lunedì 31 ottobre 2011

I Sorveglianti

Esclusivo e solo per la giornata di oggi.

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Felice Capretta

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Felice Capretta

giovedì 27 ottobre 2011

lettera governo all'ue - testo completo e grasse risate

Ecco il testo completo della lettera del governo italiano all'Unione Europea.

Foto: courtesy affezionato lettore Fabio V. (via facebook), una rara cattura del manoscritto originale, scritto di pugno dal presidente del coniglio.

Per il resto della lettera, i corsivi sono nostri, le grasse risate di tutti.








Premessa


L'Italia ha sempre onorato i propri impegni europei e intende continuare a farlo.

Quest'estate il Parlamento italiano ha approvato manovre di stabilizzazione finanziaria con un effetto correttivo sui saldi di bilancio al 2014 pari a 60 miliardi di euro. Sono state così create le condizioni per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, con un anno di anticipo rispetto a quanto richiesto dalle istituzioni europee.

Dal 2012, grazie all’aumentato avanzo primario, il nostro debito scenderà.

Tuttavia, siamo consapevoli della necessità di presentare un piano di riforme globale e coerente.

La situazione italiana va letta tenendo in debita considerazione gli equilibri più generali che coinvolgono l’intera area europea.

Mesi di tensioni sui mercati finanziari e di aggressioni speculative contro i debiti sovrani sono, infatti, il segnale inequivocabile di una debolezza degli assetti istituzionali dell’area euro.

Per quel che riguarda l’Italia, consapevoli di avere un debito pubblico troppo alto e una crescita troppo contenuta, abbiamo seguito sin dall’inizio della crisi una politica attenta e rigorosa.

Dal 2008 ad oggi il nostro debito pubblico è cresciuto, in rapporto al Pil, meno di quello di altri importanti paesi europei. Inoltre, la disciplina da noi adottata ha portato a un bilancio primario in attivo. Situazione non comune ad altri Paesi.

Se problemi antichi, come quello del nostro debito pubblico, danno luogo oggi a ulteriori e gravi pericoli, ciò è soprattutto il segno che la causa va cercata non nella loro sola esistenza, ma nel nuovo contesto nel quale ci si è trovati a governarli.


I fondamentali dell'economia


Il Governo italiano ha risanato i conti pubblici e conseguirà l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Il debito pubblico in rapporto al PIL è stato ricondotto su un sentiero di progressiva riduzione.


Nel 2014 avremo un avanzo di bilancio (corretto per il ciclo) pari allo 0,5% del PIL, un avanzo primario pari al 5,7% del PIL e un debito pubblico al 112,6% del PIL.

Per realizzare questo obiettivo sono state approvate durante l’estate in tempi record due importanti manovre di finanza pubblica che comporteranno una correzione del deficit tendenziale nel quadriennio 2011-2014 pari rispettivamente a 0,2%, 1,7%, 3,3% e 3,5% del PIL.

Nel 2011 si prevede un avanzo primario consistente pari allo 0,9% del PIL.

Nonostante l’aumento delle spese per il servizio del debito, questo consentirà la riduzione del rapporto debito/PIL già nel 2012. I dati relativi ai primi otto mesi dell’anno in corso sono coerenti con questi obiettivi.

È doveroso segnalare che la nuova serie dei conti nazionali indica che nel 2010 il Pil italiano è cresciuto dell’1,5% e non dell’1,3% e, nei due anni della crisi, il Pil si è ridotto meno di quanto prima stimato (-1,2% invece di -1,3% nel 2008 e -5,1% invece di -5,2% nel 2009). Come conseguenza della revisione contabile operata da Eurostat il rapporto deficit/Pil, che è stato confermato a 4,6% per il 2010, è praticamente allineato a quello della Germania, rivisto dal 3,3% al 4,3%. Si noti, inoltre, che l’Eurostat ha rettificato al rialzo anche i rapporti deficit/Pil della Francia (dal 7% al 7,1%), della Spagna (dal 9,2% al 9,3%), della Grecia (dal 10,5% al 10,6%) e del Portogallo (dal 9,1% al 9,8%).

In conclusione, nel 2010 l’Italia aveva, insieme alla Germania, il comportamento largamente più virtuoso in termini di indebitamento netto in rapporto al Pil.




Creare condizioni strutturali favorevoli alla crescita

Siamo ora impegnati nel creare le condizioni strutturali favorevoli alla crescita. Il Governo ritiene necessario intervenire sulla composizione del bilancio pubblico per renderla più favorevole alla crescita. Con questo obiettivo il Governo intende operare su quattro direttrici nei prossimi 8 mesi:

  • Entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori;
  • Entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese;
  • Entro 6 mesi, l’adozione di misure che favoriscano l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l’efficacia;
  • Entro 8 mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione.

Nei prossimi 4 mesi è, ad ogni modo, prioritario aggredire con decisione il dualismo Nord-Sud che storicamente caratterizza e penalizza l’economia italiana. Tale divario si estrinseca in un livello del Pil del Centro-Nord Italia che eguaglia il livello delle migliori realtà europee, e quello del Mezzogiorno, che è collocato in fondo alla graduatoria europea.

A riguardo, l’esecutivo è intenzionato a utilizzare pienamente i fondi strutturali, impegnandosi in una loro revisione globale, inclusi quelli per lo sviluppo delle infrastrutture, allo scopo di migliorarne l’utilizzo e ridefinirne le priorità in stretta collaborazione con la Commissione Europea.

Tale revisione consentirà un’accelerazione, una riconsiderazione delle priorità dell’uso dei Fondi e una regia rafforzata, dove l’Italia è disposta a chiedere un sostegno tecnico alla commissione europea per la realizzazione di questo ambizioso obiettivo.

Il programma straordinario per lo sviluppo del Mezzogiorno è definito in maniera evocativa “Eurosud” e nasce dalla convinzione che la crescita del Sud è la crescita dell’Italia intera.

Il Governo, quindi, definirà ed attuerà la revisione strategica dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007-2013. Tale revisione risponde alle Raccomandazioni del Consiglio del 12 luglio 2011 sul Programma Nazionale di Riforma dell’Italia. Esso si basa su una più forte concentrazione dei Programmi sugli investimenti maggiormente in grado di rilanciare la competitività e la crescita del Paese, segnatamente intervenendo sul potenziale non utilizzato nel Sud, e su un più stringente orientamento delle azioni ai risultati (istruzione, banda larga, ferrovie, nuova occupazione).

Tale revisione potrà comportare una riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei programmi comunitari.

Le risorse resesi disponibili a seguito di questa riduzione saranno programmate attraverso un percorso di concertazione tra il Ministro delegato alle politiche di coesione, il Commissario europeo competente e le regioni interessate basato su una cooperazione rafforzata con la Commissione europea attraverso un apposito gruppo di azione. Tale piano d’azione sarà definito entro il 15 novembre 2011.

La creazione delle condizioni strutturali per la crescita dell’intero Paese passa inevitabilmente per la revisione delle politiche di:

   a. promozione e valorizzazione del capitale umano;
   b. efficientamento del mercato del lavoro;
   c. apertura dei mercati in chiave concorrenziale;
  d. sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione;
  e. semplificazione normativa e amministrativa;
  f. modernizzazione della pubblica amministrazione;
  g. efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia;
  h. accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia;
   i. riforma dell’architettura costituzionale dello Stato.

a. Promozione e valorizzazione del capitale umano

L’accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l’anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell’arco d’un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo); si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento.

Si amplieranno autonomia e competizione tra Università. Si accrescerà la quota di finanziamento legata alle valutazioni avviate dall’ANVUR e si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione, con l’obbligo di destinare una parte rilevante dei maggiori fondi a beneficio degli studenti meno abbienti. Si avvierà anche uno schema nazionale di prestiti d’onore. Da ultimo, tutti i provvedimenti attuativi della riforma universitaria saranno approvati entro il 31 dicembre 2011.

b. Efficientamento del mercato del lavoro

È prevista l’approvazione di misure addizionali concernenti il mercato del lavoro.

1. In particolare, il Governo si impegna ad approvare entro il 2011 interventi rivolti a favorire l'occupazione giovanile e femminile attraverso la promozione: a. di contratti di apprendistato contrastando le forme improprie di lavoro dei giovani; b. di rapporti di lavoro a tempo parziale e di contratti di inserimento delle donne nel mercato del lavoro; c. del credito di imposta in favore delle imprese che assumono nelle aree più svantaggiate.

2. Entro maggio 2012 l’esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro a. funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell’impresa anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato; b. più stringenti condizioni nell'uso dei "contratti para-subordinati" dato che tali contratti sono spesso utilizzati per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato.

c. Apertura dei mercati in chiave concorrenziale

Entro il 1° marzo 2012 saranno rafforzati gli strumenti di intervento dell’Autorità per la Concorrenza per prevenire le incoerenze tra promozione della concorrenza e disposizioni di livello regionale o locale. Verrà generalizzata, la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali in accordo con gli enti territoriali. Le principali disposizioni contenute nella bozza di disegno di legge sulla concorrenza riguardano i settori della distribuzione dei carburanti e dell’assicurazione obbligatoria sui veicoli.

Le misure relative al mercato assicurativo sono state definite all’interno di una proposta di legge di iniziativa parlamentare, che è già stata approvata dalla camera dei deputati ed è attualmente all’esame del senato. Le misure concernenti i mercati della distribuzione carburanti sono state integralmente inserite nel Decreto Legge n.98/2011 e pertanto sono già in vigore.

Si è preferito adottare uno strumento legislativo quale il decreto che garantisce l’immediata efficacia degli interventi. nel medesimo decreto legge sono state inserite anche altre disposizioni di apertura dei mercati e liberalizzazioni, tra cui si ricorda in particolare la liberalizzazione in via sperimentale degli orari dei negozi. Nel frattempo, fra i primi in Europa, l’Italia ha aperto alla concorrenza il mercato della distribuzione del gas: sono stati adottati e saranno a breve pubblicati nella gazzetta ufficiale i regolamenti che disciplinano le gare per l’affidamento della distribuzione del gas in ambiti territoriali più ampi dei comuni.

Già con il Decreto Legge n.138/2011 sono state adottate incisive misure finalizzate alla liberalizzazione delle attività d’impresa e degli ordini professionali e dei servizi pubblici locali. In particolare già si prevede che le tariffe costituiscano soltanto un riferimento per la pattuizione del compenso spettante al professionista, derogabile su accordo fra le parti. Il provvedimento sullo sviluppo conterrà recherà altre misure per rafforzare l’apertura degli ordini professionali e dei servizi pubblici locali.

Sempre in materia di ordini professionali, nella manovra di agosto, in tema di accesso alle professioni regolamentate, è stato previsto che gli ordinamenti professionali debbano garantire che l'esercizio dell'attività risponda senza eccezioni ai principi di libera concorrenza, alla presenza diffusa dei professionisti su tutto il territorio nazionale, alla differenziazione e pluralità di offerta che garantisca l'effettiva possibilità di scelta degli utenti nell'ambito della più ampia informazione relativamente ai servizi offerti.

Inoltre, già in sede di conversione della manovra di luglio (DL n. 98/2011) è stato previsto che il Governo, sentita l'Alta Commissione per la Formulazione di Proposte in materia di Liberalizzazione dei Servizi, elaborerà proposte per la liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche da presentare alle categorie interessate. Dopo 8 mesi dalla conversione del decreto legge, tali servizi si intenderanno liberalizzati, salvo quanto espressamente regolato.

Verranno rafforzati i presidi a tutela della concorrenza nel campo dei servizi pubblici locali, con l’introduzione a livello nazionale di sistemi di garanzia per la qualità dei servizi nei comparti idrico, dei rifiuti, dei trasporti, locali e nazionali e delle farmacie comunali, seguendo rispettivamente questa sequenza temporale 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi e 12 mesi.

Per quanto riguarda la riforma dei servizi pubblici locali che il Governo italiano - riprendendo quanto già previsto dall’articolo 23 bis del DL 112/2008 - ha approvato nella manovra di agosto 2011 escludendo il settore idrico a seguito di un referendum popolare.

Con le disposizioni che si intende varare si rafforza il processo di liberalizzazione e privatizzazione prevedendo che non è possibile attribuire diritti di esclusiva nelle ipotesi in cui l’ente locale affidante non proceda alla previa verifica della realizzabilità di un sistema di concorrenza nel mercato, ossia di un sistema completamente liberalizzato. Inoltre, viene previsto un ampliamento delle competenze dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nonché un sistema di benchmarking al fine di assicurare il progressivo miglioramento della qualità di gestione e di effettuare valutazioni comparative delle diverse gestioni.


d. Sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione

Entro il 2011, al fine di favorire la crescita delle imprese il Governo prevede di utilizzare la leva fiscale per agevolare la capitalizzazione delle aziende, con meccanismi di deducibilità del rendimento del capitale di rischio.

Verranno potenziati gli schemi a partecipazione pubblica di venture capital e private equity, preservando la concorrenza nei relativi comparti.

Il Governo trasformerà le aree di crisi in aree di sviluppo, rendendo più semplice ed efficace la procedura per definire i programmi di rilancio, che potranno essere finanziati anche con risorse comunitarie. Forte impegno dell’esecutivo verso le PMI, destinando loro il 50% delle risorse non utilizzate ogni anno del Fondo Rotativo per il Sostegno alle imprese e per gli investimenti in ricerca.

Questi interventi – insieme al Contratto di Sviluppo, già operativo – rientrano a pieno titolo nell’ambito del riordino generale degli incentivi contenuto nello Statuto delle Imprese, che diventerà legge nelle prossime settimane. Per garantire la liquidità delle imprese si prevede un sistema di certificazione di debiti delle Pubbliche Amministrazioni locali nei confronti delle imprese stesse al fine di consentire lo sconto e successivo pagamento da parte delle banche, in conformità alle procedure di calcolo Eurostat e senza impatto addizionale sull’indebitamento della Pubblica Amministrazione.


e. Semplificazione normativa e amministrativa

Il Governo incentiva la costituzione di “zone a burocrazia zero” in tutto il territorio nazionale in via sperimentale per tutto il 2013, anche attraverso la creazione dell’U.L.G. – Ufficio Locale dei Governi quale autorità unica amministrativa che coinvolgerà i livelli locali di governo in passato esclusi.

Il Governo mira a semplificare la costituzione del bilancio delle S.r.l., la digitalizzazione del deposito dell’atto di trasferimento delle quote delle società e lo snellimento in materia di vigilanza delle società di capitali e degli organi di controllo.

I rapporti con la pubblica amministrazione diventeranno più snelli grazie alla completa sostituzione dei certificati con delle autocertificazioni, mentre le certificazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione resteranno valide solo nei rapporti tra privati.

I controlli sulle imprese si ispireranno a criteri di semplicità e proporzionalità, al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni che possano recare intralcio al normale esercizio delle attività imprenditoriali. Da ultimo, per quanto riguarda la semplificazione amministrativa verrà completata nei prossimi 6 mesi la strategia di revisione della regolamentazione settoriale, elaborando proposte puntuali di semplificazione dei procedimenti e monitorandone gli effetti. Verrà rafforzata e accelerata l’attuazione del programma di misurazione e riduzione degli oneri amministrativi derivanti da obblighi di tipo informativo previsti da leggi statali (MOA). Inoltre, ove la disciplina sia di fonte regionale e locale, verranno rafforzati ed estesi gli incentivi previsti dalla manovra estiva per i procedimenti amministrativi relativi all’avvio e alla svolgimento dell’attività d’impresa. L’obiettivo è quello di migliorare il posizionamento dell’Italia nella graduatoria internazionale relativa al Doing Business, nei prossimi 3 anni.


f. Modernizzazione della pubblica amministrazione

La pubblica amministrazione è un volano fondamentale della crescita.

Stiamo creando le condizioni perché la pubblica amministrazione sia pronta ad accompagnare la ripresa, svolgendo una funzione di servizio allo sviluppo e non di zavorra burocratica. Ecco perché la semplificazione, la trasparenza e la meritocrazia sono fondamentali.

Un tassello rilevante è costituito dalla piena attuazione della Riforma Brunetta della pubblica amministrazione, in particolar modo dalle misure che rafforzano il ruolo della Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (istituita nel dicembre del 2009) e le cui competenze saranno integrate con il disegno di legge in materia di anticorruzione, già approvato dal Senato, e attualmente all’esame della Camera dei Deputati.

Esso rappresenta un passaggio importante per la completa implementazione della riforma della pubblica amministrazione in quanto individua una nuova governance per l’attività di prevenzione e contrasto della corruzione, affidando le funzioni alla Commissione e individuando con estrema puntualità le modalità di accrescimento del livello di trasparenza della pubblica amministrazione.

Per rendere più efficiente, trasparente, flessibile e meno costosa la pubblica amministrazione tanto a livello centrale quanto a livello degli enti territoriali (oltre al vigente blocco del turnover del personale) renderemo effettivi con meccanismi cogenti/sanzionatori: a. la mobilità obbligatoria del personale; b. la messa a disposizione (Cassa Integrazione Guadagni) con conseguente riduzione salariale e del personale; c. il superamento delle dotazioni organiche.

Contestualmente all’entrata in vigore della legge costituzionale recante l’abolizione e la razionalizzazione delle province è prevista l’approvazione di una normativa transitoria per il trasferimento del relativo personale nei ruoli delle regioni e dei comuni.


g. Efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia

Proseguendo sulla linea delle misure definite in estate, verranno rafforzati il contrasto della litigiosità e la prevenzione del contenzioso (anche attraverso la costituzione presso il Ministero della Giustizia di un gruppo tecnico che individui situazioni a forte incidenza di litigiosità e proponga specifici interventi di contrasto).

Entro il 30 aprile 2012 verrà completato il progetto in corso presso il Ministero della Giustizia per la creazione di una banca dati centralizzata per le statistiche civili e per quelle fallimentari. Verranno rafforzati i meccanismi incentivanti per gli uffici virtuosi di cui alla Legge n. 111 del 2011. L’obiettivo è quello della riduzione della durata delle controversie civili di almeno il 20 per cento in 3 anni.


h. Accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia

Oltre alla realizzazione degli investimenti già concordati con le società concessionarie, il Governo solleciterà una maggiore partecipazione degli investitori privati, definendo entro il 31 dicembre 2011 standard contrattuali tipo che facilitino il ricorso al project financing, con una più chiara ed efficiente allocazione dei rischi tra le parti e accrescendo le certezze sulla redditività dell’opera e la prevenzione di comportamenti di tipo monopolistico nella determinazione dei pedaggi.

Verrà rafforzata la qualità della programmazione finanziaria pubblica, definendo obiettivi pluriennali di spesa e concentrando le risorse su progetti considerati strategici.

Il Governo è impegnato nella definizione nelle prossime 10 settimane di alcune opere immediatamente cantierabili, su proposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che potranno beneficiare, a titolo di contributo al finanziamento, della defiscalizzazione (IRAP, IRES) a vantaggio dei concessionari dell’opera stessa. Inoltre sono previste una serie di semplificazioni e velocizzazioni nelle procedure di approvazione dei progetti da parte del CIPE e la suddivisione degli appalti in lotti funzionali per garantire alle PMI un accesso facilitato.

Si prevede lo sblocco degli investimenti privati grazie alla semplificazione delle procedure relative ai contratti di programma dei maggiori aeroporti italiani. Infine, sono previste norme mirate all’ottimizzazione delle gestioni negli impianti portuali e di semplificazione in materia di trasporto eccezionale su gomma.

Da ultimo, è in corso di predisposizione una garanzia “reale” dello Stato (attraverso propri beni immobili, e non solo di natura finanziaria) per i mutui prima casa di giovani coppie, prive di contratto di lavoro a tempo indeterminato. Questo garantirà un nuovo impulso al mercato immobiliare e alle nuove famiglie.


i. Riforma dell’architettura costituzionale dello Stato


Il Governo italiano è impegnato in un processo di complessiva riforma costituzionale. Essa riguarda tanto l’assetto costituzionale dei poteri, quanto la cornice normativa volta a promuovere le condizioni di sviluppo del mercato e una disciplina più rigorosa delle finanze pubbliche. Pur nella complessità del processo di revisione costituzionale l’Italia intende giungere all’approvazione della prima lettura di tali disegni di legge costituzionale entro i prossimi 6/12 mesi.

In particolare, quanto alla riforma dello Stato, si tratta dei seguenti provvedimenti:

  • a. Disegno di legge (già approvato in prima lettura alla Camera) sulla modifica dell’elettorato attivo e passivo per l’elezione al Parlamento nazionale al fine di garantire una maggiore partecipazione giovanile alla vita politica.
  • b. Due disegni di legge (all’esame del Parlamento) di riforma complessiva dell’organizzazione dei vertici delle istituzioni politiche, con particolare riferimento alla riduzione significativa del numero dei parlamentari, all’abolizione delle province, alla riforma in senso federale dello Stato, alla maggiore efficienza dei meccanismi decisionali e al rafforzamento del ruolo dell’esecutivo e della maggioranza.

Sul secondo versante, relativo alla disciplina del mercato e al rigore della finanza pubblica, si prevede:

  • a. Un disegno di legge (la cui approvazione è in corso proprio in questi giorni presso la Camera dei deputati) di riforma degli articoli della costituzione relativi alla libertà di iniziativa economica e alla tutela della concorrenza, nonché alla riforma della pubblica amministrazione in funzione della valorizzazione dell’efficienza e del merito.
  • b. Un disegno di legge sull’introduzione del vincolo di pareggio di bilancio sul modello già seguito in altri ordinamenti europei.

A tal fine si deve ricordare che l’articolo 138 della Costituzione Italiana impone che le leggi costituzionali ad intervallo non minore di tre mesi. Quindi, anche con la massima celerità possibile, le riforme costituzionali richiedono dei tempi minimi imprescindibili.

Le conseguenti leggi attuative saranno successivamente attuate senza indugio, non essendovi vincoli temporali nell’ambito della Costituzione.

Una finanza pubblica sostenibile


Le pensioni

Nella attuale legislatura la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i più sostenibili in Europa e tra i più capaci di assorbire eventuali choc negativi.

Grazie al meccanismo di aggancio dell'età pensionabile alla speranza di vita introdotto nel 2010 (art. 12 commi 12-bis e 12-ter, DL 78/2010, come modificato con art. 18 comma 4, DL 98/2011), il Governo italiano prevede che il requisito anagrafico per il pensionamento sarà pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026.

Sono già stati rivisti i requisiti necessari per l’accesso al pensionamento di anzianità. Tali requisiti aumenteranno gradualmente fino ad arrivare a regime a partire dal 2013. Questi requisiti sono in ogni caso agganciati in aumento all’evoluzione della speranza di vita.


La delega fiscale e assistenziale previdenziale

Il provvedimento di iniziativa governativa è già all’esame del Parlamento e sarà approvato, entro il 31 gennaio 2012, quindi con tempi compatibili all’emanazione dei provvedimenti delegati entro il 2012. Comunque, anche al fine di accrescere la fiducia degli investitori, nel rispetto del percorso di risanamento programmato, il Governo ha fornito, con la Legge 148 del 14 settembre 2011, le risorse che saranno reperite con l’esercizio della delega per la riforma dei sistemi fiscale e assistenziale sulla base degli attuali regimi di favore fiscale e delle sovrapposizioni fra agevolazioni e conseguenti inefficienze ad oggi individuate.

Tali risorse ammontano ad almeno 4 miliardi di euro nell’anno 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014.

Contestualmente, per dare massima garanzia sul rispetto dei saldi è stata introdotta una clausola di salvaguardia. La clausola prevede che, in caso di ritardo nell’attuazione della delega oltre il 30 settembre 2012, le agevolazioni fiscali vigenti saranno ridotte del 5% per l’anno 2012 e del 20% a decorrere dal 2013. In alternativa, anche parziale, si è stabilita la possibilità di disporre con decreto del Presidente del consiglio, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, la rimodulazione delle aliquote delle imposte indirette, inclusa l’accisa.

In breve, qualora la delega non fosse esercitata entro il 30 settembre 2012 o le nuove disposizioni fiscali e assistenziali non siano in grado di garantire un sufficiente effetto positivo sul deficit (almeno 4 miliardi nel 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi a partire dal 2014), si avrà una riduzione automatica delle agevolazioni fiscali che garantirà comunque il raggiungimento degli obiettivi di risparmio. Viceversa, se la delega verrà esercitata entro il termine e le nuove disposizioni garantiranno effetti di risparmio almeno pari a quelli previsti, non si procederà dunque al taglio automatico delle agevolazioni.

Le dismissioni

Entro il 30 novembre 2011, il Governo definirà un piano di dismissioni e valorizzazioni del patrimonio pubblico che prevede almeno 5 miliardi di proventi all’anno nel prossimo triennio. Previo accordo con la Conferenza Stato-Regioni, gli enti territoriali dovranno definire con la massima urgenza un programma di privatizzazione delle aziende da essi controllate. I proventi verranno utilizzati per ridurre il debito o realizzare progetti di investimento locali.


La razionalizzazione della spesa pubblica

Il Governo ribadisce l’impegno a definire entro il 31 dicembre 2011 il programma per la riorganizzazione della spesa previsto dalla Legge 14 settembre 2011, n. 148, in particolare per quanto riguarda: l’integrazione operativa delle agenzie fiscali; la razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dell’amministrazione dello Stato e degli enti della previdenza pubblica in modo da creare sinergie e ottimizzare l’uso delle risorse; il coordinamento delle attività delle forze dell’ordine; la razionalizzazione dell’organizzazione giudiziaria nel suo complesso in modo da accelerare i tempi della giustizia civile; e la riorganizzazione della rete consolare e diplomatica. Il Governo attuerà i primi interventi dal 1° gennaio 2012 e darà conto dei progressi realizzati con cadenza trimestrale.

Debito pubblico

Entro il 31 dicembre 2011, il governo affiderà l’elaborazione di un piano organico per l’abbattimento del debito attraverso anche le dismissioni ad una commissione ristretta di personalità di prestigio, in collaborazione con gli enti territoriali e con le principali istituzioni economiche e finanziarie nazionali ed internazionali.


Il costo degli apparati istituzionali

Il Governo riconosce la necessità di rafforzare gli interventi volti a ridurre i costi degli apparati istituzionali. In particolare, verrà perseguita entro il 2012, una razionalizzazione e soppressione delle provincie e la riallocazione delle funzioni delle Province alle Regioni o ai Comuni, in modo da assicurare un significativo snellimento dei relativi apparati burocratici e degli organi rappresentativi.

Verrà rafforzato il regime di incompatibilità fra le cariche elettive ai diversi livelli di governo.

Il pareggio di bilancio

Il disegno di legge di riforma della Costituzione in materia di pareggio di bilancio è già all’esame della Camera dei Deputati. L’obiettivo è quello di una sua definitiva approvazione entro la metà del 2012.

Con le modifiche introdotte con la Legge n.39/2011 alla “Legge di contabilità e finanza pubblica (L. 196/2009) è stata rivista la normativa relativa alle coperture finanziarie delle leggi a vantaggio del rafforzamento della relativa disciplina fiscale. In particolare, per la copertura degli oneri correnti della legge di stabilità è stata circoscritta la possibilità di utilizzare il miglioramento del risparmio pubblico, escludendo la possibilità di finanziare con tali risorse nuove o maggiori spese correnti.

Definire le ulteriori misure correttive eventualmente necessarie

Il Governo monitorerà costantemente l’andamento dei conti pubblici. Qualora il deterioramento del ciclo economico dovesse portare a un peggioramento nei saldi il Governo interverrà prontamente. L’utilizzo del Fondo per esigenze indifferibili sarà vincolato all’accertamento, nel giugno del 2012, di andamenti dei conti pubblici coerenti con l’obiettivo per l’indebitamento netto del prossimo anno.

Conclusioni

Siamo sicuri che, con l’impegno di tutti, scaturito dalla consapevolezza che ci troviamo a fronteggiare problemi che riguardano l’intera Unione e la tenuta stessa della moneta comune, dunque problemi non circoscrivibili a questa o quella debolezza o forza nazionali, consegneremo ai giovani un’Europa più forte e più coesa.

Fine.

Grasse risate.

Tutto già visto.

Atene ha applicato le stesse misure ed ora deve affrontare un haircut del 50% ed il popolo che si rivolta in piazza.

E infatti oggi le borse sono salite e alcune banche francesi, le stesse che avevano perso il 25% in un giorno, hanno guadagnato oggi il 20% e oltre (che non è tornare in pari, per la cronaca).

Già.

Saluti felici

Felice Capretta

martedì 25 ottobre 2011

Una mossa da Joker (ah, se facessimo default!)


L'agenda prevede nelle prossime ore la riunione dei 27 capi di governo dell'Euro e a seguire riunione dei 17 capi di governo dell'eurozona.

All'ordine del giorno: Fondo salva stati EFSF, ricapitalizzazione delle banche, aiuti ai paesi in default. E altro. Cioè, in una parola, rimandare ancora un po' in là la fase esplosiva della Crisi Sistemica a spese dei poveracci. E nel frattempo tirare ancora di più il guinzaglio.


Ci sara' anche Berlusconi, dopo che le forze del suo governo sono apparentemente riuscite a trovare l'accordo sulle misure di austerity.

La situazione è oltremodo pericolosa, per una serie di ragioni:

  • Il nostro paese è troppo grande per fallire ed è contemporaneamente troppo grande per essere salvato.
  • La Grecia è già caduta, ma se cade l'Italia cade l'Eurozona e l'Euro.
  • La BCE e l'unione europea vogliono misure greche per l'Italia, perchè se cade l'Italia cade l'Euro e l'Euro deve resistere più possibile per soddisfare i bisogni delle banche e dei poteri globali.
  • La Lega è l'ultimo baluardo del governo attuale. Se molla la Lega, cade il governo. La Lega non vuole le misure greche per l'Italia, perchè perderebbe immediatamente consensi e addio a tanti cadreghini (chi non sa cos'e' una cadrega è rimandato a settembre in lingue nordiche). O, detto in una parola da bossi stesso, elegante come solo lui sa essere: "la gente ci ammazza".
  • L'inettitudine di Berlusconi e dei suoi tirapiedi e la oggettiva attitudine di ogni politico italiano a fare un gran polverone senza che nulla cambi non puo' più funzionare.
  • Berlusconi.

Tutto cio' premesso, Berlusconi si trova nella classica condizioni del vaso di terracotta in mezzo ai vasi di ferro. Deve salvare il suo cadreghino e per farlo deve soddisfare le condizioni imposte dalla BCE, ma se soddisfa le condizioni imposte dalla BCE la Lega lo molla e perde il cadreghino.

In pratica comunque vada è nei guai. 

Vedremo cosa succederà durante la giornata: siamo molto curiosi di vedere quali saranno le misure proposte su cui si sono accordati in un pomeriggio, dopo che non sono riusciti ad accordarsi sulle prime misure in un mese e mezzo.

Il rischio è che quel guaio di Berlusconi ne faccia le spese e precipiti l'italia in una fase di instabilità, peggiorando ulteriormente le cose. Alla quale seguirà un nuovo governo fatto da inetti, che siano di destra o di sinistra, che ci precipiteranno ancora di più nel dissesto nazionale. Che obbediranno agli ordini della BCE e del duo Sarkozy-Merkel e ci applicheranno il solito trattamento greco.

Per uscirne, ci vorrebbe una mossa geniale, diabolica. Una mossa da joker.

Ci vorrebbe che facessimo default, e vaffa.

Se facessimo default....

...faremmo saltare le banche francesi, le banche tedesche, l'eurozona, l'euro tutto, disastreremmo il dollaro e goldman sachs, e probabilmente travolgeremmo l'economia nel suo complesso e potremmo domani mattina andarcene a pescar triglie, o, ancora meglio, a coltivare zucchine.

Manderemmo a ramengo l'intero mondo economico e sociale dall'occidente all'oriente e saremmo costretti a ripartire.

Saremmo finalmente primi in qualcosa, saremmo il detonatore del Grande Crollo finale... forse riusciremmo anche ad anticipare sul tempo quei poteri che vogliono il Grande Crollo ma non fino a quando tutto non è perfettamente preparato, e forse anche scombinarne i piani e mandarli definitivamente a gambe all'aria.

Insegneremmo al mondo a preferire la condivisione all'accaparramento e vivere finalmente come un pianeta normale.

Vuoi mettere che soddisfazione?

Così forse tra qualche tempo il mondo intero ci ringrazierebbe e si ricorderebbe di noialtri, disgraziati sgarruppati e sgangherati mangiaspaghetti, ma pur sempre geniali e in grado di trovare una soluzione quando tutti annaspano.

E tutto questo è nelle mani di Berlusconi e di chi lo sostiene.

Nelle mani di Umberto Bossi.

Andrà sicuramente bene.

Saluti felici

Felice Capretta

domenica 23 ottobre 2011

Grasse risate e ordini

Merkel e Sarkozy (ed i giornalisti presenti) prima hanno riso dell'Italia. Poi hanno dato ordini.



Sguardo di intesa, pizzico di imbarazzo e grasse risate, come tra parenti che rispondono ad una domanda sul nuovo ambizioso progetto sviluppato dal cugino scemo.

E non è che la realtà sia molto distante.

Questo per la parte di risate.

Per gli ordini, inutile entrare nel merito dei dettagli. Basti dire che l'unione europea, insieme ai duo franco-tedesco, sta facendo montare la pressione sull'Italia per fare sforzi per rimettere i conti in ordine.

Sarkozy:

Io e la cancelliera Merkel abbiamo incontrato Berlusconi e Papandreou per ricordargli le responsabilità che hanno e le decisioni che devono prendere

Si, padrone.

E comunque il riassetto dei conti non avverrà, perchè già la situazione italiana è definitivamente compromessa e non sarebbe sostenibile in tempi di prosperità, figuriamoci in tempo di crisi. La pressione aumenta e continuerà ad aumentare, finchè non saremo ridotti come la Grecia, e anche oltre.

Per il resto, le decisioni principali sono rimandate ai prossimi giorni, tra cui il EFSF, la ricapitalizzazione delle banche ed altre cosacce.


Elezioni in Tunisia

Se un popolo unito e' riuscito a rovesciare una dittatura trentennale senza aiuti ed in modo sostanzialmente pacifico dimostrando che un mondo diverso e migliore è dietro l'angolo, non bisogna dimenticare che il vecchio mondo è altrettanto dietro l'angolo.

Oggi si è votato in Tunisia per eleggere l'assemblea costituente.

La sensazione è che non servirà a molto, salvo clamorose sorprese.

La sensazione è che le cose create con gli strumenti del vecchio mondo sono cose che appartengono al vecchio mondo. Un'elezione è una cosa che appartiene al vecchio mondo, e la assemblea Costituente che ne sarà espressione sarà probabilmente qualcosa che segue le logiche del vecchio mondo.

Non è comunque obbligatorio che vada così... quindi in bocca al lupo al popolo tunisino


I piaceri dell'orto

Riceviamo e volentieri pubblichiamo: Tempo di semina dei piselli e di aglio.

Ormai l'orto estivo sta esaurendo i suoi doni ed è tempo di rimpiazzare le colture. Quest'anno, dato il clima mite, è stato molto generoso e fino alla settimana scorsa la raccolta ha dato delle belle soddisfazioni. Non mi era ancora capitato di raccogliere melanzane a metà ottobre!

Comunque se la terra non è stata calpestata, nel senso che avete predisposto dei caminamenti precisi lasciando intonsa la terra lavorata, potete permettervi di dare solo una zappata superficiale per togliere le erbe indesiderate...et voilà! il più è fatto. Altrimenti vi aspetta la fatica di vangare per dissodare lo zoccolo creatosi. Avrete tagliato già l'erba i giorni scorsi oppure fatelo ora prima di zappare ma non portatela via dal campo! Perchè come diceva la nonna : "Il campo dice : lasala a me la mia erba e tegnela te la tua merda.." che tradotto vuol dire : lasciala a me la mia erba e tienila tu la tua mer.. ehm... Quindi l'erba tagliata verrà adagiata sulla terra lavorata ma lasciando delle zone libere in corrispondenza del seme di pisello interrato in modo che appena germinato abbia la luce per vivere. Seguite le istruzioni riportate sulla confezione per seminare alla giusta profondità e ponete i semi a dimora nel numero di 5 o 7 per buca nella settimana che segue i giorni dei santi.

Riguardo l'aglio invece è sempre meglio vangare in profondità per smuovere per bene la terra. Ponete la cima dello spicchio a circa 4cm di profondità e poi paciamate per bene o vi toccherà in primavera zappettare ogni settimana per togliere le erbe indesiderate.

Finito il lavoro prendetevi 5 minuti seduti vicino al vostro lavoro per immaginarvi i semi già sviluppati e rigogliosi.


Saluti felici

Felice Capretta
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giovedì 20 ottobre 2011

Cos'e' l'eurogendfor in azione ad Atene? E la fine di gheddafi (o chi per esso)



Ah, quante cose di cui parlare oggi. Rivoluzioni, dittatori, bond.

Cos'e' l' Eurogendfor in azione ad Atene?

EGF, l'Eurogendfor è il corpo di polizia europeo di stanza in Italia. Secondo il Trattato di fondazione, ratificato dal parlamento italiano, l'EGF o EuroGendFor è una sorta di super-polizia sovranazionale a disposizione della UE, dell’OSCE, della NATO o di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche.

Una forza composta esclusivamente da elementi delle forze di polizia con status militare, con capabilities di proiezione rapida, con compiti di polizia nella gestione delle crisi.

Risponde al CIMIN, ovvero al consiglio dei ministri degli esteri e della difesa dei paesi che lo sostengono, ed al suo quartier generale permanente.

Orwell, nel suo romanzo 1984, immaginava che la neolingua sarebbe stata zeppa di acronimi come minipeace (per ministero della pace) e simili e la nuova lingua stessa si sarebbe chiamata newspeak.

Wow, doubleplusgood.

Per la cronaca, era con la neolingua che parlava la dittatura.

Comunque è successo che ad Atene abbiamo avuto la seconda e più pesante giornata di scontri. Per avere un'idea basta guardare le foto della prima giornata. Comunque oggi le forze di (in)sicurezza al soldo dei politici greci hanno disperso la folla intorno al parlamento come si fa con i salmoni: affumicati.

Sempre obbediente, il caro buon gas CS.

(dovesse capitarvi tra i piedi, fate tre cose. 1) state calmi e decidete cosa fare, l'obiettivo di chi ve lo tira è farvi correre in tutte le direzioni 2) copritevi gli occhi con occhialini da nuoto e le vie respiratorie con un fazzoletto impregnato di succo di limone o aceto 3) se avete guanti, raccogliete la capsula e rilanciatela al mittente, loro comunque sono equipaggiati con antigas)

Bene, comunque quest'oggi ad Atene c'era una forza di polizia che manganellava, sparava un gas CS di altissima qualità, e non parlava greco ma inglese.

Sta a vedere che l'EurGendFor, che parla inglese ed è meglio equipaggiato delle polizie locali, è già in azione.

Forse l'unione europea voleva essere sicura che i suoi volenterosi ed obbedienti uomini al parlamento greco arrivassero sani e salvi all'approvazione dell'ennesima ferita mortale alla nazione. Dopo, chissene.

Che fortunelli, i greci. Sempre avanti, loro.


La fine di Gheddafi

Trovato in una buca. Dove si nascondeva come un topo.

Ha sparato, anzi no, si è consegnato implorando di non sparare.

La sua pistola è stata presa come un trofeo.

Aveva tanti sosia che non si sa se quello che hanno preso fosse davvero lui.

Era un dittatore della peggior specie e non tollerava la libertà di parola.

Era sospettato di sostenere gruppi estremisti.

Ha fatto proprio una brutta fine, Saddam Hussein.

Si, proprio Saddam Hussein.

Curiosa coincidenza. Gli amanti della comunicazione dovrebbero riconoscere lo schema della propaganda, sempre lo stesso e sempre uguale.

Comunque questa sera i tg hanno dato molto spazio alla cattura / assassinio / morte naturale e altro di una persona che dovrebbe o potrebbe essere gheddafi. Il suo epitaffio visto sulle tv nazionali non ha menzionato mai il trattato di amicizia stipulato con l'Italia che comprendeva la non aggressione, stracciato nel giro di qualche mese al primo stormir di missili franco-britannici dai volenterosi obbedienti al seguito del chihuahua mannaro frattini.

A noi piace ricordarlo così: con la foto sul petto dell'eroe della resistenza anti-italiana mentre camminava fianco a fianco con il suo gemello berlusconi, che gli faceva il baciamano e lo chiamava "il mio amico". Con il look alla michael jackson (chissà cosa gli è preso, poi?).

Era proprio il sosia migliore, come ce ne sono pochi.

Ci mancherà.



Telegraph: bond italiani al punto di non ritorno

Chi ci segue su twitter (ehi, sei iscritto? seguimi!) la sapeva già: il telegraph scrive apertamente , pur mancando di rilevanti argomentazioni, che i bond italiani sono arrivati al punto di non ritorno. Preso il rendimento da pagare in forma di interessi passivi arriverà al 6%, ed a quel prezzo non saremo più in grado di sostenere quel debito.

La cosa interessante è notare come cambiano le parole sui media. 

Finchè sei solvibile, li chiamano "titoli di stato" o "buoni del tesoro". Gli affezionatissimi ricorderanno i famosi "titoli di stato argentini" o "buoni del tesoro argentini", come li chiamavano prima del deafult. Poi l'argentina è finita in default e sono  diventati "i bond argentini".

Perchè le parole hanno il loro potere, e quando incominciano a chiamarli "bond" forse è meglio che li vendi a qualcun altro. 

Forse non avevamo bisogno di sapere che siamo al punto di non ritorno.

Forse ci manca solo l'eurogendfor sotto casa per capirlo.

Tanto il nostro gheddafi locale ce l'abbiamo già.

Oh, beh, è vero...noi ce lo teniamo.

Italiani, eterni secondi.

Saluti felici

Felice Capretta

ps: devo le mie scuse ai numerosi lettori che mi interpellano direttamente nei commenti: negli utlmi due/tre post non sono riuscito a rispondervi. Sono effettivamente un tantino preso, ma posso assicurarvi che li ho letti tutti. Tornerò presto a rispondere con regolarità.

Cartoline dalla Grecia: dalla culla alla tomba della democrazia.

Le immagini di ieri. 

Oggi, secondo giorno di sciopero generale. 

Il parlamento sta votando in favore delle ulteriori misure di strangolamento dell'economia greca per sbloccare l'annesima tranche di strozzinag... ehm, di prestiti per pagare il debito che comunque la grecia non potrà pagare (e pagheranno i greci). 

Il paese è fermo ed isolato. 

Gli unici greci a favore del piano del governo sono quel centinaio di deputati che siedono in parlamento e formano la maggioranza. 

Alla faccia della democrazia nel paese che l'ha vista nascere. 

Grecia, la culla e la tomba della democrazia.


A passenger takes a photograph of a departure board during a 12-hour work stoppage by air traffic controllers at the Athens International Airport, Eleftherios Venizelos, Wednesday, Oct. 19, 2011. Private and public sectors shut down across Greece Wednesday at the start of a 48-hour general strike that unions vowed would be the largest in years, to protest a new round of austerity measures designed to avoid a potentially catastrophic default. Photo: Thanassis Stavrakis / AP


A man throws his fishing line in front of a  docked ship during a strike in the port of Piraeus, near Athens, on Wednesday, Oct. 19, 2011. A two-day general strike that unions vow will be the largest in years grounded flights, disrupted public transport and shut down everything from customs offices to shops and schools in debt-ridden Greece on Wednesday. Photo: Petros Giannakouris / AP

A man passes a pile of garbage in the centre of Athens, Greece on 08 December 2009. Garbage collectors of Municipality of Athens are on strike since 30 November.  EPA/ORESTIS PANAGIOTOU


Riot policemen march next to a pile of garbage during a trash collectors strike in Athens.


Strikes



Yiorgos Karahalis/REUTERS



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A riot police officer is covered by black paint during clashes outside the Greek Parliament, Wednesday Oct. 19, 2011. A two-day general strike that unions vow will be the largest in years grounded flights, disrupted public transport and shut down everything from shops to schools in Greece on Wednesday, as at least 50,000 protesters converged in central Athens. All sectors, from dentists, state hospital doctors and lawyers to shop owners, tax office workers, pharmacists, teachers and dock workers walked off the job ahead of a Parliamentary vote Thursday on new austerity measures. Photo: Lefteris Pitarakis / AP


Greek riot police officers, covered in red paint thrown by protesters, react during clashes in central Athens Wednesday, Oct. 19, 2011 . Greek anger over new austerity measures and layoffs erupted into violence Wednesday, as demonstrators hurled chunks of marble and gasoline bombs and riot police responded with tear gas and stun grenades that echoed across Athens' main square. . Photo: Petros Giannakouris / AP


Athens braces for anti-austerity protests

mercoledì 19 ottobre 2011

GEAB 58 italiano parte pubblica 2/2 - la decimazione delle banche occidentali

Parte seconda. Se avete perso la prima parte del geab 58 in italiano parte pubblica potete andare qui.

inoltre segnaliamo che è iniziato oggi il più grande sciopero della storia moderna della grecia, della durata di 48 ore. il paese è tecnicamente isolato e già da ora stanno affluendo al parlamento.




La decimazione del personale bancario

Cominciamo dai numeri, allora! Il quadro è davvero desolante per i lavoratori dipendenti del settore bancario (ed ora anche per le "stelle del sistema bancario"): a partire dalla metà del 2011 Wall Street e Londra hanno continuamente annunciato licenziamenti di massa, diffusi anche da centri finanziari secondari, come quelli svizzeri, europei e giapponesi. 

In due ondate, diverse centinaia di migliaia di posti di lavoro sono scomparsi: la prima quella del 2008-2009, poi quella  della tarda Primavera di quest'anno. 

E questa seconda ondata sta gradualmente prendendo piede con il passare dei mesi. 

Con la recessione globale in corso, con il prosciugamento dei flussi di capitale verso gli Stati Uniti ed il Regno Unito (a seguito dei cambiamenti geopolitici ed economici in corso) (16), con le enormi perdite finanziarie negli ultimi mesi, con regolamenti di ogni tipo che “spezzano” gradualmente il super-redditizio modello bancario e finanziario degli anni 2000, i leaders delle grandi Banche Occidentali non hanno scelta: devono a qualsiasi prezzo tagliare i costi, il ​​più profondamente e rapidamente possibile. 

Pertanto, la soluzione più semplice (dopo quella di sovraccaricare di costi i clienti), è quella di licenziare decine di migliaia di dipendenti. 

Ed è quello che sta accadendo. 

Ma lungi dall'essere un processo controllato, più o meno ogni sei mesi i leaders delle Banche Occidentali scoprono di aver sottovalutato la portata dei problemi, e sono quindi obbligati ad annunciare nuovi licenziamenti di massa. 

Con la “ tempesta perfetta” politica e finanziaria che si profila negli Stati Uniti per i prossimi mesi di Novembre e Dicembre (17), LEAP/E2020 prevede una nuova serie di annunci di questo tipo, ad inizio del 2012. Certo che i "cost-killers" del settore bancario hanno alcuni “buoni” trimestri davanti a loro; basta vedere che la Goldman Sachs (che è anche direttamente interessata da questa situazione) si è ridotta a dover limitare il numero delle piante verdi ornamentali, nei suoi uffici, per risparmiare denaro! (18 ) Anche se, dopo l’eradicazione delle piante verdi, sono di solito i "pink slips" (19) che fioriscono.

La decimazione delle Banche
In un certo senso, il sistema bancario occidentale sembra assomigliare sempre di più all'industria siderurgica occidentale nel 1970. 

Così come i "padroni delle ferriere” pensavano di essere i padroni del mondo (contribuendo attivamente, fra l’altro, allo scoppio delle guerre mondiali), allo stesso modo i nostri più importanti "banchieri d'affari" pensavano di essere Dio (come il CEO di Goldman Sachs), o quanto meno i padroni dell'Universo. 

L'industria siderurgica è stata per decenni la "punta di diamante", l’“esempio economico" per eccellenza del potere. 

Questo era allora misurato attraverso le decine di milioni di tonnellate d’acciaio, esattamente come negli ultimi decenni esso è stato misurato  attraverso i miliardi di bonuses per i dirigenti delle Banche d'Affari e per i traders

E poi, nel corso di due decenni per l'industria dell'acciaio, in due/tre anni per le Banche (20), l'ambiente è cambiato: l'aumento della concorrenza, il crollo dei profitti, i licenziamenti di massa, la perdita d’influenza politica, l'abolizione delle massicce sovvenzioni ed, in definitiva, le nazionalizzazioni e/o le ristrutturazioni, stanno dando vita ad un settore di piccole dimensioni, rispetto a quello che esso era al suo apogeo (21). 

In un certo senso, dunque, l'analogia può essere applicata a ciò che attende il settore bancario occidentale nel 2012/2013.

 
Variazioni di prezzo delle azioni (e quindi perdite) per i contribuenti britannici, dopo la parziale acquisizione del Governo di RBS e Lloyds - Fonte: Guardian, 10/2011


Già nel 2008 a Wall Street, Goldman Sachs, Morgan Stanley e JP Morgan hanno dovuto improvvisamente trasformarsi in "holding bancarie" per essere salvate. 

Nella City, il Governo Britannico ha dovuto nazionalizzare un’intera fascia del sistema bancario e, fino ad oggi, il contribuente britannico ha continuato a sostenerne i costi, poiché i prezzi delle azioni delle Banche sono crollati di nuovo nel 2011 (22). 

Questa è inoltre una delle caratteristiche del sistema bancario occidentale, preso nel suo complesso: questi players finanziari privati ​​valgono praticamente nulla. 

La loro capitalizzazione di mercato è andata in fumo. 

Naturalmente tutto ciò crea opportunità per nazionalizzazioni a basso costo, a partire dal 2012, perché è questa la scelta che sarà imposta agli Stati, agli USA così come all’Europa o al Giappone. 

Che si tratti, ad esempio, della Bank of America (23), della Citigroup o della Morgan Stanley (24) negli Stati Uniti, della RBS (25) o dei Lloyds nel Regno Unito (26), della Société Générale in Francia, della Deutsche Bank (27) in Germania, oppure della UBS (28) in Svizzera (29), alcuni grandi Istituti, "troppo grandi per fallire", invece falliranno. 

Saranno accompagnati da un’intera fascia di Banche medie o piccole, come la Max Bank ad esempio, che ha appena presentato istanza di fallimento in Danimarca (30).
Di fronte a questa "decimazione", le risorse degli Stati saranno presto terminate, soprattutto in questi tempi di austerità, di basse entrate fiscali e d’impopolarità politica riguardo il salvataggio delle Banche (31). 

I leaders politici, quindi, devono concentrarsi sulla tutela degli interessi dei risparmiatori (32) e dei dipendenti (due aree piene di promesse elettorali), invece di tutelare gli interessi dei dirigenti e degli azionisti delle Banche (due aree piene di insidie ​​elettorali, i cui precedenti del 2008 ne hanno dimostrato l’inutilità economica) (33). 

Questo si tradurrà in un nuovo crollo dei prezzi delle azioni finanziarie (comprese le assicurazioni, la cui situazione viene considerata molto "vicina" a quella bancaria) e nell’aumento delle turbolenze per gli hedge fund, per i fondi pensione (34) e per gli altri player tradizionalmente intrecciati al settore bancario occidentale. 

Non c'è alcun dubbio che tutto ciò rafforzerà l'ambiente recessivo generale, contribuendo altrettanto bene a limitare i prestiti all'economia (35).



Debito pubblico globale (1990-2010) (in% del PIL, a tassi di cambio costanti 2010) - Fonti: BRI/McKinsey, 08/2011

Per semplificare la visualizzazione di questo sviluppo, si può dire che il mercato bancario occidentale, riducendo in modo significativo la portata ed il numero dei suoi player, deve proporzionalmente ridurre sé stesso. In alcuni paesi, specialmente quelli in cui il 70% o più del mercato bancario è nelle mani delle grandi Banche, ci sarà inevitabilmente la scomparsa dell’uno o dell'altro di questi grandi player ... qualunque sia il suo leader, o qualsiasi cosa dicano gli stress-test o le agenzie di rating (36). 

Se si è azionisti (37) o clienti di una di quelle Banche che potrebbero crollare nella prima metà del 2012, si dovrebbero prendere delle precauzioni. 

Il nostro team presenta, in questo numero, una serie di raccomandazioni al riguardo. Se si è funzionari o dipendenti di una tale istituzione, le cose diventano più complicate perché, ora, pensiamo che sia troppo tardi per evitare i fallimenti in serie, ed inoltre il mercato del lavoro bancario è saturo a causa dei licenziamenti di massa. 

Tuttavia, il nostro team dà qui un consiglio, nel caso siate un dipendente di una di queste istituzioni: se siete stati oggetto di un'interessante offerta di dimissioni volontarie, accettatela perché, nei prossimi mesi, gli esuberi non saranno più su base volontaria, e le condizioni potrebbero essere molto meno favorevoli.




Fine Geab 58.

Saluti felici


Felice Capretta






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Note:
(1) La decimazione era una delle punizioni militari romane, che prevedeva la morte di un legionario ogni dieci, quando l'esercito aveva mostrato codardia, disobbedienza o comportamenti inappropriati. Il sistema romano di decimazione funzionava per sorteggio.
(2) Regolamenti che incidono notevolmente sulle attività più redditizie delle Banche. Fonte: The Independent, 2011/12/10.
(3) Il nostro team crede che la percentuale sia compresa tra il 10 ed il 20%.
(4) Nebbia di guerra a cui i principali media contribuiscono “incidentalmente” in larga misura,  invece di cercare al contrario di chiarire la situazione.
(5) Considerando la decimazione in senso lato, in altre parole il calo può essere molto di più del 10% di epoca romana.
(6) Per quanto riguarda LEAP/E2020, questo tipo di classificazione non presagisce alcunché, in quanto la “scossa” sarà molto più alta per intensità e durata, rispetto alle ipotesi degli stress test. E questo vale anche per le Banche degli Stati Uniti, naturalmente.
(7) Per quanto riguarda Barack Obama, in posizione difficile per le prossime elezioni presidenziali, sia per il suo disastroso record economico, sia per la profonda delusione della maggior parte di coloro che lo hanno votato nel 2007, a causa delle molte promesse irrealizzate, egli deve a tutti i costi cercare di incolpare qualcuno o qualcosa per lo stato disastroso dell'economia e della società americana. Ed allora, perché non la Grecia e l'Euro? Quando questo gioco non funzionerà più (in un paio di mesi), sarà necessario trovare qualcos'altro, ma la miopia gestionale è una specialità dell’Amministrazione Obama; nessun dubbio che il suo Segretario al Tesoro Timothy Geithner, fedele alla connessione con Wall Street, saprà trovare un'altra spiegazione.  In ogni caso non sarebbe colpa di Wall Street, possiamo essere certi almeno di questo. In caso contrario, l'amministrazione Obama avrà sempre il "fantasma dell'Iran" da evidenziare, per cercare di distogliere l'attenzione dai problemi interni degli Stati Uniti. Per inciso, questa sembra essere la situazione attuale, con la tipica “storia del gallo-e-del-toro” relativa al tentato assassinio dell'Ambasciatore Saudita a Washington, da parte dei trafficanti di droga messicani, pagati dai servizi segreti iraniani. Persino Hollywood si sarebbe fermata davanti all'improbabilità di un tale scenario, ma per salvare il soldato "Wall Street" e cercare di essere rieletto, non vale la pena di tentare? Fonti: Huffington Post, 26/07/2011, NBC, 13/10/2011
(8) Questi importanti media (finanziari o generalisti) si sono inventati una brillante storia, nel prevedere la crisi. Vi ricordate i loro titoli allarmati del 2006, riguardo la crisi dei subprimes del 2007, o che annunciavano l’"implosione" di Wall Street nel 2008 e, ovviamente, che all'inizio del 2011 annunciavano l’importante ritorno della crisi nell'Estate del 2011! No, non ricordate? Non preoccupatevi, la vostra memoria sta bene ...  perché non hanno mai fatto, di questi cose, i titoli di testa dei loro giornali, non hanno mai preavvertito i lettori di questi grandi eventi e delle loro cause. Quindi, se si continua a pensare (come essi ripetono tutti i giorni) che i problemi attuali siano causati "dalla Grecia e dall'Euro", in realtà si sta  pensando che essi siano improvvisamente diventati tutti onesti, intelligenti ed acuti ... e si deve credere quindi anche a Babbo Natale. Tutto ciò è seducente, ma non molto efficace per affrontare il mondo reale.
(9) Per lungo tempo il nostro team ha sottolineato le difficoltà europee, prevedendo piuttosto correttamente l'evoluzione della crisi sul «Vecchio Continente». Cerchiamo però di non cadere vittima della sindrome dell’”albero europeo”, che nasconde la foresta dei grandi problemi degli Stati Uniti e del Regno Unito.
(10) Un po' d’informazione: coloro che hanno scommesso sul collasso dell’Euro un mese fa, hanno perso denaro. Al ritmo di una "fine dell'Euro" ogni circa 4 mesi, non avranno più molto tempo da qui alla fine del 2012.
(11) Mentre gli Stati Uniti, per esempio, non sono stati in grado di dimostrare la loro capacità di superare la contrapposizione repubblicana e democratica sul controllo dei loro deficit federale.
(12) E' spaventoso vedere la preoccupazione del G20 riguardo l'Euro, mentre la questione centrale del futuro è il Dollaro! Ovviamente, l'enorme operazione di manipolazione dei media, lanciata da Washington e Londra, è riuscita ancora una volta a rinviare, per un po’ di tempo, l’inevitabile messa in discussione dello status di centralità della valuta statunitense. Come anticipato dal nostro team, non ci si può aspettare alcunché dal G20 fino alla fine del 2012. Si continuerà a parlare, a far finta di agire e ad ignorare di fatto le questioni chiave, che sono ben più difficili da mettere sul tavolo. I recenti annunci di un aumento delle risorse per il FMI, sono una parte di queste parole vuote, a cui non sarà dato seguito, perché i BRICS (gli unici in grado di aumentarne i fondi) non finanzieranno un Istituto in cui continuano ad avere un’influenza solo marginale. Nel frattempo, questi annunci servono a far credere che c'è ancora un impegno comune per un’azione internazionale. L'allarme sarà tanto più doloroso nei mesi a venire.
(13) Se pensate alla Grecia è perché o siete greci, o siete un dirigente o un azionista di una banca che ha fatto prestiti eccessivi a questo paese, negli ultimi dieci anni.
(14) Ed in qualche modo anche per i due Stati interessati. Sapere se tali mercati finanziari siano una benedizione o una maledizione per gli Stati e le persone che li ospitano, è qualcosa di controverso e del resto già ampiamente discusso.
(15) "Quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito" .
(16) Tra la crescente integrazione di Eurolandia, che priva la City sia di mercati redditizi che di più stretti legami economici, finanziari e monetari con i BRICS, bypassando Wall Street e la City, sono sempre più le quote di mercato finanziario globale in fuga da Londra e dalle Banche di New York.
(17) Cfr. GEAB N. 57.
(18) Fonte: Telegraph, 19/08/2011.
(19) Negli Stati Uniti il «pink slip» è un modulo color  rosa che indica il licenziamento. Fonte: Wikipedia.
(20) Ci vuole più tempo per riposizionare l'industria pesante, rispetto alla scrivania di un commerciante.
(21) Questa è, più o meno, la procedura seguita negli Stati Uniti ed in Europa.
(22) Cfr. tabella qui sopra.
(23) Bank of America è sicuramente alla confluenza di grandi e crescenti problemi: una causa legale contro di essa fa richiesta di 50 miliardi di Dollari per aver nascosto le perdite dovute all'acquisizione di Merrill Lynch, a fine 2008; il massiccio rifiuto, da parte dei clienti, della sua decisione di imporre un costo di $ 5 al mese per i pagamenti in contanti; un lungo ed inspiegabile incidente al suo sito web; una serie di processi sui problemi dei subprimes che coinvolgono, oltre ai singoli proprietari, anche gli enti locali;  la minaccia di una richiesta di fallimento, un’altra riguardo un’acquisizione nel 2008, per limitarsi alle cose più gravi. Secondo LEAP/E2020, essa incarna la Banca ideale statunitense per uno scenario di crack, tra il Novembre 2011 ed il Giugno 2012. Fonti: New York Times, 27/09/2011; ABC, 30/09/2011; Figaro, 29/06/2011, CNBC, 30/09/2011, Bloomberg, 16/09/2011.
(24) La Banca statunitense che, nel 2008, ha ricevuto la più grande fetta di finanziamenti pubblici e che, ancora una volta, sta terrorizzando i mercati. Fonti: Bloomberg, 30/09/2011; Zerohedge, 2011/04/10
(25) Una delle banche più vulnerabili in Europa. Fonte: Telegraph, 14/10/2011
(26) Che sta esso stesso aspettando il taglio del suo  rating. Fonte: Telegraph, 2011/12/10
(27) La banca tedesca leader, già esposta ad un taglio del rating del credito. Fonte: Spiegel, 14/10/2011
(28) Anche UBS è sulla strada per un taglio del rating del credito. Fonte: Tribune de Genève, 15/10/2011.
(29) Société Générale, Deutsche Bank e UBS hanno un punto in comune di particolare interesse: tutte e tre si sono precipitate verso l’”El Dorado” Stati Uniti negli ultimi dieci anni, investendo come marinai ubriachi nella bolla finanziaria statunitense (la Deutsche Bank nei subprimes, così come la Société Générale nei CDS, e l’UBS nell’evasione fiscale). Oggi non sanno come uscire da questo vortice, che le spinge ogni giorno sempre più a fondo. En passant, ricordiamo che nel 2006 raccomandavamo che le istituzioni finanziarie europee si liberassero dai mercati statunitensi nel più breve tempo possibile, perché essi ci apparivano molto pericolosi.
(30) Fonte: Copenhagen Post, 2011/10/10. 
31) Anche la BBC, certamente segnata dai tumulti britannici nell'Estate del 2011, si pone una domanda, "impensabile" appena un anno fa per questo tipo di media: possono gli Stati Uniti aspettarsi disordini sociali? La domanda contiene già la risposta. Ed in Europa un paese come l'Ungheria, con un Governo Social-Nazionalista al potere, ha direttamente accusato le Banche, soprattutto quelle straniere, di essere responsabili della crisi che attanaglia il paese. Fonte: BBC, 20/09/2011; New York Times, 29/10/2011.
(32) Di cui un numero sempre maggiore ha cominciano a ribellarsi contro le pratiche del sistema bancario, soprattutto negli Stati Uniti, dove è in crescita esponenziale il rifiuto di Wall Street, il che indebolisce quotidianamente le principali Banche degli Stati Uniti. Fonti: CNN Money, 2011/11/10, MSNBC, 2011/10/11.
(33) Ed anche peggio della inutilità economica, dal momento che un recente studio ha dimostrato che le Banche che hanno ricevuto finanziamenti pubblici sono state quelle che successivamente hanno dimostrato di essere più inclini a fare investimenti rischiosi. Source: Huffington Post, 16/09/2011.
(34) I fondi pensione pubblici degli Stati Uniti sono ora di fronte ad una voragine finanziaria stimata tra 1.000 e 3.000 miliardi di Dollari. Le Autorità Pubbliche degli Stati Uniti sceglieranno di salvare le Banche, oppure i loro pensionati? Perché presto dovranno scegliere. Fonte: MSNBC, 23/09/2011.
(35) Fonte: Telegraph, 2011/02/10
(36) Nessuna di queste Banche è in grado di resistere alla recessione globale, ed alla fusione esplosiva delle attività finanziarie, che prevarranno nei prossimi mesi.
(37) Avremmo potuto anche sviluppare il tema che riguarda il processo di "decimazione degli azionisti delle Banche".