venerdì 19 dicembre 2008

Al Qaeda su facebook

Oggi volevamo parlarvi della fine del dollaro e del controverso caso Amero, nonchè completare il report di europe2020, ma prima dobbiamo obbligatoriamente segnalare la classica notizia tragicomica che campeggia sulle pagine di TgCom e di alcuni giornali: Al Qaeda vuole invadere Facebook.

Tratteniamo a stento le risate e godiamoci il raro ed elevato esempio di giornalismo italico che ancora una volta ci fa chiedere se proprio non c'era una qualsiasi altra notizia che potesse sostituire cotanta boiata.

Me lo vedo... clicca qui per diventare amico di Al Qaeda.

Inizia il viaggio nel grottesco.

Facebook, il social network più alla moda del momento, sarebbe stato preso di mira anche dal gruppo di estremisti islamici Al-Faloja. In un forum del gruppo, tradotto da Jihadica.com, un utente parla di un piano per "invadere Facebook". "Possiamo utilizzare Facebook per combattere i media e pubblicare articoli che mostrino le perdite dei Crociati". Poi prosegue: "Abbiamo già riportato un grosso successo negli assalti a YouTube".

E' noto che il terrorismo internazionale, per farsi propaganda, utilizza i nuovi mezzi di comunicazione telematici. Così, intende approdare in grande stile anche su Facebook. Proprio come i loro "avversari". "I politici americani hanno usato Facebook per ottenere voti, come lo schiavo Obama", scrive ancora l'utente del forum.


Un piano per invadere Facebook. Già.

Gli assalti a YouTube. Certo.

Ma chi ci crede ancora?

Autore "un utente islamico" in "un forum del gruppo terroristico" tradotto da "jihadica.com" .

Le solite rivendicazioni fatte su "siti web islamici" non meglio definiti, anche se in questo caso è citato addirittura il sito che lo ha tradotto.

Se ci pensate, Internet in fondo è ancora una creatura molto americana. Se ora forzassimo il sito della Nasa, ci troveremmo già in viaggio per Guantanamo prima ancora di finire di scrivere questo post.

Anche perchè ogni utente su internet, in qualsiasi momento, anche voi mentre leggete, è abbinato ad un indirizzo IP, che è il "numero di targa" di quell'utente sulla rete in quel momento. E questo indirizzo IP lascia traccia dovunque andiate.

Incerti? Increduli? Guardate qui... non c'e' trucco non c'e' inganno:



Per la vostra collocazione geografica, andate a questo indirizzo, cliccate su "visual traceoute", attendete qualche secondo e scoprite da dove vi collegate.

Questo livello di informazione è praticamente pubblico.

L'indirizzo IP è poi collegato al vostro abbonamento, alla vostra utenza telefonica, dunque alla porta della vostra casa.

Questo livello di informazione è disponibile al vostro provider (telecom, libero, tiscali..) ed alle forze di polizia su richiesta dell'autorità giudiziaria.

Immaginate cosa puo' fare una agenzia di intelligence.

Invece no, i terribili "terroristi islamici" che usano i "siti web islamici" sfuggono a tutte queste regole. Sono tanto evanescenti quanto inafferrabili. Sono gli unici che sfuggono alle maglie dei controlli della Rete. Ah, che mistero!

Prosegue l'ottimo giornalista:

Gruppi come Al Qaeda sono stati pionieri nell'utilizzo di internet per esercitare i propri militanti, condividere idee ed organizzarsi su larga scala.

E nessuno li piglia.


E sono aggiornatissimi su Facebook.

E nessuno li piglia.


Il progetto di al-Faloja è, come scrive sempre l'anonimo utente, di "servirsi dei network già esistenti di persone ostili all'antiterrorismo per passare loro dei messaggi, cambiando poi identità una volta postati i propri messaggi".


E nessuno li piglia.

Ah già, ma loro sono furbi. "Crea un nuovo account, Mohamed! Sbrigati, prima che ci intercettino!"

Piuttosto, andate a leggervi la privacy policy di facebook e questo articolo:

6 La Cia potrebbe dare un’occhiata alla tua roba quando ne ha voglia
«Scegliendo di usare Facebook, dai il consenso al trasferimento e al trattamento dei tuoi dati personali negli Stati Uniti [...] Potremmo altresì condividere account o altre informazioni quando lo riteniamo necessario per osservare gli obblighi di legge, al fine di proteggere i nostri interessi e le nostre proprietà, al fine di scongiurare truffe o altre attività illegali perpetrate per mezzo di Facebook o usando il nome di Facebook, o per scongiurare imminenti lesioni personali. Ciò potrebbe implicare la condivisione di informazioni con altre aziende, legali, agenti o agenzie governative


Imperterrito il brillante reporter marcia verso la conclusione nonchè verso un brillante futuro da direttore del TG4:

Lo sconosciuto suggerisce anche un'organizzazione di sette "brigate" che lavorino assieme all'interno di Facebook: una che distribuisca video e scritti dei cosiddetti "martiri"; un'altra, per esempio, che diffonda materiale di addestramento militare. La maggior parte di queste dovrebbe comunicare in arabo. Ma un'unità dovrebbe specializzarsi sulla propaganda da diffondere sul social network in lingua inglese.


Organizzatissimi, questi islamici.

Organizzati come americani.

Ops...

Saluti felici

Felice Capretta

3 commenti:

Framaulo ha detto...

Ahah! "Aggiungi Bin Laden come amico" :-))) ^_^ LOL

Magari Bin diventa amico anche del cardinal Crescenzio Sepe!

Anonimo ha detto...

> Magari Bin diventa amico anche
> del cardinal Crescenzio Sepe!

li vedo bene come alleati in Guerra di Bande...!

:-)

Anonimo ha detto...

fantasctico post XD