martedì 7 ottobre 2008

Il cumulo di macerie

All'indomani dell'ennesimo Lunedì Nero, i giornali finalmente dedicano un po' di spazio alla questione del crollo economico, forse attratti dall'odore di carogna che si leva dalle macerie fumanti di Piazza Affari.

Nondimeno, la propaganda regna sovrana ed il Corrierone non fa eccezione per quantità e qualità di disinformazione, oggi particolarmente prolifica e plateale.

Ronchey, nell'editoriale "Le Malattie di Wall Street", compie il solito gioco: si focalizza su qualche particolare anzichè guardare il Grande Disegno. Un classico stratagemma della disinformazione.

Il nobile editorialista concentra infatti la sua attenzione su processi e condanne per la repressione dei reati finanziari, come se i responsabili di un buco più grande della stessa economia americana fossero un branco di manager disgraziati che si sono intascati un sacco di soldi alle spalle delle loro aziende.

E' vero che se li sono intascati, ed anche nel peggiore dei modi se è per questo, ma non è vero che la ragione principale del tracollo sta in "poche mele marce". Si veda piuttosto l'illuminante lettera di Samuel Rotschild al finanacial times del giugno scorso: "I banchieri hanno abusato dei loro privilegi", già citata in più occasioni.

E' l'intero meccanismo ad essere la causa del suo tracollo, non poche mele marce.

Sempre lui:
troppa gente ha voluto comprare case a credito senza sapere come pagare il debito

Ehm, troppa gente ha voluto comprare COSE a credito, accendendo 3, 4 mutui sullo stesso bene.

Per cogliere bene la finezza disinformativa di Ronchey e tutto il meccanismo serve la seguente...

Breve Storia dei Mutui Subprime

Mi spiego: la tua casa vale 100, probabilmente hai acceso un mutuo da 80 per pagarla un po' alla volta.

Poi tu, convinto dalla televisione ad acquistare cose inutili, oppure per pagarti le spese mediche, hai bisogno di altri soldi e vai a chiedere un prestito in banca.

La banca ti chiede garanzie, e tu come garanzia dai la tua casa.

Ripeti questa operazione 2-3 volte ed il risultato è che ti sei indebitato per 300 a fronte di un bene che vale 100 se il mercato tiene, ma che potrebbe anche valere 50 se il mercato crolla.

300 devi restituire. 50 è quello che hai.
Quindi restano scoperti 250 che nessuno pagherà.

(Moltiplicate tutto questo per - diciamo - il 60% delle famiglie americane ed otttenete un'idea del volume in percentuale del debito. Ammesso che abbiate una visione così ampia...!)

Poi le banche, consapevoli di questa situazione, impacchettano questi tuoi debiti e li immettono sul mercato, magari "assicurati" da una grande compagnia di assicurazioni che si assume l'enorme rischio di insolvenza.

Così questi debiti che nessuno pagherà mai diventano "titoli".

Esistono poi aziende che sono specializzate nel dare giudizi ai titoli. Se un titolo è sicuro e privo di rischio avrà un voto alto, se un titolo rischia di saltare e diventare carta straccia avrà un voto basso.

Il mercato si fida molto di questi giudizi, detti "rating", in pratica i valori azionari di ogni titolo sono molto influenzati dal rating.

Per anni, queste aziende hanno assegnato ottimi rating a quei titoli. Mentendo e sapendo di mentire, perchè erano titoli costruiti su debiti che nessuno avrebbe mai potuto pagare.

Il mercato ha cavalcato questa bolla speculativa, ed ora che la bolla è scoppiata tutto il sistema sta crollando su sè stesso come un castello di carte, travolgendo le banche, le assicurazioni, il mercato della casa, i consumi e tutto il resto.

Restano ancora persone in buona fede, come Giuditta Marvelli, che sul corriere scrive che

per diversificare i rischi si puo' aprire (conti) in banche diverse

però la crisi è generalizzata, tutte le banche sono esposte e in caso di corsa agli sportelli potrebbero andare giù una dopo l'altra

i conti internet aiutano a contenere i costi

e sono anche quelli più a rischio perchè sono più controllabili dalle banche. Con un paio di clic possono chiudere i rubinetti, mentre per chiudere fisicamente i bancomat ci vuole qualche minuto in più.

i bot sono intestati a voi: li riavrete qualunque cosa accada

I bot sono titoli sul debito pubblico: se lo stato ha troppo debito e non riesce a ripagarlo, non ripagherà neanche i vostri bot. Ricordate i bond argentini? Erano Bot e lo stato argentino in sostanza non li ha pagati. Quindi non è vero che li riavrete "qualunque cosa accada".


saluti felici

Felice Capretta

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