giovedì 26 febbraio 2009

Disordini in Bangladesh o colpo di stato

Disordini in Bangladesh mentre scriviamo.

Stranamente il mondo sembra essersi accorto dei disordini in Bangladesh. Perfino il porno-scandalistico TGCom, incredibilmente spacciato per quotidiano di informazione, cita la situazione. Non è una novità per il Bangladesh, un paese che è passato più volte attraverso rivoluzioni e dittature anche di recente.

Pare comunque che alcuni reparti dell’esercito si siano inferociti alquanto dopo che il governo ha rifiutato loro l’aumento di stipendio, vacanze e buoni pasto.

Non è dato sapere se il motivo è squisitamente economico, il che sarebbe particolarmente interessante in una nazione che non sembra essere particolarmente soggetta alle tre principali forze disgregatrici di cui abbiamo parlato.

1. Le differenze economiche, sociali e finanziarie tra le regioni ed i gruppi sociali sono più consistenti in una entità politica di grandi dimensioni piuttosto che in una piccola nazione.

2. La centralizzazione del potere (e quindi la comprensione della crisi e la capacità di reazione) non si adatta bene ad una crisi che impatta entità di larghe dimensioni. Il modello “taglia unica” non funziona.

3. Il fondamento sulla base dollaro+debito... questo è un fattore particolarmente ovvio.


Sembra comunque che il malumore covasse da mesi.

Si sono ribellati per primi i fucilieri del BDR (Bangladesh Rifles), a seguire le guardie di frontiera in 6 distretti. La prostesta si sta allargando. Per il momento la situazione è incerta. Il primo ministro ha tenuto il solito discorso volto a rassicurare ed intimidire.

Alcuni giornalisti poco informati "temono" il colpo di stato.

Evidentemente costoro ignorano che la rapidità di azione è uno dei punti cardine di ogni colpo di stato, ci insegna Luttwak nel suo raffinatissimo Manuale Pratico per un Colpo di Stato.

Una volta scoccata l’ora zero, il gruppo golpista deve muovere le sue pedine più rapidamente possibile per conquistare il potere:

  • approfittando della situazione incerta
  • sfruttando la lentezza di risposta nella catena di comando delle truppe lealiste
  • e prendendo vantaggio dalla la strategia “aspettiamo e vediamo cosa succede” adottata dalle truppe neutrali

Vedremo dunque nelle prossime ore se lo scenario risulterà effettivamente in un improbabile colpo di stato o semplicemente in una rivolta o in un volgare putsch militare.

Solidarietà alla popolazione che ci va sistematicamente di mezzo.

Saluti felici

Felice Capretta

Aggiornamento ore 13: la protesta è rientrata dopo il discorso del premier. Evidentemente non si trattava di colpo di stato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Guardiamo in casa nostra : "Regioni ed enti esposti per 35 miliardi" (fonte sole24ore). 600 tra regioni ed enti nel 2008 avevano in corso 1.000 operazioni in strumenti di finanza derivata. La dimensione di una finanziaria pesante ! Chi li ha autorizzati a spendere tali soldi in investimenti finanziari ? Sarei tentato di proporre una class-action nei confronti degli amministratori locali..... Ragazzi, ricordateVi che i comuni/regioni sono i peggiori nemici del cittadino, oggi !
Saluti
Stefano