Abbiamo trovato un buon articolo esplicativo per tutti coloro che hanno letto il post precedente e vogliono approfondire il tema della crisi dei mutui subprime che a sua volta ha innescato la crisi di liquidità.
Da Senza Trama, 10 agosto 2007.
0- Cosa sono i mutui subprime
La traduzione migliore che ho trovato è "mutui ad alto rischio".
Sono quei mutui sulla casa elargiti a larga parte della popolazione, pensati per chi non ha grosse garanzie economiche da offrire - in altre parole: prestiti sulla casa (sopratutto), dati senza preoccuparsi troppo che chi riceve il prestito sia poi in grado di pagare tutte le rate. Con l'enorme sviluppo del mercato immobiliare americano degli ultimi anni (cioè con il continuo aumento del prezzo delle case e con la costruzione di nuove), le banche pensavano di aver trovato l'uovo di Colombo.
La copertura dei mutui sarebbe comunque stata coperta dal valore stesso delle abitazioni, anche se chi ci abitava non pagava le rate.
Si è quindi innescato un circolo virtuoso: chi non aveva soldi per acquistare casa chiedeva un subprime, portando garanzie false o molto addolcite, e le banche non si preoccupavano di fare controlli troppo accurati.
In questo modo la domanda di abitazioni aumentava, aumentava il loro prezzo, altre persone chiedevano mutui, eccetera. Le società che cedono subprime hanno avuto un boom, e il mercato immobiliare ha cominciato a trainare una parte abbastanza consistente dell'economia USA. Che poi questo fosse fatto passando sopra le regole o chiudendo un occhio o due non importava più di tanto.
1- Prima causa: le cartolarizzazioni
Dietro questo termine difficile si nasconde un'operazione finanziaria in realtà semplice, paragonabile ai Buoni Del Tesoro (BOT) elargiti dallo stato.
I mutui sono stati trasformati in titoli di debito.
In altre parole, chi sottoscriveva un titolo subprime prestava una certa quantità di denaro per un certo lasso di tempo alle banche che gestiscono il subprime, ricevendo un tot di interesse mensile. Al termine del lasso di tempo sopracitato, i soldi devono essere restituiti.
Gli interessi dei subprime erano superiori a quello di un normale BOT, ed erano garantiti dai pagamenti rateali di chi aveva sottoscritto il mutuo subprime. E così molti hanno sottoscritto un titolo di debito subprime, sicuri (sembrava) quanto dei BOT ma con interessi più alti.
Non solo in America, ma in Europa e in Asia. Si è quindi innescata un'altra spirale virtuosa: con più soldi a disposizione le banche hanno potuto permettersi di elargire altri mutui subprime, trasformarli di nuovo in titoli di debito, eccetera.
2- Seconda causa: la crisi del mercato immobiliare americano
Tutto roseo e bello, se non fosse che negli ultimi mesi il mercato immobiliare americano ha ricevuto una battuta d'arresto. Il mercato è quasi saturo. Il prezzo delle case prima si è fermato, poi ha accennato a scendere.
Questo ha spezzato il circolo.
I rifinanziamenti si sono interrotti, le rate non venivano pagate, e la cosa a catena è arrivata a quanti avevano sottoscritto un titolo subprime, che si sono visti interrompere l'elargizione degli interessi.
3- Conseguenze
Vendere, vendere, vendere. Chiunque avesse un titolo subprime ha iniziato a venderlo. Il loro prezzo è sceso, e ha innescato una spirale opposta alla precendente.
Ancora: chi ha perso dei soldi vendendo il proprio subprime di corsa a prezzo stracciato, per rifarsi ha venduto ulteriori azioni. Il clima di incertezza e di ignoto ha portato alla vendita di altri titoli.
I prezzi sono crollati.
Per evitare un crack di dimensioni catastrofiche alcuni titoli subprime, in America, sono stati congelati dopo qualche giorno - significa che chi li possiede non li può vendere o comprare: blocco forzato delle contrattazioni. (il resto del crack lo stiamo vedendo ora, NdFC : ) )
4- Considerazioni
E' dalla crisi del 1929 che gli Americani hanno la tendenza ad aggirare le regole (o a non costruirsele) piuttosto che limitare il guadagno. Certamente, il crack di quasi ottant'anni fa fu di dimensioni catastrofiche rispetto a questa crisi subprime. (questo articolo è stato scritto il 10 agosto del 2007 - ora che la crisi è globale, la si puo' tranquillamente paragonare alla crisi del 1929 e puo' ancora peggiorare, NdFC)
Però viene da pensare - gli americani non riescono a costruire un'economia e una finanza stabile, neanche adesso che sono, fondamentalmente, i soli padroni del mondo. Ben vengano gli inglesi, gli indiani o i cinesi - sicuramente più capaci degli americani.
Ancora: un altro dubbio è che, ai tempi del crack del '29, il presidente degli Stati Uniti si chiamava Franklin Delano Roosvelt. E adesso, nonostante tutte le garanzie e gli organi di controllo che esistono (la Bce ha limitato fortemente i danni in Europa), abbiamo la nostra economia appesa al prezzo del petrolio, preda di questi sotterfugi finanziari, e con a capo del mondo un sessantenne che si chiama George W. Bush. La sua affermazione di ieri ("l'economia Usa è solida") ha avuto come unica conseguenza una toccata di palle generale. (e sappiamo quanto valevano quelle parole: pura propaganda. NdFC)
saluti felici
Felice Capretta
Nessun commento:
Posta un commento