifestazione per il 23 settembre ed altre iniziative per il 15 settembre.


Anche a Londra non scherzano

Metropolitana ferma a Londra

A Londra ha preso il via lunedì alle 17 uno sciopero di 24 ore dei dipendenti della metropolitana che ha creato ieri grossi disagi. A spingere i sindacati a indire lo sciopero - al quale potrebbero seguirne altri - è stato il piano di licenziamenti di 800 addetti alle biglietterie deciso da London Underground.


E anche in Spagna si organizzano

Mobilitazione in Spagna

I principali sindacati spagnoli, Ccoo e Ugt, hanno indetto uno sciopero generale il 29 settembre per protestare contro la riforma del mercato del lavoro voluta dal governo socialista (avevamo dato notizia qui).

La riforma punta a rendere meno rigido il mercato del lavoro nel tentativo di far fronte alla disoccupazione record (più del 20%), riducendo le indennità di licenziamento e i sussidi di disoccupazione.

Già.

E nel frattempo, in Grecia preferiscono le vie più pratiche


Grecia, camion assediano parlamento per protesta

da swissinfo

ATENE - Decine di autocarri sono stati parcheggiati stamani davanti al parlamento, nel centro di Atene, per protestare contro la politica di liberalizzazione del settore annunciata dal governo. I camionisti avevano chiesto un periodo di transizione più lungo, ma si sono visti rispondere no.

La manifestazione coincide con uno sciopero di quattro ore dei trasporti urbani, suburbani e ferroviari contro le riforme annunciate.

Anche in questo caso ne avevamo parlato qui.

Forse i camionisti greci leggono le news economico/finanziarie?


Grecia: peggiora recessione, Pil a -3,7% secondo trimestre

ATENE - Nel secondo trimestre del 2010 il Pil greco si è ridotto del 3,7% su base annuale, più del previsto secondo l'ufficio centrale di statistica nazionale.

Rispetto ai tre mesi precedenti la flessione è stata dell'1,8%.

Le stime iniziali parlavano di una riduzione del Pil nel secondo trimestre, su base annua, del 3,5% e rispetto al periodo precedente dell'1,5%.

Il peggioramento della situazione è dovuto ad un crollo dei consumi ridottisi del 5,1% e degli investimenti in fixed assets ridottisi del 18,6%.

Recentemente il ministro delle finanze Giorgio Papaconstantinou aveva detto di ritenere che nel 2010 la recessione sarebbe stata inferiore al previsto, ovvero sotto il 4%.


In effetti, aggiungiamo noi, era piuttosto prevedibile che si manifestasse un crollo dei consumi.

Non c'e' bisogno di essere economisti per comprendere che:

* con le tasse che aumentano (la cura del FMI e dell'UE)
* con i servizi pubblici che diminuscono
* con il rallentamento dell'economia

le persone di qualunque stato hanno meno soldi in tasca.

E, se hanno meno soldi in tasca, comprano meno cose. Il che riduce il gettito fiscale, per esempio da IVA, ma soprattutto con meno acquisti le aziende venderanno ancora meno, e dovranno abbassare i prezzi o ridurre il personale, e.... etc etc etc.

La classica traiettoria della depressione.


E così, in Italia


FMI: domanda privata in diminuzione

Anticipazioni dal World Economic Outlook di autunno del Fondo Monetario Internazionale via finanzaonline: "...il programmato consolidamento fiscale indebolisce la domanda privata. Le nuove stime del Fmi sono di una crescita dell'1% nel 2011, lo 0,1 per cento meno rispetto a quanto precedentemente stimato. Per il 2010 le stime rimangono invece di una crescita dello 0,9%"

In parole normali, il "consolidamento fiscale" sta per

* tasse che aumentano
* servizi pubblici che diminuscono

e una minore competitività significa

* rallentamento dell'economia


e per tutta risposta...



Sindacalista fischiato

TORINO - Dopo le proteste contro il presidente del Senato, Renato Schifani, una nuova violenta contestazione alla Festa Nazionale del Pd colpisce Raffaele Bonanni. Accolto da fischi, lancio di banconote finte e dallo striscione 'Marchionne comanda e Bonanni obbedisce', il leader della Cisl, appena salito sul palco di piazza Castello, viene sfiorato da un fumogeno che non lo ferisce.


ma soprattutto


Letame alla festa della lega

Lancio di letame avvenuto alla festa di Cuveglio (paese della Valcuvia), durante la visita del ministro della Lega Umberto Bossi. I sacchetti di letame sono piovuti sulla pista da ballo poco prima della mezzanotte, a circa una trentina di metri dal tavolo dove il ministro era seduto con la famiglia e alcuni colonnelli del Carroccio, tra cui il deputato Marco Reguzzoni, la vicepresidente del senato Rosi Mauro, il consigliere regionale Giangiacomo Longoni e sei sindaci della zona, costringendo il gruppo musicale a interrompere la propria performance.

Già.

Italiani, eterni secondi.

Saluti felici

Felice Capretta

martedì 7 settembre 2010

Mappa visuale della deflazione e dell'inflazione

Risale ad aprile 2009 ma è oltremodo interessante.




qui la traduzione (grazie FEDRO55)

Dalla gente di Mint.com e WallStats.com

Guida visuale alla deflazione
Ok penso di aver capito l’inflazione dalla guida della scorsa settimana, ma che cos’e che sto sentendo di
recente in merito alla deflazione? Sono semplicemente gli opposti?
Be’, in senso stretto, sono semplicemente gli opposti, ma la deflazione è la loro stessa bestia.
Attacco alla deflazione.
Renderà le cose più a buon mercato.
Bene, prima che le cose diventino confuse partiamo con una definizione.
de.fla.tion – n. (di-fley-shuhn) 1. Una caduta nel livello generale dei prezzi o una contrazione del credito o
della moneta disponibile.
OK i prezzi scendono. Qual è il problema qui?
L’unica e più grande causa di preoccupazione è quello che si chiama la “spirale deflazionaria”.

Caspita i beni costano meno

Caduta dei prezzi

Le aziende hanno bisogno di

allettare i consumatori frugali

con prezzi più bassi

Le aziende fanno meno
profitti sulle merci a buon
mercato.

Le aziende devono

licenziare i lavoratori per

compensare le perdite

I disoccupati non spendono denaro

Se lasciata senza controllo

L’intera economia si arresta

con uno stridio di freni non

appena la disoccupazione vola alta.

Accipicchia! questo si che è un problema serio

Giusto, ed è difficile fermarlo una volta che si è messo in moto. Con la deflazione il valore dei tuoi contanti
incrementa, senza che tu debba fare nulla.

Ammassare 1.000 Dollari sotto il tuo materasso potrebbe diventare una buona strategia d’investimento,
perché il valore della moneta salirà.

Con l’1% di deflazione mensile, il tuo potere d’acquisto cresce.

Dopo 1 mese è di $ 1.010

Avrai ancora $ 1.000 sotto il materasso ma il suo potere d’acquisto sarebbe equivalente a $ 1.126.

I consumatori hanno pochi motivi per spendere e fare grossi acquisti se sanno che i prezzi saranno sempre
più bassi.

Ma non si potrebbe applicare anche agli affari, se il costo di tutto scende, anche il costo della fabbricazione

Dopo 3 mesi è di $ 1.030

Dopo 1 anno è di $ 1.126

delle cose dovrebbe diminuire.

Questo è vero in parte. Il prezzo delle automobili diminuirebbe, così come il prezzo dell’acciaio per
fabbricarle ma il costo del lavoro è vischioso per andare in discesa.

Ecco due scenari:

1) L’inflazione è al 3% e tu ricevi un aumento del 2%
2) La deflazione è del 3% e tu ricevi un taglio dello stipendio del 2%

La seconda situazione è più vantaggiosa perché il tuo potere netto d’acquisto si incrementa.

Ma io non voglio un taglio dello stipendio.

Esatto. Gli effetti dell’inflazione e della deflazione non sono molto visibili ai lavoratori e generalmente essi
guardano ai loro stipendi in termini nominali. Per la maggior parte della gente una riduzione dello stipendio
è solo una riduzione dello stipendio.

Ecco perché è difficile aggiustare al ribasso i salari in caso di deflazione.

Esatto!
Gotcha. Quindi cosa causa questa deflazione negli affari e cosa possiamo fare?

Come molte cose dal lato economico è essenzialmente questione di domanda ed offerta. La deflazione può
intervenire quando c’è un incremento nella domanda di moneta, un incremento nell’offerta di beni, una
diminuzione dell’offerta di moneta, una diminuzione nella domanda di beni.

E come può accadere?

Ci sono parecchi modi per dare il via alla deflazione:

Le banche centrali alzano i tassi d’interesse per tenere a bada l’inflazione.

Una bolla scoppia provocando il fallimento delle banche

Le persone non onorano i prestiti ricevuti dalle banche

L’offerta di credito si restringe, meno moneta è data in prestito e quindi meno moneta viene spesa.

La deflazione comincia.

È per questo che è importante che le banche non falliscano. Bene o male gli Stati Uniti hanno un’economia
basata sul credito che è guidata dalle banche e chi prende in prestito i soldi.

Perché una deflazione porta sempre ad una spirale deflattiva? Mi domando se non possiamo fare qualcosa.

C’è una soluzione. Ed è simile a quella con cui si combatte l’inflazione, tramite l’aggiustamento, da parte
della FED, del tasso d’interesse. Con la diminuzione del tasso d’interesse l’offerta di moneta e di credito è
incrementata.

Quindi per fermare la deflazione dobbiamo causare l’inflazione?

Praticamente. Si. Ma c’è un problema ancora più grande. Con l’inflazione la FED può aumentare i tassi
d’interesse per quanto le serve. Ma con la deflazione il tasso d’interesse non può essere portato sottozero.

Questa si chiama “la trappola della liquidità”.

Tasso della FED

(Abbassando i tassi NDT) Si stimola l’economia e si combatte la deflazione.

(Alzando i tassi NDT) Si rallenta l’economia e si combatte l’inflazione.

Più vicino a zero la FED spinge il tasso d’interesse in uno sforzo per stimolare l’economia, meno possibilità
ha per combattere la deflazione.

Trappola della liquidità – Spirale deflazionistica – Depressione.

Se il tasso è già o vicino a zero a causa di crisi finanziarie o sforzi per stimolare l’economia, allora resta ben
poco da fare per la FED per fermare la deflazione.

Questo non sembra un bene.

È quello di cui è fatta la depressione. Quella “grande”.

Caspita, c’è qualcos’altro che può essere fatto? Sai, oltre alla FED.

Si, c’è.

Il governo può iniettare moneta nell’economia con politica di spesa massiccia.

Questa crea lavoro e redditi.

Che a sua volta crea la sicurezza.

Questo permette alla gente di riaprire i loro portafogli e cominciare a spendere.

Questa spesa riporta indietro i dollari nell’economia e riduce la deflazione.

Come puoi vedere invertire il processo di deflazione richiede ben più di un modello economico.

Uno deve incoraggiare la condizione psicologica che le cose andranno veramente a migliorare, e che quindi
sia tutto a posto per spendere la moneta, perché tu continuerai ad avere il lavoro davanti a te.

OK, credo di aver capito. Ricapitoliamo.

Quando non c’è abbastanza moneta o credito disponibile, abbiamo la deflazione. Detenere il denaro è
meglio che spenderlo e quindi le aziende taglieranno i prezzi, questa riduzione porterà a merci più a buon
mercato, ma anche a licenziamenti ed ulteriori tagli dei prezzi. Nessuno spende e l’economia ringrazia. La
FED può incrementare l’offerta di moneta a meno che il tasso d’interesse non sia già vicino a zero, in questo
caso devono essere prese delle misure più esplicite.

OK, e pensa positivo. Giusto. Sarai un esperto in un attimo.

Carino! Inflazione e deflazione dopo tutto non sono poi così complicate.

Che cos’altro farai?

Resta sintonizzato la prossima settimana non appena arriveremo nella zona del crepuscolo economico per
studiare ….

…. La biflazione



Aggiornamento: e per ragioni di equità, ecco a voi la mappa visuale dell'inflazione











saluti felici

Felice Capretta

sabato 4 settembre 2010

commenti liberi

Stimatissimi ed affezionatissimi,
da un paio di giorni mi trovo in una imprecisata località della mitteleuropa per ragioni di lavoro (e di piacere, a seguire). La connettività è scarsa ed estremamente costosa, per cui vedo i commenti solo a sprazzi ed occasionalmente.

Vi lascio le chiavi della Felice Fattoria per qualche giorno, rientro martedì.

Commenti liberi: segnalazioni, considerazioni, chiacchiere da salotto benvenuti.

A proposito: avrò spento la lavatrice prima di partire?

Saluti felici

Felice Capretta

mercoledì 1 settembre 2010

Belrusconi-Gheddafi spa

Non hai ancora votato per Informazione Scorretta ai Macchianera blog award? Fallo subito! Clicca qui e sostieni l'informazione caprina, indipendente e di qualità con pochi clic e senza spendere un centesimo. Oggi è l'ultimo giorno utile, vota subito ....!


Visto su Repubblica qualche giorno fa. Per una volta, un media classico pubblica qualcosa di interessante. Quindi con piacere spazio a Repubblica.

Un business da 40 miliardi per la Berlusconi-Gheddafi Spa

Grazie agli investimenti di Tripoli, il Cavaliere si è consolidato nei salotti buoni della finanza italiana. Il Colonnello è uscito dal suo storico isolamento ed ora società del suo Paese accedono alla City di Londra

di ETTORE LIVINI

NON SOLO tende beduine, caroselli di cavalli berberi e sfilate di soldatesse-amazzoni. La Berlusconi-Gheddafi Spa, a due anni dalla fondazione, è uscita da tempo dal folklore. L'oggetto sociale d'esordio - la chiusura delle ferite del colonialismo - è stato rapidamente archiviato all'atto della firma del Trattato d'amicizia bilaterale nel 2008.

L'Italia ha garantito 5 miliardi in 20 anni alla Libia e Tripoli ha bloccato (a modo suo) il flusso di immigrati verso la Sicilia.

Poi - snobbando i dubbi degli 007 Usa e dei "parrucconi" come Freedom House che considerano il Paese africano una delle dieci peggiori dittature al mondo - sono cominciati i veri affari.

Un pirotecnico giro d'operazioni gestite in prima persona dai due leader e da un piccolo esercito di fedelissimi ("gli imprenditori sono i soldati della nostra epoca", dice il Colonnello) che ha già mosso in 24 mesi quasi 40 miliardi di euro e che rischia di cambiare - non è difficile immaginare in che direzione - gli equilibri della finanza e dell'industria di casa nostra.

La premiata ditta Gheddasconi ha una caratteristica tutta sua. Gli affari diretti tra i due sono pochissimi.

Anzi, solo uno: Fininvest e Lafitrade, uno dei bracci finanziari di Gheddafi, hanno entrambe una quota in Quinta Communications, la società di produzione cinematografica di Tarak Ben Ammar, l'imprenditore franco-tunisino tra i principali fautori dell'asse Arcore-Tripoli.

Il grosso del business si fa per altre strade.

Il Colonnello ha messo sul piatto un po' del suo tesoretto personale (i 65 miliardi di liquidità di petrodollari accumulati negli ultimi anni). Il Cavaliere gli ha spalancato le porte dell'Italia Spa, sdoganando la Libia sui mercati internazionali ma pilotandone gli investimenti ad uso e consumo dei propri interessi, politici e imprenditoriali, nel Belpaese.

In due anni Gheddafi è diventato il primo azionista della prima banca italiana (Unicredit) con una quota vicina al 7% (valore quasi 2,5 miliardi) e grazie allo storico 7,5% che controlla nella Juventus è il quinto singolo investitore per dimensioni a Piazza Affari.

Le finanziarie di Tripoli hanno studiato il dossier Telecom, puntano a Terna, Finmeccanica, Impregilo e Generali.

Palazzo Grazioli, nell'ambito del do ut des di questa realpolitik mediterranea, ha dato l'ok all'ingresso di Tripoli con l'1% nell'Eni ("puntiamo al 5-10%", ha precisato l'ambasciatore Hafed Gaddur). E la Libia ha allungato di 25 anni le concessioni del cane a sei zampe in cambio di 28 miliardi di investimenti.

Il Cavaliere tira le fila, consiglia e gongola.

L'ingresso del Colonnello in Unicredit - oltre che a innescare i mal di pancia leghisti - è il cavallo di Troia per conquistare i vecchi "salotti buoni" tricolori, la stanza dei bottoni che controlla Telecom, Rcs - vale a dire il Corriere della Sera - e le Generali.

Il momento per l'affondo è propizio. Il Biscione ha già piazzato le sue pedine negli snodi chiave: Fininvest e Mediolanum hanno il 5,5% di Mediobanca, crocevia di tutta la galassia.

Tra i soci di Piazzetta Cuccia - con un pool di azionisti francesi accreditati del 10-15% - c'è il fido Ben Ammar.

E gli ultimi due tasselli sono andati a posto in questi mesi.

Lo sbarco di Tripoli a Piazza Cordusio, primo azionista di Mediobanca, stringe la tenaglia dall'alto.

E a chiuderla dal basso ci pensa Cesare Geronzi, presidente delle Generali i cui ottimi rapporti con il Colonnello (e con il premier) - se mai ce ne fosse stato bisogno - sono stati confermati dalla difesa d'ufficio di entrambi al Meeting di Rimini.

Niente di nuovo sotto il sole: l'assicuratore di Marino ha sdoganato Tripoli anni fa accogliendola nel patto di Banca di Roma (poi Capitalia) assieme a Fininvest.

E ancor prima ha imbarcato la Libia in banca Ubae, guidata allora da Mario Barone, uomo vicino a quel Giulio Andreotti che solo un mese con il suo mensile 30 giorni ha pubblicato un volume sui discorsi pronunciati da Gheddafi nella sua ultima visita italiana.

Il puzzle adesso è quasi completo.

Il Cavaliere ha in mano il controllo di industria e finanza pubbliche. E ora, grazie all'asse con Ben Ammar e Geronzi e ai soldi di Gheddafi (sommati alla debolezza delle vecchie dinastie imprenditoriali tricolori), può blindare quella privata estendendo la sua influenza su tlc, editoria e - Bossi permettendo - sulle ricchissime casseforti delle banche e delle Generali.

L'asse con il Colonnello gli regala però un'altra opportunità d'oro: quella di distribuire le carte delle commesse a Tripoli garantite dall'attivismo dell'efficientissimo tandem, immortalato ora a imperitura memoria sul frontespizio dei passaporti libici. Ansaldo Sts (per il segnalamento ferroviario) e Finmeccanica (elicotteri) hanno incassato due maxi-ordini.

I big delle costruzioni si sono messi in fila per gli appalti sulla nuova autostrada libica da 1.700 chilometri (valore 2,3 miliardi) affidata in base agli accordi bilaterali ad aziende tricolori.

In questi mesi hanno attraversato il Mediterraneo pure l'Istituto europeo di oncologia e Italcementi mentre Impregilo ha consolidato con una commessa da 260 milioni la sua già solida posizione nel Paese nordafricano dove con 150 miliardi di investimenti infrastrutturali nei prossimi sei anni la torta - previo via libera della Gheddasconi Spa - è abbastanza grande per tutti.

Anche Gheddafi, come ovvio, ha il suo dividendo. L'Italia è il cavallo di Troia per portare la Libia fuori dall'isolamento nell'era in cui la liquidità, come dimostra il salvataggio delle banche Usa da parte dei fondi sovrani arabi, non ha più bandiere.

Missione compiuta se è vero che persino a Londra - grazie a un'operazione di diplomazia sotterranea guardata con sospetto a Washington - l'abbinata politica-affari ha dato risultati insperati: la Gran Bretagna ha liberato un anno fa Abdelbaset Al Megrahi, l'ex 007 libico condannato per l'attentato di Lockerbie e il Colonnello ha dato subito l'ok alle trivellazioni Bp nel golfo della Sirte.

Nessuno poi ha battuto ciglio nella City quando Tripoli ha rilevato il 3% della Pearson (editore del Financial Times) e fondato lungo il Tamigi un hedge fund. O quando il numero uno della London School of Economics è entrato tra gli advisor della Libian Investment Authority a fianco del banchiere Nat Rothschild e a Marco Tronchetti Provera.

Pecunia non olet. E anche l'(ex) dittatore Gheddafi non è più un appestato per le cancellerie internazionali. Il premier greco Georgios Papandreou è sbarcato qui per cercare aiuti. La Russia di Putin - altro alleato di ferro dell'asse Gheddafi-Berlusconi - si è aggiudicata fior di commesse a Tripoli come le aziende turche di Erdogan, altra new entry in questo magmatico melting pot geopolitico tenuto insieme, più che dagli ideali e dalla storia, dal collante solidissimo del denaro.


Per finire, da swissinfo


USA: FED, no deflazione, ma più rischi per ripresa


WASHINGTON - Il comitato di politica monetaria della Fed, quando ha deciso di annunciare possibili nuovi acquisti di titoli per aiutare l'economia Usa, ha ravvisato "rischi di deflazione piuttosto contenuti". Lo si apprende dai verbali della Fed relativi alla riunione del 10 agosto del comitato di politica monetaria, che ha giudicato i rischi per la ripresa come "in aumento".


Già.

Saluti felici

Felice Capretta

Non hai ancora votato per Informazione Scorretta ai Macchianera blog award? Fallo subito! Clicca qui e sostieni l'informazione caprina, indipendente e di qualità con pochi clic e senza spendere un centesimo. Oggi è l'ultimo giorno utile, vota subito ....!