venerdì 28 gennaio 2011

Breaking news: chiusa internet in Egitto, grande manifestazione alle 12

AGGIORNAMENTO h11:00 - funziona solo un piccolo gestore di telefonia mobile (che tra l'altro prende traffico da telecom italia sparkle, speriamo che a roma non se ne accorgano o chiudono tutto per solidarietà al regime...!) e alcuni piccoli gestori con i vecchi modem dial-up.

Da quelle connessioni traballanti afflusicono notizie da twitter. Questo è un twit dei più commoventi, a nostro avvio:

"Egyptian Christians said they will guard the Muslims from the police while they on Friday Pray"
, ovvero "I cristiani d'egitto dicono che proteggeranno i musulmani dalla polizia mentre sono alla preghiera del venerdì". Potete seguire gli hashtag #jan28 e #jan25 (vecchio ma qualcuno lo usa ancora).




Breaking news - da questa mattina Internet non è più accessibile al Cairo ed in tutto l'Egitto secondo France Presse.

Segnalate anche difficoltà a comunicare via SMS.

In nottata il ministero dell'Interno ha avvertito che saranno prese "misure decisive" contro i manifestanti, "in conformità con la legge".

Sembra dunque chiara la prima mossa di risposta del governo alla convocazione della grande manifestazione prevista per oggi dopo la preghiera del venerdì e convocata da tutti i gruppi di opposizione e dalle chat, dai forum, dai blog, ma soprattutto dalle persone che sono stanche del regime di Mubarak.

Questo il risultato.




Ieri Suez è stata teatro di scontri massicci tra manifestanti e forze dell'ordine, con una caserma dei pompieri data alle fiamme e la folla dispersa da proiettili di gomma. Nel Sinai si conta una vittima.

La situazione in Egitto è precipitata dopo che i disordini in Tunisia si sono estesi alla vicina nazione.

E ieri è giunto in Egitto il diplomatico Mohamed El Baradei.

El Baradei, come ricorderanno gli affezionati lettori, è stato il responsabile dell'Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica e si è sempre distinto per aver affermato con forza l'assenza di armi di distruzioni di massa in Iraq prima dell'aggressione americana del 2003, facendo così da baluardo all'offensiva diplomatica che preparo' la strada all'aggressione armata. Il baluardo non tenne, gli angloamericani convinsero il mondo che Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa con interpretazioni fuorvianti delle foto satellitari (dove un camion chiuso diventava un mezzo che trasportava armi chimiche) e giustificandosi a colpi di articoli e servizi televisivi entrarono in Iraq mettendo a ferro e fuoco il paese.

E Babilonia La Grande infine cadde.

( /me scrive in delirio messianico vestito con una tunica bianca e citando l'apocalisse con il calendario alla mano : ))

Ma si scoprì poi che era El Baradei, e non gli angloamericani, ad avere ragione.


El Baradei ha dichiarato:

Non voglio prendere il potere ma contribuire alla transizione democratica e pacifica
[...]
Sono col popolo e il regime deve capire che non si può più tornare indietro.
[...]
È il momento del cambiamento.

La presenza e le parole di El Baradei, cittadino egiziano stimato nel mondo, hanno dato ulteriore spinta alle manifestazioni popolari.
Oggi è il giorno più lungo per questa settimana che si chiude in Egitto.

Stay tuned - seguiremo con attenzione l'evolversi della situazione a partire dalle ore 12, l'ora della preghiera del Venerdì.

Sono 35 i luoghi di culto indicati dagli organizzatori su Facebook come punto di ritrovo per le manifestazioni e l'obiettivo è quello di raggiungere nuovamente piazza Tahrir che i manifestanti avevano occupato per varie ore martedì.

El Baradei attenderà l'ora della manifestazione e al momento della preghiera sarà in una moschea a Giza.

Tunisia, nuovo successo delle proteste

Il popolo tunisino ha ottenuto un altro successo: il nuovo e gattopardesco governo che comprendeva ministri del partito di Ben Ali è stato costretto al rimpasto dalle proteste di piazza ed ha eliminato i ministri del partito di Ben Ali dai ministeri chiave: difesa, interno, esteri, finanze.


Turchia, scontri studenti - polizia


Segnalati scontri anche ad Ankara ed Istanbul: cariche della polizia, lacrimogeni ed idranti usati contro gli studenti che protestavano contro il governo conservatore islamico.


Saluti felici

Felice Capretta

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Are We Witnessing the Start of a Global Revolution?

http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=22963

Anonimo ha detto...

http://it.finance.yahoo.com/echarts?s=EGX30.CA#symbol=egx30.ca;range=1y;compare=;indicator=volume;charttype=area;crosshair=on;ohlcvalues=0;logscale=off;source=;

se funziona l'indice di borsa vuol dire che internet è in funzione, no???

anon

Anonimo ha detto...

http://finanza.repubblica.it/News_Dettaglio.aspx?code=724&dt=2011-01-27&src=TLB

pardon non ci avevo fatto caso, ho detto una stronzata. ad ogni modo pare che il blocco sia dns e non dell'intera rete.

anon

Anonimo ha detto...

non si può più tornare indietro.
[...]
È il momento del cambiamento.

PER GLI ITALIOTI SI POTREBBE PROVARE A SCRIVERLO SUI PACCHETTI DI SIGARETTE.

:-)

Anonimo ha detto...

segnalo:


http://mikephilbin.blogspot.com/2011/01/egypt-under-siege.html

luigi ha detto...

Hey, guardate! Sarkozy è diventato comunista!

(lo so che non c'entra molto con il post, ma forse invece il collegamento c'è, e non sapevo dove altro postare)

Da zerohedge

"Quote Sarkozy talking to Dimon, per Reuters:

"The world has paid with tens of millions of unemployed, who were in no way to blame and who paid for everything. It caused a lot of anger. Too much is too much. The world was stupefied to see one of five biggest U.S. banks collapse like a house of cards. We saw that for the last 10 years, major institutions in which we thought we could trust had done things which had nothing to do with simple common sense. That's what happened... There is an ocean between flexibility and the scandal we saw. So if people present me as obsessed with regulation, it's because there is a need for regulation. I don't contest the principle of securitisation, but when one offshore country guaranteed 700 times its GDP, are we in the market economy or in a madhouse? Bonuses don't bother me, provided there are also ... draw-downs when there are losses. When things don't work, you can never find anyone responsible. Those who got bumper bonuses for seven years should have made losses in 2008 when things collapsed.""

Roberto ha detto...

Mah, c'è un mio conoscente , che si qualifica genericamente come "consulente" che è appena stato un paio di settimane in Tunisia , per "aiutare con la sua consulenza".
Da alcuni giorni è in Egitto (sic!) e, pare che stia per ripartire , alla volta della Turchia o della Libia , non so, deciderà all'ultimo momento.

è proprio sfortunato , vero?
In ogni caso garantisco che il governo Tunisino ha già riallacciato i rapporti con le aziende investitrici, garantendo , e questo lo assicuro personalmente, uno "spirito" di collaborazione veramente inusitato.

D'altro canto anche in Egitto si sta parlando dell'instaurazione di nuove zone franche e di agevolazioni maggiori per gli investitori.

La mia impressione è che , per le grandi aziende un governo dittatoriale e gestito da un pade padrone è molto costoso , una democrazia debole , che necessita disperatamente di soldi è più manovrabile.
Questa è una chiave di lettura di cosa sta succedendo , inoltr faccio notare che , tagliata la testa ai vertici in Tunisia i funzionari sono rimasti tutti al loro posto , compresi i potentissimi rais provinciali , che hanno in esclusiva il rapporto con le aziende straniere ( si occupano di trovare i terreni , gestiscono i sussidi e agevolano i permessi).
Un governo democratico , e quindi frammentato è più facile da gestire per questa gente , Ben Alì voleva la tangente personalmente.
Altro aspetto inusitato del problema tunisino , è che in nessun caso si è parlato del re , Mohammed VI, nessuno ha mai messo in discussione la sua figura, lui sarà il collante del nuovo governo , simbolo come i Windsor sono per l'Inghilterra.
Quindi , in Tunisia si parla più di caduta del governo che di rivoluzione.

L'Egitto , invece, è una mina pronta ad esplodere , dal punto di vista politico , ha il vattaggio di essere un popolo coeso da migliaia di anni , ma mancava una figura accentratrice del consenso popolare , una altro simbolo.
Voilà è saltato fuori , addirittura un premio Nobel per la pace ben visto dagli Islamici!
ma guarda che fortunata coincidenza , neanche a farlo apposta, vero?


ashalam aleikum ragazzi!
(o shalom aleikem, come volete)

Anonimo ha detto...

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