mercoledì 30 settembre 2009

Naftogaz in crisi e Tremonti sulle banche

Ucraina: Naftogaz in crisi

500 milioni di dollari in Eurobond
da pagare entro poche ore ai suoi creditori.

Questa è la situazione che, mentre scriviamo, sta fronteggiando Naftogaz, la società di gestione del gas e dei gasdotti ucraini controllata dallo stato.

Da più parti si rincorrono le voci di insolvenza tecnica dell'azienda ucraina che ha la mano sul rubinetto del gas che dalla Russia alimenta e riscalda l'Europa.
Moodys e Fitch hanno di recente effettuato il downgrade della società. Per moody's, l'outlook è "undefined".

Perfino l'entita' totale del debito estero di Naftogaz non sarebbe chiara.

Secondo Interfax-Ucraina si tratterebbe di 1,78 miliardi di dollari, mentre per Aleksandr Zhelud, responsabile del Centro internazionale di ricerche e prospettive, il vero livello di indebitamento dell'azienda ammonterebbe alla ragguardevole cifra di 12 miliardi di euro.

Riuscirà Naftogaz a raccogliere mezzo miliardo di dollari entro poche ore (senza stampare carta moneta equivalente)?

Lo scopriremo domani mattina.

Sembra pero' che la strada più probabile sia l'ennesimo rinvio: Naftogaz vorrebbe offrire ai detentori dei suoi eurobond nuovi bond denominati in dollari (!) che matureranno nel Settembre 2014 e pagano una cedola del 9%. Secondo altri, l'azienda ucraina intenderebbe invece chiedere la rateizzazione della somma.

(magari in comode rate da 100 milioni di euro mensili senza interessi)


Aggiornamento del giorno dopo (oggi, giovedì 1 ottobre): Default è stato, segnalato dall'affezionato lettore Paulo tra i commenti. La società ha mancato di pagare l'Eurobond, ma secondo gli esperti si dovrebbe raggiungere comunque un accordo e la cosa non dovrebbe avere conseguenze drammatiche. Già. Intanto non hanno pagato. Sempre tra i commetni, due anonimi lettori ci segnalano:

L'economia mondiale entra in una nuova fase in ottobre

Entro il 30 settembre, ultima data di chiusura dell'anno fiscale americano, le amministrazioni pubbliche degli Stati Uniti hanno dovuto sistemare i conti e pubblicare i bilanci. Ma poiché 49 stati su 50 sono in bancarotta, una grossa fetta di debito si prepara a diventare passività bancarie. Ciò non avverrà istantaneamente e non scatenerà automaticamente una reazione a catena, ma la miccia è stata accesa. "

L’Islanda ripudia il debito

Il parlamento islandese ha preso una decisione epocale: pagherà i suoi debiti ai creditori esteri solo nella misura del 6% della crescita del suo prodotto interno lordo; e se crescita non ci sarà, comè probabile data l’attuale depressione, non pagherà nulla. Da Effedieffe (solo per abbonati).

Benvenuti all'onda anomala dei fallimenti.

Fine aggiornamento.




Tremonti: Pensate che sia giusto che il mondo sia governato dai banchieri?

Sul versante italiano, il ministro Tremonti ci ha abituati a dichiarazioni estreme.

Oggi, durante un incontro con la stampa, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

Fare soldi con la finanza sta tornando molto conveniente e sono capaci tutti.

Ma se le banche continuano a fare i soldi con la finanza si prepara la prossima crisi.

Sui Tremonti bond:

Perchè il Credito Valtellinese li ha chiesti? Li ha chiesti perchè fanno il loro mestiere, cioè danno i soldi al territorio, vogliono dare i soldi alle piccole e medie imprese.

Non hanno problemi di codice etico, non hanno problemi di patrimonio, non hanno problemi di trasparenza, sono nella logica di meccanismo europeo.

Gli altri evidentemente no.

C'è qualcosa che di colpo ha fatto cambiare idea.


E infine:

Pensate che sia giusto che il mondo sia governato dai banchieri?


Uhm.

Già.

E noi che pensavamo che governavano i politici.
Che a loro volta erano eletti dai cittadini.

Ci sfugge qualcosa.

Oppure è sfuggito qualcosa a Tremonti.

Di certo il Corriere si lascerà sfuggire quest'ultima frasetta, domani.

Saluti felici

Felice Capretta

martedì 29 settembre 2009

Propaganda del missilone

Ricorderete che solo qualche giorno fa Barack Obama annunciava il ritiro del programma antimissile in Polonia e Repubblica Ceca.

Fonti vicine alla propaganda di Washington, il Wall Street Journal in particolare con il consueto seguito dei media italiani, hanno rilanciato con dovizia di particolari le pompose ragioni: non mancanza di denaro, ma...

Gli Stati Uniti fondano la loro decisione sulla valutazione secondo cui il programma dell’iran per dotarsi di missili a lunga gittata non ha compiuto progressi tanto rapidi quanto era stato stimato anteriormente, riducendo cosi' la portata della minaccia per il territorio continentale statunitense e per le principali capitali europee


Ieri, l’annuncio del test iraniano del missile terra-terra di 2000 km di gittata, che secondo lo stesso Pentagono potrebbe raggiungere le basi americane nell’area nonchè israele.

Progressi miracolosi della fede islamica....!


Giuntina sul nuovo sito nucleare iraniano, courtesy effedieffe.com

Non è stato dato rilievo – ovviamente – all’immediata risposta di Ahmadinejad: «Le attività nucleari pacifiche dell’Iran avvengono nel completo rispetto delle norme della AIEA e sotto la sua supervisione», dato che l’Iran ha sottoscritto il trattato di non-proliferazione (NPT). La presunta centrale atomica è in realtà un apparato di arricchimento dell’uranio, e non funziona ancora, essendo ancora in costruzione. Comincerà a funzionare fra 18 mesi. Secondo le norme del Trattato di non-proliferazione, che consente lo sviluppo del nucleare civile, una nazione firmataria ha il dovere di avvertire la AIEA di un nuovo impianto sei mesi prima che cominci a funzionare. Dunque, conclude Ahmadinejad, l’Iran è nella norma. Naturalmente, i capi di Stato occidentali e la stessa AIEA hanno replicato che secondo il Trattato, l’Iran ha l’obbligo di notificare ogni nuovo impianto fin dal momento del progetto.

Con un articolo sul Guardian, Scott Ritter dà ragione ad Ahmadinejad. Chi è Scott Ritter, e perchè è credibile?

Scott Ritter è un ufficiale dei Marines, esperto d’intelligence, che è stato capo degli ispettori dell’ONU, ed in questa veste ha ispezionato le fabbriche di armi dell’Iraq di Saddam dal 1991 al 1998. E’ diventato famoso nel 2003, nei giorni in cui l’amministrazione Bush si preparava a invadere l’Iraq con la scusa che aveva segrete «armi di distruzione di massa», perchè affermò pubblicamente che quelle armi di distruzione di massa, in Iraq, semplicemente non esistevano. Scott Ritter fu oggetto di una campagna di stampa frenetica, dettata da Israele e da Washington: si disse persino che aveva ricevuto denaro da Saddam Hussein. Ora sappiamo che aveva ragione lui: in Iraq non c’erano armi di distruzione di massa.

Che cosa dice Scott Ritter? Che la «centrale atomica» testè scoperta presso Qom non è una centrale atomica, ma un impianto di arricchimento dell’uranio, con 3 mila nuove centrifughe in via di installazione. E che a rendere nota alla AIEA l’esistenza di tale impianto è stato lo stesso governo di Teheran, volontariamente; anche se la fabbrica era sotto controllo satellitare da parte dei servizi USA e israeliani «da diverso tempo».


Saluti felici

Felice Capretta

domenica 27 settembre 2009

Il tifone, il missilone e le onde anomale

Stasera (domenica) non abbiamo resistito e abbiamo guardato il TG.

Rai Uno, si, roba pesante.

La stampa allineata si straccia le vesti e punta il dito contro la pericolosa Teheran, che prima dichiara di avere un secondo sito nucleare, poi testa un missile terra-terra che, secondo gli specialisti della Difesa americana, potrebbe arrivare alla gittata di 2000 km.

Ah, gli iraniani cattivi, praticamente l'equivalente su scala globale dei pitbull impazziti.

Molti minuti dedicati anche al tifone nelle Filippine, che sicuramente non è una barzelletta per chi si è trovato la casa allagata (sempre se ha avuto la fortuna di ritrovarla al suo posto).

Bene.

Forse pero' sarebbe stato più utile mostrare meno video di persone travolte dall'acqua e dare un po' più spazio, se proprio di inondazioni si vuole parlare, alle onde anomale che sono già qui.

Già, perchè la fine dell'estate è arrivata senza l'apocalisse economica del dollaro mezza pronosticata da Europe2020, ma dobbiamo dare atto al medesimo gruppo che l'impatto delle onde anomale sta rispettando le scadenze anticipate con notevole precisione.


L'onda anomala della disoccupazione



USA, disoccupazione giovanile al 52%

L'onda anomala della disoccupazione di massa era prevista in USA per la fine dell'estate.

Eccola qui: negli USA la disoccupazione giovanile (tra i 16 e i 24 anni) si attesta al 52,2% , mai così alta dalla seconda guerra mondiale. Lo riporta il New York Times, citando il dipartimento del Lavoro. Visto su Ansa.

Sempre Ansa cita Al Angrisani, ex assistente del segretario al lavoro sotto Reagan, secondo il quale

Nel piano dell'amministrazione USA non c'e' alcuna assistenza per le piccole e medie imprese, che creano il 70% dell'occupazione del paese

Ci sarà forse un vago collegamento tra le due cose?

D'altra parte il "salvataggio", se così si puo' chiamare, ha salvato Goldman Sachs, AIG e le altre corporation troppo grandi per fallire e troppo potenti per non finanziare entrambi i candidati alla presidenza e per non influire nella politica economica di qualunque governo americano.

Goldman Sachs è salva, almeno per ora, e questo basta e avanza al governo americano e a buona parte del parlamento.

Chiosa caprina: alcuni potrebbero ritenere che il tessuto produttivo americano è molto simile a quello italiano perchè costituito in buona parte da piccola e media impresa. L'analogia è vera, l'affezionato lettore tenga pero' presente che una "piccola" impresa americana impiega un numero di dipendenti che in Italia la classificherebbe tra la media, minimo, o più facilmente la medio-grande impresa.

Non abbiamo i numeri sottomano ma passateci il paragone caprino.


USA, uno su sei ce la fa

Sempre in tema di onda anomala della disoccupazione, sempre Ansa riporta sempre il New York Times, secondo il quale ci sono sul mercato del lavoro circa 2,4 milioni di posti disponibili, mentre 14,5 milioni sono le persone disoccupate.

Mediamente, dunque, per ogni posto di lavoro ci sono cinque persone che restano disoccupate.

Il rapporto di 1 a 6 è il più alto dal 2000.



L'onda anomala dei fallimenti


A dicembre finiscono gli incentivi?

Si fa sentire anche l'onda anomala dei fallimenti. Ancora da Ansa: a dicembre potrebbero finire non solo gli incentivi per la rottamazione dell'auto, ma anche altri interventi e agevolazioni fiscali. Sarebbe il contraccolpo della "finanziaria leggera" che per ora non prevede il loro finanziamento.

(ehi guarda, uno stato senza soldi)


USA, 95 banche fallite nel 2009

E per concludere la rassegna stampa di questa domenica, diamo l'addio alla Georgian Bank con un costo di circa 892 milioni di dollari per il FDIC, che non sappiamo bene dove andrà a trovare altri soldi di questo passo. Ah, già, ma c'e' la stampante a colori marca Fed che stampa diecimilionididollarialminuto.

E' la novantacinquesima banca fallita negli USA nel 2009.

Una ogni due giorni e qualcosa (conteggio caprino).

Non male, no...

Saluti felici e gioiosa settimana

Felice Capretta

PS: si, per ora sorvoliamo sul G20. Stiamo ruminando alcuni dettagli particolarmente tragicomici e stiamo valutando se propoveli.

PPS: partecipate al sondaggio proposto dall'affezionato lettore Corvo su "come sarà il 2015", nei commenti al post precedente trovate un po' di approfondimenti. Si vince un invito a cena dall'affezionato lettore Pluto (disclaimer: la sua armata di zombie parteciperà alla cenetta, liberi di non ritirare il premio..)

venerdì 25 settembre 2009

Le previsioni del tempo della Fed



Per i non anglofoni:

"Ehi guarda, il sole! Secondo me la tempesta è passata!"

Saluti felici e buoni giorni

Felice Capretta

mercoledì 23 settembre 2009

GEAB 37 Uscita dell'Asia dall'ordine geopolitico attuale - II parte

Mentre l'inossidabile Tgcom ci racconta dell'estorsore che usava il coccodrillo per riscuotere le "rate" del racket (ma come avrà fatto a puntarlo contro le sue vittime?), noi ci domandiamo a cosa serve tutto questo spreco di spazio.

Forse sarebbe stato più utile pubblicare almeno uno stralcio del GEAB gratuito.

Noi procediamo come di consueto a proporvi ampi stralci tradotti della versione completa.

Se avete perso la prima parte, consigliamo di leggerla a questo indirizzo:
Geab 37 - L'impossibile ripresa .

Ora la parola al Leap per la seconda parte del report dedicato all'uscita dell'Asia dall'ordine geopolitico: segni di dissezione geopolitica globale.



Estate 2009 - Giappone e Taiwan: due immagini del rapido spostamento dell' Asia al di fuori dell'ordine geopolitico post bellico.


Evidentemente nell'estate del 2009 non vi è stata nessuna importante crisi geopolitica, come la crisi russo-georgiana della scorsa estate o il conflitto tra Israele e gli Hezbollah nell'estate del 2006.

In ogni modo sarebbe scorretto concludere che non sia successo nulla di strategicamente importante in questa estate.

Al contrario, secondo il LEAP/E2020, due eventi importanti sono avvenuti in Asia in Giugno e Settembre che influenzeranno il mondo nel medio e lungo termine e probabilmente avranno effetti già da questo autunno sugli equilibri militari globali come su quelli finanziari ed economici.

In ogni modo sono il chiaro segno che il processo di dislocazione geopolitica è cominciato.

Il mondo della crisi sistemica è un mondo di equilibri instabili, composizioni caotiche. Così gli eventi dell'estate 2009 mostrano il rapido spostamento dell'asia dalle posizioni della seconda guerra mondiale.

Questi eventi sono:

  • la "vera rivoluzione arancione" del Giappone
  • la "pacifica satellizzazione" di Taiwan da parte della Cina

1. La "vera rivoluzione arancione" del Giappone

All'inizio del decennio in corso, una serie di cosiddette rivoluzioni «arancioni» hanno avuto luogo sul modello del confronto ucraino del 2004 tra i gruppi di potere filo-russo e filo-occidentale.

Come risultato di questi eventi, movimenti simili sono stati ispirati da questa "etichetta" in Belorussia e Georgia.

Il Giappone, senza confronto (scontro) e senza alcuna pretesa di usare questa etichetta, ha appena realizzato un processo simile per arrestare i 60 anni di dominio da parte della stessa parte politica.

Il fatto che questo partito è stato pro-occidentale e un fedele alleato di Washington fin dalla seconda guerra mondiale non cambia il fatto che, senza alternanza, una democrazia è una finzione politica e che i giapponesi hanno appena messo fine a questa finzione, come fa ogni buona rivoluzione.

Se il Giappone non fosse una delle più grandi potenze economiche, il secondo maggiore detentore di dollari e US T-Bond e, più genericamente una delle due "navi scorta" del "Trimarano Americano" (l'altra nave scorta è il Regno Unito), questa rivoluzione arancione sarebbe stato solo un problema interno.

Ma ovviamente questo non è il caso.

E', al contrario un evento geopolitico di primaria importanza che inaugura una svolta epocale sia nell'orientamento strategico e nell'influenza americana in Asia, sia nella capacità degli USA di finanziare il proprio deficit crescente ed evitare il collasso del Dollaro.

Infatti il DPJ (Partito democratico del Giappone), che ora domina coompletamente sia la Camera legislativa sia quella esecutiva della Nazione, ha posto tre obiettivi precisi che recidono le strategie dei precedenti 60 anni:

  • Riavvicinamento alla Cina e al resto dell'Asia
  • Fine della politica dello Yen debole
  • Fine dell'acquisto automatico di buoni del Tesoro americani

Lungi dall'essere semplici obiettivi ideologici, queste le priorità sono il risultato di un forte fabbisogno interno, che ha giocato un ruolo chiave nella vittoria elettorale del DPJ.

I Giapponesi sono stati alimentati con un partito che ha favorito gli interessi delle grandi imprese esportatrici del paese e l'alleato strategico americano, a scapito dei propri interessi.

Detto diversamente, forse in maniera più chiara: le conseguenze sociali e politiche della crisi attuale ha contribuito a far comprendere alla grande maggioranza dei giapponesi che gli interessi delle loro grandi imprese esportatrici e del «grande fratello» americani non erano più loro.

La schiacciante vittoria PDJ è una richiesta di una radicale ridefinizione dei fondamenti stessi della politica del Giappone negli ultimi decenni: i giapponesi vogliono che i loro soldi e il lavoro a beneficio loro e dei loro figli piuttosto che degli azionisti della Sony, Toshiba e Toyota o dei consumatori degli Stati Uniti e del loro Governo.

Essi hanno anche capito che il nuovo fondamentale partner economico del Paese è la Cina (che presto diventerà il paese partner commerciale principale, prima degli USA), e che le relazioni con la regione - Asia - sono ormai unapriorità.

Secondo LEAP/E2020, in Giappone il nuovo potere politico è costretto ad attuare queste tre modifiche, qualunque cosa possa pensare di Washington.

Si cercherà di farlo diplomaticamente, ma in ogni caso, non hanno altra possibilità se vogliono evitare di subire un contraccolpo elettorale devastante. "Lo impone la Crisi": Yukio Hatoyama non ha molto tempo per fare ciò.

Il nuovo primo ministro sa benissimo che deve produrre risultati per il pubblico giapponese entro la fine del 2009, ovvero lasciare che lo Yen aumenti e smettere di acquistare il surplus dei bond degli Stati Uniti.

Come già sottolineato dal LEAP/E2020, agli Stati Uniti rimanevano due alleati monetari e finanziari a: il Regno Unito e il Giappone.

Senza alcun ripensamento brutale (che non è il modo giapponese di fare le cose), l'estate 2009 segna la scomparsa di uno di questi due alleati fedeli. Nei prossimi mesi vedremo se sarà la fedeltà, l'alleanza, o entrambe allo stesso tempo, che scompariranno a causa del voto dell' Agosto 2009. In ogni caso, il dollaro americano ha già iniziato a mostrare la via (della fine n.d.t.).



2. la "pacifica satellizzazione" di Taiwan da parte della Cina

E' passato più di un anno da quando ill LEAP/E2020 ha indicato che uno dei prezzi che gli Stati Uniti avrebbero dovuto pagare in cambio del continuo sostegno cinese al dollaro, sarebbe probabilmente stata la fine della sua tutela di Taiwan, permettendo alla Cina di prendere in consegna l'isola.

Nell' estate 2009, un processo che può essere chiamato di satellizzazione pacifica di Taiwan - utilizzando il termine "Satellite", come riferimento a paesi comunisti sotto l'influenza dell'Unione Sovietica - ha preso chiaramente una nuova svolta.

Nessun conflitto neppure qui.

L'Asia orientale è diventata un adepto di delle rivoluzioni pacifiche?

Oppure il potere di attrazione del "Regno di Mezzo" (Cina n.d.t.) sta diventando irresistibile dopo l' inizio dell crollo economico degli Stati Uniti?

Resta il fatto che Pechino è diventata, nel giro di pochi mesi, primo partner del paese in termini di commercio estero e di investimenti, mentre la Repubblica popolare ha avviato una grande offensiva di "attrazione" nel campo degli aiuti umanitari.

I leader cinesi hanno anche messo in chiaro che hanno volontariamente sostenuto l'industria taiwanese per aiutarla ad evitare il collasso a causa della caduta delle esportazioni.

Per esempio, hanno chiesto a molte aziende continentali di passare da fornitori stranieri ai fornitori taiwanesi ... per un totale di oltre 10 miliardi di Euro; hanno anche offerto prestiti bancari alle società dell'isola.

Con il potere politico di Taiwan sempre più conciliante verso Beijing, l'evoluzione è veloce e impressionante.

Mentre i leader di Taiwan dichiarano che tali modifiche non alterano il loro rifiuto al loro paese ad essere integrato con la Cina, la verità è che la loro economia è fortemente dipendente nella Cina continentale, la prima destinataria delle loro esportazioni, la fonte principale della loro bilancia commerciale, e ora la più "autorizzata" investitrice sull' isola.

Secondo LEAP/E2020, un passaggio di consegne informale di Taiwan alla Cina dagli Stati Uniti sembra essere in corso.

Al ritmo attuale del processo di indebolimento dell' America e del crescente potere della Cina, LEAP/E2020 stima che entro il 2015 Taiwan avrà uno status di provincia speciale simile a quello di Hong-Kong o equivalente: senza guerra o intervento militare statunitense.



Raccomandazioni economiche

(Specifichiamo che Informazione Scorretta non dà e non offre consigli economici nè consulenze economiche. Ci limitiamo a riportare, senza condividerle o rigettarle, le indicazioni economiche indicate nel GEAB, NDFC).


Residenziale e commerciale: la crisi degli immobili continua, ma in modi diversi

Considerando che la crisi del mercato immobiliare residenziale è ancora in corso (inclusi gli Stati Uniti), ora sono gli immobili commerciali a cadere nel caos.

Nessuna sorpresa per i lettori del GEAB, ma le tendenze variano a seconda delle regioni.

In alcuni casi, si tratta di seguire gli sviluppi del mercato per decidere quando rientrare, in altri, di lasciare il mercato il più presto possibile. Le principali tendenze sembrano essere
già stabilite per il periodo che va fino all'estate 2010.

In tutto il mondo, senza eccezioni, il prezzo degli immobili (residenziali e commerciali) è ora in calo. E, secondo il parere di LEAP/E2020, questa tendenza non si fermerà da nessuna parte prima dell'estate 2010.

A quel punto, è altamente probabile che si sviluppino tendenze molto differenti.

Per quanto riguarda gli immobili residenziali, il mercato degli Stati Uniti continuerà a scendere, così come nel Regno Unito, Irlanda e Spagna, e nei micro-mercati caratterizzati da bolle immobiliari degli ultimi dieci anni (Dubai, gli Stati baltici, Marrakesh, Costa Rica, ...), a cui sarà aggiunto il mercato cinese (ancora in una fase di bolla artificiale, grazie al pacchetto di stimolo iniziato da Pechino).

Finché non ci sarà un ritorno di crescita accoppiato ad un recupero in materia di occupazione, questi mercati saranno molto depressi.

E il più tempo passa, più le banche si troveranno ad affrontare ciò che è inevitabile: portare in bilancio gravi svalorizzazioni delle loro proprietà.

In questi mercati, ciò assicura che il rischio di continuo calo dei prezzi resta molto alto.

Altrove, nei mercati in cui la mania della speculazione immobiliare degli ultimi anni non ha avuto luogo, si assisterà ad una stabilizzazione dei prezzi nella metà del 2010 dopo una nuova crisi che potrebbe vedere i prezzi scendono ulteriormente del 10% al 20% rispetto ai prezzi correnti.

I proprietari immobiliari d'ora in poi devono sapere che sono essi che devono adeguarsi al nuovo mercato di immobili residenziali, un mercato fatto dagli acquirenti (il mercato e non è più fatto dai venditori come è stato negli anni precedenti).

A questo proposito, se uno ha bisogno di vendere, è meglio farlo ora che fra un anno quindi, dato che i prezzi sono destinati a diminuire ulteriormente.

Fatta eccezione per casi di emergenza, quando l'acquisto immediato di una casa è necessario, è pertanto consigliabile stare lontano da qualsiasi investimento nel settore immobiliare al fine di una rivendita veloce fino all'estate 2010, nella maggior parte dei mercati europei, asiatici e dell'America latina.

In ogni modo, sarà presto tempo di seguire gli sviluppi sul mercato che inizieranno alla fine del 2009, al fine di essere pronti per l'acquisto dopo l'estate 2010.

In ogni caso, non c'è bisogno di essere preoccupati dalla mancanza di buone opportunità perché i prezzi saranno bloccati ad un livello basso per un periodo piuttosto lungo, dato che nessun recupero rapido e forte dell' economia si prevede in questa fase.

Come per quanto riguarda i mercati "post-bolla", occorre provare e vendere ora, visto che la recessione andrà avanti per almeno due anni, con la caduta dei prezzi di un ulteriore 20% al 50% rispetto ai prezzi correnti (i micro-mercati la cui crisi degli immobili crisi è iniziata solo nel 2008 sarnno i più colpiti).

Negli Stati Uniti, con la crescita della disoccupazione e il reddito che diminuisce, gli espropri degli immobili residenziali continueranno ad aumentare, interessando nuove fascie sociali (in particolare le classi medie e superiori).

Per quanto riguarda il prezzo, il mercato immobiliare residenziale ha quindi una sola strada da percorrere: discesa.

Ribadiamo fermamente la nostra raccomandazione sulle multiproprietà: continuare a evitarli in quanto la devastazioni della crisi economica (perdite di posti di lavoro, crollo del reddito), li trasformano in una trappola a causa degli oneri dei servizio comuni.

Sempre meno comproprietari possono far fronte a oneri di servizio sempre maggiori!

Una particolarità della situazione economica attuale, probabilmente di lunga durata, richiede una seria riflessione prima di ogni trasferimento di attività dai genitori ai figli.

La crescente precarietà della situazione lavorativa di coloro di età compresa tra venti a quaranta richiede che ci si pensi due volte, nello stesso interesse dei figli, prima di procedere, per esempio, al trasferimento una casa.

I genitori, di solito in pensione, sono in genere esposti a un rischio molto minore di fallimento rispetto alle generazioni più giovani, nel contesto attuale di crisi economica caratterizzata da licenziamenti e fallimenti in numero sempre maggiore.

La crisi non è ancora finita e ci fa scoprire ancora sorprendenti conseguenze.

Per gli immobili commeriale, la situazione è molto più semplice. In linea generale, i prezzi stanno scendendo rapidamente in tutti i paesi. L'offerta di uffici, centri commerciali, negozi, alberghi, ... è sproporzionata rispetto alla domanda attuale,a causa del trend ribassista di quest'ultimo anno e per gli anni a venire. Negli Stati Uniti, è in corso un reale crollo del mercato degli immobili commerciali in proporzioni che non sono mai state viste fino ad ora.

Ciò contribuisce direttamente alla caduta del reddito degli enti locali e ovviamente, all' aumentare della responsabilità reale delle banche americane (che un giorno dovrà essere bilanciata).

Anche Manhattan è duramente colpita da questa grande crisi nel prezzo.

Anche in Europa, il mercato immobiliare commerciale è diventato un grande costo per le banche e gli amministratori di fondi immobiliari.

In questo settore, imprezzi degli immobili commerciali in tutto il mondo stanno cominciano a seguire lo stesso andamento di due anni fa degli immobili a destinazione residenziale anni fa: la discesa dei prezzi inizia ad accelerare.

Per quanto riguarda questo mercato, un consiglio (tranne in caso di emergenza): attendere almeno un anno, forse due.


Valute / Oro
Se l'inadempienza del debito degli Stati Uniti e della Gran Bretagna non è ancora avvenuta (come detto in precedenza, si farà il punto della situazione nel GEAB N ° 38), le tendenze descritte nel GEAB N ° 36 per quanto riguarda le valute e l'oro sono confermate.

Il tasso di cambio Euro-Dollaro è vicino a 1,50, l'oro è a più di 1.000 dollari per oncia e il
mercato valutario globale è caotico con un dollaro che è diventato, su base permanente, la nuova "carrytrade" (Nell'ambito della finanza internazionale il carry trade è la pratica speculativa consistente nel prendere a prestito del denaro in paesi con tassi di interesse più bassi, per cambiarlo in valuta di paesi con un rendimento degli investimenti maggiore in modo sia da ripagare il debito contratto sia da ottenere un guadagno con la medesima operazione finanziaria. N.d.t.).

Con il nuovo Governo del Giappone, un forte Yen è ora parte dell'equazione (almeno nei confronti del dollaro statunitense).

L'inizio delle ostilità commerciali tra gli USA e la Cina fanno prevedere interessanti sviluppi sia per la valuta degli Stati Uniti sia per i buoni de Tesoro: scontrarsi con il proprio creditore principale è sempre una cattiva idea, anche se è politicamente inevitabili per Barack Obama (che si basa molto sui sindacati, in particolare per quanto riguarda le difficoltà che egli si trova ad affrontare nella sua riforma del sistema sanitario), come avevamo anticipato nel GEAB all'inizio del 2009.

Per riassumere, possiamo mantenere la nostra consulenza in precedenza su valute e oro.

Vorremmo aggiungere due osservazioni in merito al dollaro:

  • le nostre previsioni mostrano che stiamo entrando in una zona in cui il mantenimento del legame di alcune valute col dollaro sta per diventare sempre più incerta, per i governi, le imprese interessate e la popolazione.
A causa del declino dollaro statunitense rispetto alle valute principali, le nazioni le cui valute sono strutturalmente legate al US$ saranno costrette a lanciarsi in politiche di difesa del dollaro stesso che possono essere molto costose e probabilmente inefficaci dato che il calo del dollaro è ora a causa di un fenomeno irreversibile: una crescente consapevolezza che gli Stati Uniti non riusciranno a rallentare la loro mongolfiera del deficit pubblico, e che nessun recupero potrà aiutarli a riequilibrare la spesa pubblica.

Queste monete sono quindi condannate a seguire la valutazione complessiva delle altre valute rispetto al dollaro.

  • come abbiamo analizzato un anno fa, in risposta ad anticipazioni di molti economisti di un tasso di cambio euro-dollaro compreso tra 1,10 e 1,25 per i prossimi anni, confermiano che non ci aspettiamo nessun movimento sensibile (previsione a meno di un anno) del tasso EUR / USD sotto 1,45.
La valuta statunitense è in procinto di uno storico "abbandono" non uno di fluttuazione temporanea.



Si conclude qui la seconda e ultima parte del GEAB 37.

Se avete mancato la prima parte, potete leggerla qui: Geab 37 - L'impossibile ripresa

Vi ricordiamo che è possibile ripubblicare i post solo lasciando tutti i link attivi e riportando il link attivo alla fonte: informazione scorretta e ai due articoli: Geab 37 - L'impossibile ripresa e Geab 37 - L'uscita dell'Asia dall'ordine geopolitico attuale.


Discussione aperta tra i commenti.

Gli affezionati lettori si uniranno a noi nel rivolgere uno speciale ringraziamento all'affezionato lettore A. T. che ha tradotto questa seconda parte.

Saluti felici

Felice Capretta

venerdì 18 settembre 2009

la crisi e'...

La crisi è un furto d'auto di classe B con impianto a GPL e 15000 km a malapena.

La crisi e' un furto d'auto compiuto all'interno di un parcheggio a pagamento.

La crisi e' una capretta che vacca boia m'han fregato la macchina.

La crisi é forse altrove e quello era solo uno stronzo comune.

(Comunque era da un po' che pensavo di comprarmi una moto...)

Saluti felici

Capretta felice ed appiedato

giovedì 17 settembre 2009

In attesa del Geab 37

E’ allo studio il GEAB Report completo numero 37.

Potete comunque iniziare a sbirciare la versione gratuita già pubblicata sul sito di europe2020 in una delle lingue che evenutalmente conoscete tra inglese, tedesco, spagnolo e naturalmente francese.

Nel frattempo vi proponiamo i risultati del sondaggio appena concluso: “si sente la crisi in vacanza?





Sembra proprio che gli affezionati lettori abbiano percepito relativamente poco la crisi in vacanza.

Mediamente, quelli che non hanno visto per niente la crisi o che, all'opposto, l'hanno percepita a fondo si attestano a pari merito intorno al 10%.

Alla stessa quota arrivano anche i "Trincerati" che hanno fortificato il loro borgo e attendono la fine dell'economia con lo scolapasta in testa e il moschetto in mano :-)

Con loro anche i "Consapevoli" che, fine o non fine, sanno di essere i creatori della loro stessa realtà e non temono per il loro futuro.

Il verdetto del'urna (del sondaggio) è chiaro: tra quelli che hanno percepito “poco” ed “abbastanza” le tracce della crisi si raggiunge quasi il 60% del totale.

Niente male per essere stato un sondaggio assolutamente qualitativo e senza pretesa di rappresentazione della realtà.

Qui a destra potete partecipare al nuovo sondaggio: crolla o non crolla?

A rileggerci a breve con le prime traduzioni del GEAB 37.

Saluti felici

Felice

martedì 15 settembre 2009

Crolla o non crolla?

Proprio oggi, nell’anniversario della caduta degli dei, mentre ricordiamo la fine di Lehman Brothers, vogliamo proporvi qualche riflessione sul tema caldo degli ultimi tempi: crolla o non crolla?

Non lo troverete sui giornali ne' in televisione, probabilmente troppo occupata con Miss Italia.

(Ehi guarda, una capretta con la corona e lo scettro)

Bene.

Su queste colonne, soprattutto nei commenti, gli affezionati lettori si sono storicamente divisi in due gruppi:

  • I “continuatori”, cioè quelli che il rischio sistemico è ormai scongiurato, il LEAP ed i suoi GEAB avevano torto, capretta ha citato e tradotto delle boiate, e Felice e gli affezionati lettori sono tutti un po’ come testimoni di geova che predicevano la fine del mondo nel 1973. La mostruosa somministrazione di liquidità ha avuto successo e con gli anni sarà riassorbita. Le crisi vanno e vengono, questa è arrivata e forse già nel 2010 andrà via. Altre ne arriveranno.

  • I “rinnovatori”: quelli che il rischio sistemico è ancora lì che pende sull’intero pianeta, con gli USA e l’economia mondiale praticamente zombificati a causa della mostruosa somministrazione di liquidità proprio in punto di morte. Restano comunque lì, a un passo dal baratro. La ripresa è stata solo effetto della speculazione sui mercati, sostanzialmente artificiale. Verrà il momento della resa dei conti con un drastico ridimensionamento o con fine del sistema economico nel suo complesso. Tra questi, i più estremisti fortificano il loro borgo e si attrezzano per l’autosufficienza :- )

Gli affezionatissimi non avranno certo mancato di notare che la nostra posizione, a livello di opinione personale, pende a favore dei rinnovatori.


I fatti fino ad oggi

Dall’anno scorso, fino a giugno di quest'anno circa, tutti gli indicatori econonici puntavano in quella direzione.

A saper percepire i segnali giusti, era da molti anni che gli indicatori puntavano in quella direzione. E a guardare nel lunghissimo periodo, alcuni hanno individuato una possibile tendenza millenaria che puntava in quella direzione.

In quella direzione, comunque, c’era un grande cartello con un grosso calendario, con una grande X rossa sopra una data: la fine dell’estate 2009.

Ora ci siamo. Quasi. Per il momento pero’ sembra che qualcosa si sia inceppato.

1. La fine dell’estate è vicina e per il momento non sembrano esserci segnali evidenti di default degli USA o altri scenari economicamente apocalittici.

2. La borsa quest’estate ha tirato parecchio, alcuni indici hanno registrato +55% da marzo ad agosto.

3. Ciononostante, la disoccupazione in Spagna rasenta il 20% e negli USA sfiora il 10%.

Amiamo parlare dei fatti, come sapete.

Dei tre fatti citati sopra, senza scomodare pil, inflazione, deflazione e altri indicatori economici che forse non sono più molto fedeli, due sembrano dimostrare una certa inversione di tendenza, o quantomento un certo rallentamento della caduta verticale.

Questo ha fatto cantare vittoria ai Continuatori e sta procurando non pochi grattacapi ai Rinnovatori.

Molti Rinnovatori, sottoscritto caprino compreso, iniziano a chiedersi se forse non si sono sbagliati, e se le misure estreme di politica economica in realtà siano servite a qualcosa.

Se non altro, forse sono servite a rimandare in là di qualche anno, o di qualche decennio, o forse per sempre, il botto finale.

(alcuni affezionati lettori Continuatori staranno sicuramente provando piacere fisico nel leggere queste righe)


Perchè non scoppierà

L’altro giorno parlavamo con un amico esperto di economia, finanza e trading. Convinto Rinnovatore, ha iniziato a chiedersi se, forse, questo sistema drogato di debito in realtà forse poteva riuscire a tenere.

Ci esponeva questo possibile scenario, che vale la pena prendere in considerazione

Gli USA ed il mondo occidentale hanno superato il grande shock di liquidità dell’anno scorso creando tonnellate di debito che hanno generato migliaia di tonnellate di valuta. Gli USA in primis dovranno prima o poi ripagare questo debito astronomico, e non è una operazione che possono fare ai prezzi correnti, come ammise Barack Obama a suo tempo.

Come uscirne?

  • Fare default è molto rischioso, perchè i paesi creditori, Cina in primis, lo prenderebbero come un atto ostile, oltre a trovarsi con le tasche improvvisamente mezze vuote (si veda “la grande fuga della cina dal dollaro”). Equivale militarmente all’opzione nucleare.
  • Ugualmente, iperinflazionare è estremamente rischioso per gli stessi motivi di cui sopra, solo che l’iperinflazione sarebbe un processo più lento del default e non improvviso. Equivale ad una guerra condotta con armi convenzionali.
  • La persona in questione suggeriva invece un tasso di inflazione negli USA consistente, ma non iperinflattivo, diciamo un 8-10%, fino anche al 15%-18% annuo, cifre che abbiamo visto anche in Italia negli anni '80. Tutto sommato non si stava male, salvo dover spendere cifre consistenti per i beni importati dall’estero e vedersi bruciare i risparmi ed erodere il potere di acquisto. Ma niente di paragonabile ad una Grande Depressione.
Secondo questa terza opzione, gli USA riuscirebbero a dilavare il debito nell’inflazione nel corso di molti anni. In quegli stessi anni, il dollaro perderebbe valore su tutte le altre monete.

I paesi creditori, Cina in primis, pagherebbero rate annuali piuttosto alte.

Quest'ultima
soluzione proposta equivale alla guerriglia.

Quale merce di scambio potrebbe soddisfare almeno in parte i paesi creditori da una tale perdita? Semplice: una nuova valuta di riserva internazionale, in sostituzione del dollaro, in cui le loro valute hanno un peso consistente rispetto al dollaro.

Il FMI ha già aperto la strada con emissioni di bond in SDR, così come i paesi del BRIC hanno espresso la loro volontà di creare una nuova valuta di riserva mondiale che rispecchi il peso delle loro valute a scapito del dollaro.

Ricordiamo che il paese che emette la valuta di riserva mondiale è il paese che domina l’economia mondiale (si veda questo nostro post a partire dal titolo “Il Gioco”).

Dunque il dollaro perderebbe la sua posizione di valuta di riserva internazionale, in favore di una nuova valuta mondiale come gli SDR del FMI, espressa come paniere di valute in cui assumerebbero sempre maggior valore le valute dei paesi creditori degli USA, Cina con il suo Yuan in primis.

Nel lungo periodo, l’economia americana andrà a ridimensionarsi, in favore delle nuove economie del Bric che domineranno la scena mondiale fino alla prossima Grande Crisi, e così via.


Perchè forse non crollerà

L’analisi è un sentiero possibile. Ma non è il solo. Perchè a livello macroeconomico l’analisi è corretta, ma ci sono implicazioni geopolitiche di massima rilevanza.

Gli Stati Uniti hanno giò dimostrato di non voler perdere il loro ruolo come Dominatore del Gioco e di conseguenza non vogliono che il Dollaro perda il suo ruolo come valuta di riserva internazionale.

Inoltre non è ben chiaro, nè è certo, che quel ritmo di inflazione sia sostenibile.

A quei tassi di inflazione, e se il dollaro sarà sostituito da una valuta di riserva internazionale, il petrolio potrebbe costare molti, troppi dollari.

Washington potrebbe avere seri problemi a procurarsi il petrolio su cui ancora si fonda la sua società. Potrebbe a quel punto emettere altro debito e stampare altri dollari, ma a quel punto la strada dell’iperinflazione è segnata, il che ci riporta agli scenari peggiori.

Senza contare che una inflazione alta può essere sostenuta da tassi bassi, ma i tassi americani sono già praticamente a zero.

La Fed seguirà le orme dela banca centrale svedese nel territorio inesplorato dei tassi negativi?



Perchè, nonostante tutto, comunque crollerà

In ogni caso, per quanto le banche centrali siano riuscite a tamponare l’emergenza, le cifre messe in gioco sono talmente enormi che devono necessariamente provocare uno squilibrio.

Così, la mostruosa quantità di liquido immesso nel sistema non è facilmente controllabile nei suoi effetti sull’economia.

E’ come guidare a 200 km/h su una piccola auto turbo, su una strada strettissima ma dritta, con a destra la montagna e a sinistra lo strapiombo sul mare. Le forze in gioco sono così grandi che basta un minimo imprevisto per provocare la carambola.

O, se preferite il cielo e le stelle, è come fare un viaggio sullo Space Shuttle e tornare: le possibilità di rientrare alla base solo feriti sono minime, data l’entità delle forze in gioco.

Riteniamo personalmente che alla guida dell’auto ci sia un branco di pazzi sconsiderati, che non ha a cuore il benessere del paese e della popolazione o delle imprese, ma esclusivamente prende del decisioni sulla base degli scopi che gli vengono dettati dai gruppi di potere via via al comando.

Il tutto, possibilmente senza perdere il posto di lavoro nè trovarsi la rivoluzione sotto casa.

Personalmente non mi sentirei molto sicuro come passeggero.

A nostro avviso, le contromisure messe in atto per “salvare” l’economia hanno avuto l’unico effetto di rimandare un po’ più in là il tracollo del sistema.

Perchè...

  • Prima o poi gli “stimoli” finiranno perchè non sono sostenibili.
  • Non si spegne un rogo di dollari con altri dollari.
  • Non si usano le stesse leve che hanno portato a un passo dall’apocalisse per fare passi indietro.
  • Le grandi banche americane sono tecnicamente insolventi ma sono state per ora salvate, mentre le piccole banche e le aziende “reali” continuano a fallire.
  • Tra i mille altri motivi, troppo lunghi per un post, ricordiamo soprattutto che sono molte le crisi tutte convergenti che non sono solo economiche, ma anche ambientali, sociali, culturali. E vanno tutte nella stessa direzione.

Non sappiamo come sarà il futuro.

Possiamo solo formulare delle opinioni personali.

Per ora il sistema ha tenuto ed il crollo verticale, ad un anno di distanza, è stato evitato o più probabilmente rimandato. Sarà un botto improvviso o sarà una lunga discesa, con o senza frenate, non è rilevante. Probabilmente quella passata sarà davvero ricordata come l'ultima estate di prosperità, o la penultima, non cambia molto.

Perchè a nostro avviso sono i fondamentali dell’economia e della società ad averci portati a questo punto, e non possono essere cambiati con una grossa stampata di dollari.

Nei prossimi giorni vedremo cosa ci racconta il LEAP.

Dibattito aperto tra i commenti.

Saluti felici

Felice Capretta

ps: nella spalletta di destra abbiamo un nuovo sondaggio proprio su "crolla o non crolla", dite la vostra ora :-)

lunedì 14 settembre 2009

Principio nuovo ordine mondiale, Tremonti

Principio nuovo ordine mondiale, Tremonti

Tgcom ci propone una interessante e molto rilevante notizia sul passato da cantante del nuovo premier nipponico: Yukio Hatoyama. Cita anche il titolo originale giapponese con la traduzione: "Alzati in volo, colomba della pace".

Già.

Probabilmente il giornalista ha percepito una certa affinità con il premier italiano nonche' suo datore di lavoro, come ci ricorda Der Spiegel. O forse è un requisito per potersi dichiarare un giorno il miglior premier giapponese, anzi imperatore, degli ultimi 150 anni.

Nientemeno.

Forse sarebbe stato più utile dare particolare risalto alle dichiarazioni del Ministro Tremonti, intervenuto sabato alla cosiddetta "scuola politica del Pdl" a Gubbio.

Risulta infatti che, secondo Tremonti,

Nell'autunno scorso siamo andati molto vicini a una rottura di sistema, non solo abbiamo rischiato la caduta delle borse ma la rottura di meccanismi finanziari che avrebbero potuto determinare effetti uguali a una guerra anche se non combattuta.

Ohibo'. Tremonti se ne accorge ora.

Non è certo una novità per gli affezionati lettori scorrettamente informati, che sanno bene che siamo andati per ben due volte vicini al collasso totale dell'economia.

Si vedano a tal riguardo i due post caprini


Prosegue Tremonti:

Ne siamo usciti con il principio di un nuovo ordine mondiale.

E' iniziato il disegno di una nuova tabula mundi.

Il principio di un Nuovo Ordine Mondiale.

Uhm.

Si accoda il Tremonti a Padoa Schioppa e al presidente Giorgio Napolitano: un tema molto caro a quest'ultimo, come ha dichiarato nel 2007 e nel 2009.

Ancora:

La crisi non è stata causata solo da fatti economici, ma ha cambiato l'assetto geopolitico.

Non è solo economica, è anche politica e ha anche effetti politici.

[...]

Non so il formato, se G7, G14 o G20, la questione fondamentale è sui contenuti, si sta formando una nuova governance del mondo, la meccanica politica sta cambiando, il valore storico è uguale a quando cadde l'impero romano

Casomai qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla portata epocale della crisi.

Tremonti stesso afferma che l'ampiezza degli sconvolgimenti della crisi è globale e la portata pesa quanto il crollo dell'impero romano.

Buongiorno, Tremonti.

Grazie per le parole esplicite.

Questo comunque ci riporta al tema scottante degli ultimi giorni, su cui stiamo ruminando un post: il peggio è veramente passato o è da venire?

In attesa dell'imminente GEAB Report di settembre, porgiamo agli affezionatissimi i consueti

Saluti felici

Felice Capretta

ps: domani primo anniversario del crollo di lehman brothers, come ci ricorda l'affezionata lettrice (o lettore) Gaia tra i commenti al post precedente

venerdì 11 settembre 2009

Otto anni dopo

Per non dimenticare.




(Sono 90 minuti di filmato. Se non lo conoscete, ritagliatevi un paio d’ore per voi stessi, mettetevi comodi su una poltrona con un paio di cuffie e cliccate play)

Le persone che hanno realizzato e collaborato al film credono che le ricerche e le informazioni raccolte debbano essere accessibili a tutti, in modo gratuito e libero.

Questa che vedete è infatti la versione completa, resa disponibile dagli autori stessi.

Nondimeno, il film è il risultato di un grande lavoro che ha richiesto molto tempo ed energia.

Se lo ritenete un buon lavoro, e se lo ritenete equo, potete considerare l’acquisto di qualche copia della versione completa in DVD su luogocomune.net o direttamente a questo indirizzo.

Saluti felici

Felice Capretta

giovedì 10 settembre 2009

L'influenza delle suine

La Repubblica apre la prima pagina con un titolo sul giro di ragazze squillo di Berlusconi, mentre il Corriere pubblica i verbali di Tarantini, l’uomo che le procurava.

Al di là della schifezzuola in se’, che in qualunque normale paese del mondo sarebbe stata sufficiente a far dimettere tutto l’apparato di governo, portalettere di palazzo chigi compresi, abbiamo scorto una cosina interessante sul Corrierone che non possiamo davvero omettere.

Forse nemmeno il giornalista che ha scritto il pezzo si è reso conto del peso della cosa.


Tarantini, l'uomo che avrebbe procurato le ...suine, ha infatti chiesto di mettere a verbale la seguente dichiarazione:

Il ricorso alle prostitute e alla cocaina si inserisce in un mio progetto teso a realizzare una rete di connivenze nel settore della Pubblica Amministrazione perché ho pensato in questi anni che le ragazze e la cocaina fossero una chiave d’accesso per il successo nella società

Che droga e prostitute siano la chiave per il successo nella società E’ oggettivamente un problema.

Fosse anche il pensiero di una persona sola.

Forse, anzichè riempire le pagine di pruriginose foto delle escort, sarebbe stato più utile chiedersi in che razza di società siamo finiti, come sia stato possibile cadere così in basso, e quale futuro puo' avere una società in cui alcuni misurano il successo in suine e strisce bianche, e non stiamo parlando di zebre.

E magari chiedersi anche come fare pulizia e cambiare il mondo anzichè accettarlo con rassegnazione.

Rimanendo in tema di suini, suine, ed influenza delle suine sugli esseri umani, forse sarebbe stato altrettanto utile dedicare un po’ più di spazio alle dichiarazioni di Ferruccio Fazio, viceministro alla Salute, che ieri dichiarava

Sono 7.000 i casi di nuova influenza A/H1N1 in Italia. Rispetto ai 5.600 della settimana scorsa, l’aumento è stato significativo. Ma la pandemia procede in maniera tranquilla

[...]

sulla A/H1N1 si è fatto troppo rumore. Non ci sono reali motivi di grave preoccupazione.

La malattia resta leggera, [...] più leggera del previsto.

In tutto il mondo e anche in Italia.

Per una volta siamo ...felici di elevare un plauso caprino alla redazione di Metro, il quotidiano di stampa gratuita letto sui mezzi pubblici da decine di migliaia di pendolari ogni giorno, che ha pubblicato la notizia in prima pagina dell’edizione di oggi, come potete vedere qui sotto.




Ben fatto.

Tra l’altro ci sono alte probabilità che la forma influenzale che abbiamo contratto nella giornata di lunedì fosse effettivamente nuova influenza A/H1N1.

Debellata in un giorno.

Abbiamo sentito altre persone nelle stesse condizioni con gli stessi sintomi, e tutte sono tornate in salute nel giro di 24/48 ore.

E dunque, alla luce delle dichiarazioni del viceministro (che voleva acquistare 8 milioni di dosi di vaccino) e dell’esperienza diretta, sorge più che naturale una domanda caprina:

A cosa serve veramente il vaccino, e perchè lo hanno spinto così tanto?

Per noi, la risposta va cercata nei bilanci delle megacompagnie farmaceutiche, nella connivenza dell’OMS con le principali teste delle medesime, nella connivenza delle medesime con alcuni gruppi di potere negli USA, nella convergenza di obiettivi tra gruppi di potere diversi sparsi in giro per il mondo.

In pratica una gran marchetta sulle spalle della popolazione mondiale.

C’e’ mica un razzo in partenza per la Luna oggi?

Le altre risposte alla spinosa domanda caprina sono benvenute tra i commenti.

Saluti felici

Felice Capretta

mercoledì 9 settembre 2009

Segni di dissezione geopolitica globale

Segni di dissezione geopolitica globale.

Il mondo del 2010 si dividerà in tanti piccoli blocchi e assomiglierà più all’europa del 1914 che al mondo del 2007? Il Grande Gioco Globale si dividerà in tanti piccoli giochi? Questo è lo scenario previsto da Europe2020 in uno dei precedenti report da noi tradotti.

Mentre la stampa e soprattutto la televisione danno la buonanotte a Mike Bongiorno, noi intoniamo in suo omaggio un classico “sempre più in alto”, ma preferiamo portare attenzione al fatto che proprio in questi giorni iniziamo ad assistere all’alba della dissezione geopolitica globale, in cui nel mondo dei rapporti internazioni vale la regola “ognuno per sè”.

Vediamo più nel dettaglio, prendendo spunto dalla newsletter di Roubini, RGE Monitor.


Materie prime e sovranità nazionale

Tradizionalmente, al salire del prezzo delle materie prime, i governi nazionali hanno sempre cercato di aumentare la loro fetta di profitto, sia per accumulare risparmi sia per spendere.

Quando i prezzi scendono, per contrasto, tendono generalmente ad allentare i regimi fiscali per incoraggiare l’investimento e l’estrazione.

Tra il 2005 e il 2008, all’aumentare del prezzo del greggio, la nazioni dal Kazakhstan alla Russia, fino al Venezuale, hanno cercato di ridurre la quota dei progetti chiave gestiti da aziende estere; perfino la provincia canadese dell’Alberta ha cercato di cambiare il suo schema di royalty.

Mentre questi cambiamenti di politica possono essere politicamente popolari, corrono il rischio di rallentare gli investimenti nel settore petrolifero e del gas naturale.

E le crisi convergenti di domanda debole, prezzi bassi e scarso credito hanno contribuito a ridurre gli investimenti in idrocarburi.


Indipendence Day petrolifero annunciato in Brasile

La scorsa settimana, Lula ha annunciato “l’Indipendence Day” petrolifero del Brasile, promulgando con un barilino di petrolio in mano le nuove regole brasiliani sui giacimenti sottomarini di profondità (oltre lo strato salino).

Tra le altre cose, la regolamentazione determina che Petrobras, la società di stato dello sfruttamento del petrolio brasiliano, avrà la quota di maggioranza in qualunque sfruttamento dei giacimenti petroliferi sottomarini di profondità.

A differenza delle nazionalizzazioni del passato recente, I contratti già esistenti con altre aziende resteranno validi. E comunque Petrobras detiene già la maggioranza delle azioni e delle decisioni di investimento.

La decisione segue le impronte di Hugo Chavez, con le varie nazionailzzazioni nel settore petrolifero, cementifero e anche bancario.


In giro per il mondo

La stessa tendenza vale per la Russia, dove da tempo si è invertita la tendenza a concedere maggioranza e libero accesso ai giacimenti alla principali società petrolifere estere in cambio di sole royalty, in favore di una maggior presenza delle società di Stato Gazprom e Rusneft. Tuttora, nonostante alcuni allentamenti fiscali, alle società estere non è consentita la maggioranza nelle enventuali joint venture con Gazprom e Rusneft.

Perfino l’Alberta, provincia canadese, sta riaggiustando le royalty sull’estrazione di petrolio dalle sabbie bituminose in funzione del prezzo del petrolio. Ai prezzi attuali, comunque, la quota “aggiustata” sulle sabbie bituminose è piuttosto limitata e la maggior parte del gettito da ricavi petroliferi è determinato dalle estrazioni tradizionali.

La scorsa settimana, Pechino ha avanzato l’idea che potrebbe limitare le esportazioni di alcuni minerali rari, di cui è il principale estrattore, da cui dipende buona parte della tecnologia moderna: gli amati blackberry, i nokia N97, le playstation 3 e simili.

E' in discussione il Lanthanide, per esempio, che ha moltissime applicazioni hi-tech e militari, dalle batterie agli ipod.

La quota di minerali rari destinati al Giappone già l’anno scorso è stata insufficiente a soddisfare la domanda giapponese. Le affamate aziende giapponesi si sono dovute rivolgere ad esportatori cinesi di frodo.

Trattasi di razionamento di fatto. Bene.

Come se non bastasse, Hong Kong ha deciso di riportarsi a casa tutte le riserve auree custodite a Londra. Ritirerà tutto l’oro fisico e lo depositerà in un nuovo caveau ricavato sotto l’aeroporto.
Si vedano a riguardo effedieffee marketwatch.

Segni di dissezione geopolitica globale.


Concludiamo con un segno di psicosi da nuova influenza A/H1N1.




















(visto ieri su un mezzo pubblico in una grande città del Nord)

Saluti felici

Felice Capretta

lunedì 7 settembre 2009

Nuova influenza A/H1N1 Bambini Untori

Di nuovo la nuova influenza A H1N1.

Oggi si parla di untori.

Solo Manzoni ha saputo fare di meglio.

Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università statale di milano, ha parlato ieri di “untori, una vera e propria bomba biologica”, parlando dei bambini fino a 14 anni non vaccinati. Perchè il 40% dei casi di nuova influenza A H1N1 si manifesterebbero in questa fascia di età.

Prontamente Leggo, il peggior quotidiano di stampa gratuita a memoria d’uomo distribuito a decine di milgiaia di persone ogni mattina, ha rilanciato di spalla in terza pagina:

«Bambini untori»
paura influenza A
Vaccino, in Italia
già 500.000 dosi

Paura, paura.

Dagli all’untore.

Già di per sè il concetto di untore rievoca cosacce indicibili e irripetibili dell’immaginario collettivo. Linciaggi sulla pubblica via di persone in qualche modo sospettate di spandere il morbo solo perchè parlano una lingua straniera. Giustizia sommaria e così via.

Tutte cosacce, queste, che pensavamo di aver consegnato alla storia.

Ed invece ecco qui il virologo dell’università di milano.

Subito gli fa eco il viceministro della salute, Fazio

Una prima fornitura di 500mila dosi di vaccino per l'influenza A è già arrivata. Si tratta di vaccini quarantenati, che non possono essere utilizzati prima dell'autorizzazione dell'Agenzia europea del farmaco. Non appena avremo il via libera, inizieremo la campagna di vaccinazioni per 8,6 milioni di italiani


(ne aveva già parlato l’affezionata lettrice goodlights qui tra i commenti)


Mentre Luc Montagnier, premio nobel per la medicina

La probabilità che il virus muti in una forma più perniciosa è nelle mani di chi non applica la prevenzione, ma soprattutto di chi non si vaccinerà, in particolar modo i giovani


Dagli all'untore.

E dopo i buoni suggerimenti sulla dieta, con ricchi piatti di frutta e verdura, evitando i grassi saturi, l'alcol e tabacco, arriva la stoccata finale:

Al momento opportuno nessuno dovrà evitare la vaccinazione

Tutti.

Uhm.

Uh.

Suona minaccioso.

Comunque la cronica mancanza di fondi nel nostro paese, unita alla storica disorganizzazione nazionale, dovrebbe inizialmente limitare le persone da iniettare con il vaccino di Stato a soli 8,5 milioni, soprattutto operatori del settore sanitario e pubblici.

Il radicale Silvio Viale si spinge a chiedere ferventemente la priorità per il vaccino alle donne in gravidanza, perchè

devono proteggere potenzialmente anche i neonati

(Sic.)

Forse sarebbe stato opportuno che Viale, a proposito di vaccini e donne in gravidanza, approfondisse certe malefatte emerse in centroamerica, commesse dalle compagnie farmaceutiche negli anni 90.

Potete approfondire voi, in questo interessante articolo apparso su effedieffe (a pagamento, ma probabilmente riuscite a trovare l’intero articolo free ripubblicato) a proposito di nuova influenza A H1N1.


Nei primi anni ‘90, l’OMS lanciò una campagna di vaccinazione di massa contro il tetano in vari Paesi (fra cui Messico, Nicaragua, Filippine) dedicato soltanto alle donne fra i 15 e i 45 anni. Ma i maschi e i bambini sono forse naturalmente immuni al tetano?

Insospettito, il cattolico Comitato per la Vita (Comitè Pro Vida) messicano, nell’ottobre 1994 riuscì a procurarsi alcune fiale del vaccino anti-tetano, e lo fece analizzare in laboratori biochimici.

Questi appurarono che in diverse fiale era presente gonadotropina corionica umana (hCG), l’ormone naturale femminile essenziale per mantenere la gravidanza.

In natura, la gonadotropina corionica «avverte» il corpo femminile che un ovulo è stato fecondato, e provoca il rilascio di altri ormoni che preparano la superficie dell’utero all’impianto dell’uovo fertilizzato.

I consueti test di gravidanza misurano, di fatto, la presenza di dosi elevate di HCG (James A. Miller, «Are New Vaccines Laced with Birth-Control Drugs?, Human Life International Report, giugno-luglio 1995, volume 13, numero 8.).

Il fatto è che, introdotta la hCG nell’organismo insieme a un germe attenuato del tetano, la reazione immunitaria che si scatena forma anticorpi non solo contro il tetano, ma anche contro lo hCG. Gli anticorpi anti-hCG rendono ovviamente incapace l’organismo femminile di portare a termine la gravidanza.

Di fatto, il vaccino iniettava un anti-concezionale.

L’organizzazione Human Life International, avvertita del fatto dai Pro Vita messicani, chiese alle sue organizzazioni affiliate (in 60 Paesi) se erano in grado di confermare il dato sospetto. Dalle Filippine (dove già 3,4 milioni di donne erano state vaccinate) e dal Nicaragua giunsero le conferme.

Apparentemente, il programma era in corso anche in Nigeria e Tanzania: anche lì, la speciale antitetanica veniva somministrata solo a donne in età fertile.

Del resto, i protocolli dell’OMS prescrivevano cinque iniezioni presunte «di richiamo», le prime tre entro tre mesi.

Altra stranezza, dato che il vaccino antitetanico dà una immunità decennale con una sola iniezione.

Gli esperti dello Human Life International, allora, cominciarono a spulciare la letteratura scientifica sull’argomento: e scoprirono che da almeno vent’anni l’OMS, attraverso ricercatori collegati, stava cercando di creare un vaccino anti-fertilità utilizzando un «toxoide del tetano» come veicolo.

Infatti, il sistema immunitario, per natura, non aggredisce lo hCG; bisogna «ingannarlo» mobilitandolo contro un bacillo unito alla gonadotropina, in modo da scatenare la risposta degli anticorpi contro l’uno e l’altro.

Ecco qui alcuni degli studi:
«Clinical profile and Toxicology Studies on Four Women Immunized with Pr-B-hCG-TT,» Contraception, February, 1976, pagine 253-268. «Observations on the antigenicity and clinical effects of a candidate antipregnancy vaccine: B-subunit of human chorionic gonadotropin linked to tetanus toxoid», Fertility and Sterility, October 1980, pagine 328-335. «Phase 1 Clinical Trials of a World Health Organisation Birth Control Vaccine», The Lancet, 11 June 1988, pagine 1295-1298. «Vaccines for Fertility Regulation», Chapter 11, pagine 177-198, Research in Human Reproduction, Biennial Report (1986-1987), WHO Special Programme of Research, Development and Research Training in Human Reproduction (WHO, Geneva 1988). «Anti-hCG Vaccines are in Clinical Trials», Scandinavian Journal of Immunology, Volume 36, 1992, pagine 123-126.

Il programma era stato inizato dall’OMS nel 1972, e nel ‘93 aveva già speso 365 milioni di dollari in questi esperimenti che - nella lingua di legno massonica - si chiamavano «ricerche sulla salute riproduttiva».

I fondi venivano dalla Banca Mondiale, dall’ONU, dalla Rockefeller Foundation, da un buon numero di università specie scandinave, dai governi britannico e tedesco.

A tutta prima, l’OMS negò che il vaccino contenesse hCG. Di fronte ai risultati delle analisi di laboratorio, sia l’OMS sia il Dipartimento di Sanità delle Filippine (DOH) derisero i referti perchè venivano, dissero, da «gruppi cattolici di diritto alla vita».

Quattro fiale del vaccino, fornite dal ministero filippino, furono allora esaminate dal St. Luke Medical Center di Manila, che è luterano: tutt’e quattro le fiale contenevano hCG.

A questo punto, l’OMS cambiò linea di difesa: le quantità di hCG nel vaccino erano «insignificanti», assolutamente insufficienti a scatenare anticorpi contro la gonadotropina. Trenta donne filippine che avevano ricevuto il vaccino cosiddetto anti-tetanico, sottoposte ad esame, risultarono avere altissimi livelli di anticorpo anti-hCG.

Inoltre, si scoprì che i vaccini usati (tre diversi preparati, di tre ditte diverse) non avevano la licenza per essere commercializzati o somministrati nelle Filippine. L’autorità preposta, il filippino Bureau of Food and Drug, si giustificò dicendo che le tre ditte «non avevano chiesto la registrazione» dei loro preparati.

Si trattava di due aziende canadesi, Connaught Laboratories Ltd. e Intervex, e una australiana, la CSL Laboratories.

«Aziende note e stimate», si affrettò a testimoniare a loro favore l’OMS. Una di queste, la Connaught, era divenuta nota negli anni ‘80 in quanto distribuiva plasma sanguigno contaminato dal virus dell’AIDS.



Anche questo articolo sulla vaccinazione di massa del 1976 per una febbre suina che rievoca un po' alla nuova influenza A H1N1 negli USA potrebbe essere interessante.

Sarà l'articolo, sarà l'argomento, saranno i viaggi quotidiani nei mezzi pubblici ma iniziamo a sentire strani sintomi tipicamente influenzali: spossatezza, dolori vari, febbre.

Potremmo essere il primo blogger con l'influenza suina.

Un Felice Capretta, certo.

Vi terremo aggiornati.

saluti felici

Felice Capretta

venerdì 4 settembre 2009

Deflazione è stata, ora inflazione

Deflazione è stata, ora inflazione

Il corrierone, nella sua versione online, continua a propinarci in home page la nuova influenza suina A/H1N1 e punta con molta enfasi su "la macchina che puo' salvarci".

Praticamente si tratterebbe di uno scambiatore anidride carbonica - ossigeno che salva le persone malate di polmonite. Che è una delle possibili conseguenze di una influenza andata a male.

Già.

Poco invece abbiamo letto del vento che tira in ambito economico.

Oggi il panorama degli analisti economici è sostanzialmente diviso in tre gruppi:

  • 1 - quelli che "tutto va bene"
  • 2 - quelli che "il peggio deve ancora venire"
  • 3 - quelli che "il peggio è passato e una ripresa lenta è possibile"

Escludiamo volutamente, non ce ne vogliano, i primi.

Li lasciamo al loro mondo.

I secondi hanno solitamente una visione di lungo periodo: per quelli che "il peggio deve ancora venire", non è tanto rilevante che il dow jones abbia preso il 55% da marzo ad agosto. Per loro è rilevante che tempo fa la barca dell'economia mondiale è finita nelle rapide, e queste rapide puntano dritte alla cascata.

Di quando in quando, la barca passa in qualche laghetto più tranquillo, ma la strada è segnata.

I terzi, quelli che il peggio è passato, ritengono che ormai il grosso della crisi ha impattato l'economia reale e gli enormi aiuti all'economia hanno avuto la loro efficacia.

Wallstreetitalia.it ci propone una interessante riflessione di Charles Plosser, presidente della Fed di Philadelphia, sul futuro scenario macroeconomico e sull'annoso problema inflazione o deflazione.

Lo scenario muove dalla terza scuola di pensiero per rischiare di convergere alla seconda.

(Prima di procedere, assicuratevi di avere letto la nostra trilogia su inflazione e deflazione)
Parte 1 - Inflazione
Parte 2 - Deflazione
Parte 3 - Come fronteggiare


Si tratta dell'enorme quantità di liquido stampata dalla banche centrali per salvare le istituzioni finanziarie che erano - e sono - già tecnicamente fallite.

Anche ipotizzando una ripresa economica mondiale nei prossimi mesi, l'eccesso di liquidità sui mercati provocherà inevitabilmente un'ondata inflattiva nelle nazioni.

Le banche centrali dovranno quindi intervenire pesantemente sui tassi di interesse. E in particolare dovranno rialzare i tassi per calmierare l'inflazione.

Ma poichè l'economia è un gioco fatto a bilancia, il rialzo dei tassi che terrà sotto controllo l'inflazione avrà il naturale effetto di rincarare il costo del denaro alle imprese, azzoppando di conseguenza una eventuale ripresa e facendo salire la disoccupazione.

Meno inflazione = più disoccupazione, per la ben nota relazione (agli non addetti ai lavori) chiaramente espressa dalla curva di Phillips.

Girala come vuoi, l'uscita dalla trappola di liquidità non è mai facile e indolore come una qualunque...passeggiata scorretta!

Saluti felici

Felice Capretta