Lettonia, default o svalutazione del Lat. Effetto domino in Europa?
La Lettonia, dopo la mancata collocazione dei titoli del debito pubblico, e con il finanziamento del FMI a rischio, è a un passo dal bivio: o fa default sul debito o fa svalutazione del Lat. Già la popolazione si è fatta sentire con i primi disordini mesi fa.
Ci sono rischi di effetto domino in Europa.
Prima però facciamo un passo indietro e torniamo agli anni 90 del secolo scorso, al tempo della bolla del sud-est asiatico. La crisi delle cosiddette Tigri Asiatiche al termine degli anni 90 del secolo scorso è iniziata come una crisi finanziaria.
Torniamo in particolare al 2 luglio 1997.
In quel giorno caldo e umido, la borsa thailandese crollo’ repentinamente. Subito segui’ la svalutazione del Bath thailandese.
Nel giro di un paio di settimane, si svalutarono pesantemente anche la Rupia indonesiana, il Peso filippino e il Ringgit malese.
Le borse di tutti questi stati crollarono.
Nel gennaio 1998, il Peso aveva perso il 38% del suo valore rispetto al Dollaro. Il Ringgit aveva perso il 44%, il Bath il 51% e la Rupia indonesiana aveva perso l’80%.
Gli indici di borsa caddero fino al 50%.
Nel giro di pochi mesi, l’effetto domino si estese in tutto l’estremo oriente.
Il 21 novembre il Won sudcoreano perse più del 50% rispetto al dollaro, e solo tre giorni dopo crollarono la più importante società di brokering giapponese e due istituti finanziari del calibro di Sanyo Securities e Hokkaido Taku Shoku.
Nel Gennaio 1999 rischiò anche Hong Kong: messa in liquidazione la Peregrine Investments Holding, la borsa perse il 30%, ma il Dollaro di Hong Kong venne salvato anche dall’intervento cinese.
Il crollo del Bath Thailandese del 2 Luglio 1997 è stato dunque la scintilla che ha avviato la crisi finanziaria delle cosiddette tigri asiatiche.
Gli eventi in lettonia potrebbero provocare un effetto domino simile oggi?
Questo è quello che si chiede RGE Monitor, il sito di Nouriel Roubini, con l’articolo che traduciamo oggi per gli affezionati lettori di Informazione Scorretta.
L’Europa orientale è sull’orlo di una crisi simil-asiatica?
Gli occhi sono puntati su questa piccola economia baltica, nel mezzo di discussioni su una possibile svalutazione, a causa dei potenziali effetti domino verso le altre regioni baltiche, la Svezia e l’Est Europa in generale.
Forti legami commerciali e finanziari, per non parlare delle vulnerabilità macroeconomiche simili, significano che una crisi in Lettonia colpira’ quasi sicuramente le vicine Estonia e Lituania, come già anticipato in questo articolo di RGE Monitor (in inglese, NDFC) a inizio maggio.
Una crisi in Lettonia potrebbe anche avere un effetto domino in Svezia a causa della forte esposizione delle banche svedesi sulle tre repubbliche baltiche.
Il punto di domanda è se e quanto una crisi in Lettonia avrà effetti sulla regione dell’europa centrale ed orientale. I rapporti commerciali diretti e collegamenti finanziari tra la Lettonia e l’europa centrale ed orientale sono limitati. Ciononostante, molte di queste nazioni – in particolare Bulgaria a Romania – condividono le medesime vulnerabilità macroeconomiche della Lettonia, il che significa che una crisi in Lettonia potrebbe “svegliare” gli investitori per una potenziale crisi nel resto della regione.
Qual è il problema della lettonia?
Una volta era il pupillo degli investitori. Il boom economico, con la crescita a due cifre all’inizio di questo decennio, e’ stato accompagnato da squilibri massicci – un deficit corrente del 25% del PIL (tra i più alti al mondo) ed un carico di debito estero che ha raggiunto il 140% del PIL.
La correzione di questi squilibri sarebbe stata una sfida in qualunque circostanza, ma la crisi globale e la conseguente “siccità” di flussi di capitali liquidi hanno alzato la probabilità di una crisi totale della bilancia dei pagamenti. Il Lat, la moneta lettone, è agganciato all’Euro con una fluttuazione dell’1% . Questo tipo di fluttuazioni tendono a non sopravvivere a pesanti aggiustamenti economici come queli attualmente in corso.
(la fluttuazione così stretta è voluta dalla classe dirigente che pianifica di entrare nell’Euro nel 2012, ma una fluttuazione così stretta in una situazione come questa va necessariamente a provocare squilibri sugli altri parametri di Maastricht, il che rende comunque difficile il rispetto di tutti i criteri necessari per entrare nell’Euro, NDFC)
Nelle nazioni con tassi di cambio flessibili, la domanda interna non deve confontarsi con tutta la forza della correzione negli squilibri con l’estero perchè la svalutazione della moneta puo’ assorbire parte del fardello (facendolo naturalmente pagare ai cittadini, NDFC).
L’economia lettone è attualmente in stato vegetativo.
Anche se a dicembre è stato raggiunto un accordo di 7,5 miliardi per un pacchetto di salvataggio del FMI e dell’UE, il governo pronostica una contrazione del 18% nel 2009, il che la rende una delle economia in restrizione più veloce del mondo.
Il punto critico è se effettivamente la Lettonia riceverà la tranche da 1,7 miliardi a fine giugno.
Il vincolo bloccante è la capacità lettone di mantere al 5% il deficit corrente secondo quanto fissato nell’accordo. Il problema sta nel fatto che la caduta della crescita lettone è stata così netta che per mantenere gli accordi presi sei mesi fa è necessaria una estrema stretta fiscale.
Era stimato un calo del 5% del PIL, ora il governo stima un calo del 18%.
La stretta fiscale probabilmente innescherà una recessione ancora più grave. Anche con i tagli al budget, il deficit lettone supererà comunque i limiti, e non è chiaro se il FMI e l’UE accetteranno di allentare le condizioni del prestito. Se la lettonia non riceverà quest’ultima tranche, fronteggerà l’atroce dilemma tra default e svalutazione.
Alcuni indizi suggeriscono che anche in caso di pagamento della tranche di Giugno, la Lettonia non andrà verso la svalutazione. Il 3 giugno sono mancati acquirenti per 100 milioni di dollari di suoi titoli di debito. Mentre le autorità di governo rilasciano affermazioni antisvalutazione, molti commentatori vedono la svalutazione come inevitabile.
Un ex primo ministro ha proposto una svalutazione del 30% ed un ex direttore della banca centrale svedese ha dichiarato di recente che la svalutazione è inevitabile.
Nello stesso momento, la banca centrale lettone ha bruciato le sue riserve in valuta estera nel tentativo di mantenere il Lat nella banda di fluttuazione con l’Euro, passando da 6,6 miilardi di dollari a metà 2008 a 4,1 a fine maggio.
Perchè la lettonia non ha ancora svalutato?
Un ruolo chiave nel mantenere il Lat nella banda di oscillazione è la volontà di aderire all’Euro all’inizio del prossimo decennio. Questo obiettivo sembra sempre più illusorio.
Alcuni affermano che la Lettonia si sta aggrappando alla banda di oscillazione per evitare fallimenti di massa interni, a causa dell’elevato livello di prestiti concessi all’economia lettone denominati in valute estere, circa il 90% del totale. Comunque, come anticipato da RGE Monitor a Dicembre, si verificheranno fallimenti di massa, a prescindere dalle scelte lettoni.
Potenziale contagio
Tra le ragioni date dal FMI a Gennaio per sostenere la Lettonia nella sua volontà di restare nella banda di oscillazione dell’euro c’e’ l’idea che una svalutazione in Lettonia avrebbe effetti di ampia portata oltre la piccola nazione Baltica.
Estonia e Lituania
Forti legami commerciali e finanziari, e le stesse vulnerabilità macroeconomiche, significano che la crisi lettone quasi sicuramente si estenderà all’Estonia e alla Lituania. Le altre repubbliche baltiche sono i suoi partner priviliegiati.
Nel frattempo, le stesse banche svedesi che dominano il sistema bancario lettone dominano anche l’Estonia e la Lituania, costituendo un altro canale di contagio. La lettonia è la più debole delle tre.
Comunque, le altre due repubbliche baltiche hanno avuto anni di boom all’inizio del millennio, accumulando però deficit corrente a due cifre, e tutte e tre sono nel mezzo di severe recessioni.
Ancora più importante, anche Estonia e Lituania rientrano in bande di oscillazione con l’euro, e gli sforzi lettoni stanno solevando domande sulla sostenibilità di questi loro tassi di cambio semifissi.
Svezia
Mentre la Svezia non ha una prospettiva di grave crisi, i suoi forti legami finanziari con le repubbliche baltiche potrebbero tagliare pesantemente le prspettive di crescita del paese nordico. Le banche svedesi sono esposte per prestiti alle repubbliche baltiche per un importo pari al 20% del PIL svedese. Secondo Danske Bank, questi prestiti potrebbero costare alla svezia una cifra totale compresa tra il 2% ed il 6% del suo PIL su molti anni, in funzione di quanti debitori baltici faranno default. Sempre secondo Danske, tutte le banche svedesi esposte alle repubbliche baltiche dovrebbero rimanere solvibili in uno scenario di deflazione. Alcuni analisti teorizzano che potrebbe non volerci molto prima che la Svezia dia aiuti al suo settore bancario.
Europa Orientale e Centrale
La regione ha ha scambi minimi e legami finanziari con le repubbliche baltiche. Quindi il canale di contagio potrebbe essere il “wake up channel”, ovvero una crisi in Lettonia potrebbe “svegliare” gli investitori, allertandoli nei confronti di vulnerabilità simili in altre economie.
Fino ad ora, le prove suggeriscono che il resto dell’Europa orientale e centrale non eviterà completamente gli effetti la svalutazione lettone. Per esempio, la recente ondata di vendite dello Zloty polacco e del Forint ungherese sono state ampiamente attribuite a fattori collegati al potenziale effetto domino di una crisi in Lettonia.
Le nazioni di quella regione non sono un blocco omogeneo. Romania e Bulgaria, in particolare, presentano la stessa traiettoria boom-crollo della Lettonia. Gli squilibri esterni in queste 5 nazioni sono paragonabili, e in alcuni casi superano, l’accumulo degli squilibri prima della crisi del 1997 in Asia.
Per esempio, il deficit corrente nel sudest asiatico dal 95 al 97 è scivolato al 3-8,5% del PIL, mentre in Romani, Bulgaria e nelle repubbliche Baltiche ha superato il 10% del PIL nel 2008. Come nelle repubbliche baltiche, la Bulgaria opera in un regime di cambio semifisso e un fattore chiave è se la crisi in lettonia scuoterà la fiducia nella valuta bulgara.
Romania e Ungheria possono avere cambi flessibili, ma come la Lettonia hanno dovuto rivolgersi al FMI.
Altre nazioni nella regione – Cechia, Polonia, Slovacchia – hanno accumulato squilibri negli ultimi anni e sono nel pieno dei loro bruschi rallentamenti. Comunque, i loro squilibri non hanno mai raggiunto le proporzioni baltiche e balcaniche.
Una crisi lettone potrà colpire la zona euro?
Se si verifica una crisi nella bilancia dei pagamenti nel baltico e se si propaga con effetto domino verso le economie dell’est europeo (notare i grandi SE), la zona euro potrebbe essere coinvolta.
L’esposizione dell’eurozona deriva dalle forti esposizioni delle sue banche sulle economie dell’est, attraverso le loro controllate, dove mantengono un 60-90% della quota di mercato, a seconda della nazione.
Si conclude qui l’articolo di RGE Monitor.
Sulle possibilità di effetto domino in Europa, Europe2020 si era espressa in modo scettico, mentre noi eravamo più possibilisti. Potete approfondire a questo nostro post di traduzione del Geab 33.
Saluti felici
Felice Capretta
Ps: Secondo l’istat, l’industria è ripartita. +1,1% sul trimestre. Ne parliamo poi. Per il momento... ehi, guarda, una capretta.
22 commenti:
Bah, qualsiasi notizia positiva la liquidi con un "ehi una capretta" Fatto sta che chi prevedeva l'apocalisse l'anno scorso è stato zittito, chi diceva "aspettate marzo" sta ancora aspettando, chi prevedeva il crollo per maggio pure...a voi catastrofisti ad ogni costo manca un pò di onestà intellettuale
un saluto a tutti.
premesso che tutti i paesi ex- urss, sono in una sitiazione delicata.
anche se, sembra impossibile, l' italia, ad oggi, con la mancanza di lavoro, con i ns politici, che fanno di tutto, al di fuori di fare politica governativa, è la più solida a livello bancario.
escluse tre banche.
siccome è intenzione voluta, realizzare un nuovo ordine mondiale, con una moneta elettronica, si stanno realizzando le condizioni, affinche tutti possano accettare il nuovo ordine mondiale.
chi realmente comanda, non è stupido, conosce benissimo l' essere umano, conosce come dominare l' uomo.
basta inculcare il senso di paura e il senso di colpa.
a parte ciò, la situazione economica mondiale è in recessione; mentre i gioranli, oggi presentano che il pil , è aumentato del 1.1 nel trimestre, hanno omesso che è in calo del 25% rispetto un anno fa.
hanno omesso di dire che dopo le ferie avremo un incremento della cassa integrazione , un aumento della disoccupazione , sia in italai, sia in zona eu.
prima di fine anno, saremo chiamati a pagare più tasse, mentre i soldi, depositati in banca, non riusceranno a pagare i costi fissi.
questo è solo un aspetto di cosa troveremo.
con affetto
franco
un saluto a tutti.
@andrea
non siamo pessimisti, ma realisti, nel senso che si discute su dati di fatto.
non so, dove abiti, o cosa fai, ma se osservi la situazione intorno, non sta di certo migliorando.
migliorare non è sentire obama che parla bene; non è sentire obama, che afferma che in luglio ci saranno 6/700.000 mila posti di lavoro, che , se anche vero, in rapporto alla popolazione usa è una inezia.
miglioare non è sentire i ns politici che affermano che tutti hanno vinto.
migliorare è vedere attuare un piano dove come obiettivo sta al centro l'uomo, e la natura.
negli ultimi mesi, da nessuna parte politica ho sentito qualcosa del genere.
migliorare è quando vedo un mio simile che cammina per strada e sorride,e non ha la testa bassa.
migliorare è vedere gli immigrati sereni, senza sentirsi dei diversi.
migliorare è non vedere più le scie chimiche.
per questo, e per tanto ancora, che scriviamo, esponiamo il ns pensiero.
con affetto
franco
notizie aggiornate dal fronte della stangata
Sequestrati titoli FED: i giganti tremano
Riceviamo e pubblichiamo una notizia che non poteva passare inosservata...e che sicuramente dimostra la veridicità e il reale contributo delle indagini della Tela sul mercato dei collaterali e la creazione di capitale dal nulla, bensì da documenti falsi con il beneplacito delle istituzioni e delle Banche.
I funzionari della Sezione Operativa Territoriale di Chiasso, in collaborazione con i militari della Guardia di Finanza del Gruppo di Ponte Chiasso, hanno sequestrato alla stazione ferroviaria internazionale di Chiasso, al confine tra Svizzera e Italia, 249 bond della Federal Reserve statunitense, del valore nominale di 500 mln di dollari ciascuno, più 10 bond Kennedy da 1 mld di dollari ciascuno, occultati nel doppio fondo di una valigia, per un totale di ben 134 mld di dollari, pari a oltre 96 mld di euro. Qualora i titoli risultassero autentici, in base alla vigente normativa, la sanzione amministrativa applicabile ai possessori potrebbe raggiungere i 38 miliardi di euro, pari al 40% della somma eccedente la franchigia ammessa di 10mila euro.Il sequestro è avvenuto nel quadro di un'operazione di controllo volti al contrasto del traffico illecito di capitali. I titoli erano in possesso di cinquantenni giapponesi scesi alla stazione ferroviaria di Chiasso da un treno proveniente dall'Italia.
Anche se gli uomini hanno sostenuto di non avere nulla da dichiarare, la polizia ha trovato tra i loro bagagli i titoli, nascosti sul fondo di una valigia, in uno scomparto chiuso e separato da quello contenente gli indumenti personali. I documenti - come ben sappiamo - erano accompagnati da una documentazione bancaria in originale, come dichiarazioni notarili e ricevute di deposito, che vanno così a perfezionare la procedura per il loro accreditamento nelle Banche e il loro utilizzo per la capitalizzazione di società mediante le cosiddette fiduciarie. Rappresenta questa la prova evidente che il mercato dei collaterali e dei bond non si è certamente fermato, e la crisi economica ha contribuito ad alimentare certi circuiti bancari, vista la grande mancanza di liquidità e capitale.
I titoli che vi abbiamo mostrato riguardavano infatti, titoli emessi dal Tesoro Americano dal valore nominale di oltre US$ 500.000.000, presenti sulla piazza finanziaria svizzera, posseduti da un cittadino di Singapore. Tali titoli vengono depositati presso la Federal Reserve, che prende in custodia i suddetti titoli, per un valore complessivo di 1 miliardo di dollari, emettendo un "custodial safekeeping receipt" , autenticato dalle firme del Governatore Bernard Bernanke e del Vice-Governatore Roger W. Ferguson. I titoli, oggetto dell'operazione, circolano al momento sulle piazze finanziarie svizzere, e sono utilizzati in programmi di trading. Si tratta di manovre finanziarie vietate dagli organi internazionali, essendo operazioni che, movimentando grandi somme di denaro a fronte dell'emissione di un titolo virtuale - spesso inesigibile e infruttuoso - nascondono tentativi di speculazione e di riciclaggio. Tuttavia, possiamo dire che, grazie anche alla pubblicazione e alla denuncia di tali prassi bancarie, le stesse autorità hanno cominciato a far luce su di esse e a fare i primi arresti.
Scrivevo già l'altro giorno sul fatto che, come mi pare il nostro sig Felice, guardo a questo momento storico con profondo realismo.
E vedo tanti "catastrofisti" che la pensano come me.
Ciò premesso, non è che il mondo possa e debba crollare da un momento all'altro; ci vuole il suo tempo...
certo che 134 miliardi in titoli (veri o falsi, ma probabilmente veri) non sono un bel segnale, sono una somma che può destabilizzare qualunque stato od organizzazione (banca) sia legale che illegale.
Quanto all'effetto domino sul crollo dei paesi europei staremo a vedere, credo che un intervento dell'UE sistemerà tutto. In Europa infatti, c'è ancora spazio per stampare qualche miliardo e tamponare la falla.
Fantomas
il +1.1% è sul mensile non sul trimestrale
ok, ok, avrete il vostro post sui bond svizzeri, va bene!
:-)
datemi un paio di giorni per ruminarlo.
@AndreA
Procurati tutta la notizia, non leggere solo il mio strillo o i titoloni, scoprirai che non è poi tanto positiva, come ti hanno fatto notare Franco e Fabio. E' solo l'ennesimo trucco delle tre carte propagandistico...
;-)
@fantomas
concordo
saluti felici
Felice
E intanto Grillo è stato in parlamento a dirgliene 4...
Siamo messi male se dobbiamo essee difesi da un comico, ma devo riconoscergli che ha coraggio, cosa rara in questi tempi...
"Bah, qualsiasi notizia positiva la liquidi con un "ehi una capretta" Fatto sta che chi prevedeva l'apocalisse l'anno scorso è stato zittito, chi diceva "aspettate marzo" sta ancora aspettando, chi prevedeva il crollo per maggio pure...a voi catastrofisti ad ogni costo manca un pò di onestà intellettuale"
Sono d'accordo. Sono tutte queste ipotesi catastrofiste che alla fine creano la crisi.Alla fine non succederà niente come al solito e la crisi verrà sempre e solo a quelli che ce l'hanno già.Basta per favore,lo dico per voi,cominciate ad annoiare....
per anonimi vari
Se vi annoiate perchè leggete?
Mica siete costretti, no?
Lasciate noi catastrofisti a "catastrofare" e godetevi il benessere alla faccia nostra
Per chi critica questo blog faccio osservare tre elementi di cui sono venuto a conoscenza, due di portata internazionale e uno che riguarda il mio microcosmo.
1)Petrolio ai massimi da 8 mesi a questa parte
2)Decisione della Russia di togliersi un pò di dollari
3)terza, il bar del mio quartiere ha aumentato il caffè da 80 a 90 centesimi
Quest'ulitma è forse legata alla prima.
Prime avvisaglie di inflazione in piena recessione.
Angelo
Solamente non vorremmo rimaneste delusi quando sarà disattesa la vostra speranza che il mondo vada a rotoli. Mentre invece il mondo è sempre stato e sarà sempre così.
Pare che tu ne sia contento. E' bello avere delle sicurezze. Ora scusa, vado a lucidare la mia divinità portatile.
Non avete capito quel che intendo dire. Le previsioni che leggo sui vari blog (composti da gente "normale" fino ai complottisti vari) prevedevano per i mesi passati l'apocalisse, poi i fallimenti a catena, infine l'iperinflazione (o la deflazione, dipende) prevista per i primi mesi di quest'anno, poi chissà cos'altro.
I miei 2 cent? L'ocse ha ragione, i segnali di ripresa sono reali. Poi il fatto che partiamo da sottozero e che per molto tempo la crescita sarà zero, beh, è un altra storia
p.s. sig. Felice, come si colloca sulla questione del signoraggio?
Standing ovation per woland, semplicemente impareggiabile!
@AndreA
Signoraggio?
Uhm.
Un po' corto, un commento, per trattare di signoraggio. Non è uno dei miei argomenti privilegiati, l'ho studiato sui libri ai tempi dell'università e per quanto mi riguarda è la differenza tra valore facciale e valore intrinseco della moneta.
Il valore facciale della moneta è determinato da fattori diversi dal valore intrinseco. Chi emette moneta lucra su questo.
Non so, e non mi interessa, se cio' è bene o è male. Il signoraggio è uno strumento di politica monetaria e dipende dall'uso che se ne fa.
Tendenzialmente porta squilibri nel lungo periodo, ma anche nel breve periodo se maneggiato con incompetenza.
Un po' come tutte le leve di politica economica.
saluti felici
Felice
questi anonimi che dicono che tutto continuerà come prima e che disastri annunciati non si sono verificati,per cui non succederà niente anche in futuro.
a questi dico che non siete informati ne' ci capite di economia .
QUEELO CHE SUCCEDE è CHE GLI STATI E LE BANCHE CENTRALI STANNO TENENDO SU IL PALCO STAMPANDO DENARO A TUTTO SPIANO
E COMPRANDO I TITOLI DI STATO CHE ALLE ASTE RIMANGONO INVENDUTI,è QUESTO CHE STA TENENDO SU LA SITUAZIONE,MA NON PUò DURARE A LUNGO,la verità presto si manifesterà E TANTA GENTE CHE VIVE SULLA LUNA SI RITROVERà A TERRRAAAAAAAAAAA.DI COLPO.
@ Anonimo 10 giugno 2009 17.43
credo tu abbia centrato il bersaglio.
e lo stanno facendo perche' faranno saltare tutto nel momento in cui LORO riterranno opportuno e che a noi non e' dato sapere.
cmq la questione e' molto semplice:
- l'economia e' cio' che ci sfama.
- l'economia ha come mezzo di scambio il denaro (finanza) e senza di questo, al momento, si ferma tutto.
- i padroni del denaro NON siamo noi.
- i padroni del denaro possono decidere in qualsiasi momento come gestirlo, a vantaggio o a danno di chi NON e' padrone del denaro (noi tutti).
in pratica fanno cio' che vogliono e noi stiamo a guardare come dei salami PERCHE' NEL MOMENTO IN CUI DOVEVAMO INTERESSARCI ALLA COSA ABBIAMO INCASTRATO I NEURONI DENTRO IL TUBO CATODICO E DA LI' NON VOGLIONO PIU' USCIRE.
abbiamo esattamente cio' che ci meritiamo, anzi, io credo anche di piu'.
indopama
Gent.mo Felice, per avere notizie economiche (in inglese) in tempo reale dai paesi baltici, ti consiglio vivamente il sito www.baltic-course.com
Un saluto da due assidui lettori da Vilnius.
Christian
Io lavoro in un negozio alimentare. Un giorno arriva il capo, comincia a smanettare sul computer e aumenta tutti i prezzi,dei beni che vanno per la maggiore, di un 20%. Dobbiamo assolutamente rientrare dei soldi ci dice. Questa politica di aumento dei prezzi è assolutamente deleteria, dato che il cliente quando vede che i prezzi aumentano compra meno, consumi si abbassano e cosi via in una spirale perversa, dove non c'è via di uscita! Non so se questa è la prima fase di inflazione, deflazione, stagflazione o bho??
IO ho proposto una mia esperienza diretta
@christian
grazie per la segnalazione, molto interessante. e infatti si annuncia il prestito di 3 miliardi di euro della banca centrale europea alla banca centrale svedese per sostenere le banche svedesi esposte sul baltico....
link
@ begbie
questa si chiama miopia..! :-)
in teoria alzerà i prezzi, le persone non acquisteranno, e dovrà abbassare i prezzi per far tornare le persone.
in realtà le cose sono un po' diverse effettivamente.
saluti felici
felice
"infatti si annuncia il prestito di 3 miliardi di euro della banca centrale europea alla banca centrale svedese "
ci prendono in giro, entrambe sono in mano agli stessi padroni.
e' come si io mi prestassi i soldi per pagarmi un caffe' e li togliessi da quelli del cornetto.
o no?
indopama
ciao indopama,
in realtà è la banca centrale svedese che puo' fare un bailout delle banche svedesi, non la BCE.
la BCE interviene perchè evidentemente la banca centrale svedese non ha abbastanza soldi..
:-)
saluti felici
Felice
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